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Un bel tacer non fu mai scritto

 

Un bel tacer non fu mai scritto

Mentre Poletti, completamente ignaro del proverbio “un bel tacer non fu mai scritto”, ci impegna solertemente a riflettere in modo bizzarro sui problemi del mondo del lavoro e Salvini insiste nella sua crociata a favore delle armi quale panacea di tutti i mali, Grillo improvvisamente se ne esce con due considerazioni che hanno sovrastato, in quanto a rumore e peso delle parole, tutto il resto: la prima riguarda la presa d’atto che probabilmente uscire dall’euro sarebbe una catastrofe e la seconda, che si potrebbe attuare una politica di impulso all’economia facendo leva sulla cosiddetta Moneta Fiscale.                                          Un bel tacer non fu mai scritto

Il nostro piccolo miserevole mondo, tutto racchiuso in una curiosa forma di stivale, si è ormai diviso, tra le altre, in due fazioni, l’un contro l’altra armata: la prima è quella di coloro che “l’ha detto Grillo, quindi è una cosa intelligente”, mentre la seconda, corrispondentemente, “l’ha detto Grillo quindi è una cazzata sesquipedale”; nella sostanza, se domani mattina Grillo si sveglia e dice che la carbonara fa schifo, ci saranno folle plaudenti (anche di vegani) che metteranno il glorioso piatto nel menù quotidiano, fegato permettendo, ed altre, corrispondentemente schifate che bandiranno, non solo il risultato finale, ma anche tutti gli ingredienti che lo compongono. Così va il mondo (il nostro)!

Ad osservare da fuori queste continue piroette di Grillo viene il mal di testa, ma non possiamo che rallegrarci del fatto che, finalmente, si sia reso conto di quanti rischi si possano correre nell’uscire dall’euro; la qual cosa forse accadrà indipendentemente dalla nostra volontà, ma delle cui conseguenze non possiamo tacere o ignorare la gravità.

Sulla seconda questione avevamo già detto la nostra su Modus (l’Italia di Weimar – 04/07/2016) e ci preme adesso sottolineare che lo strumento della Moneta Fiscale venne introdotto da un nazista (Hjalmar Schacht), applaudito da un economista premio Nobel americano (J.M. Keynes) e rilanciato nel 2015 da alcuni studiosi italiani di sinistra sulla rivista Micromega. Dopo la non facile applicazione durante la crisi californiana del 2009 e pur fatti i dovuti distinguo tra la Germania dopo Weimar, la California di 7 anni fa e l’Italia di oggi, dato che la storia di questo strumento registra ad oggi un clamoroso successo durante l’ascesa di Hitler ed un parziale insuccesso negli Usa di qualche anno fa, converrebbe approfondirne la conoscenza prima di esprimere giudizi affrettati, per di più basati solamente sull’appartenenza ad una delle due fazioni acriticamente pro o contro Grillo.

Il Movimento 5 Stelle non ha inventato niente; si è solo piegato alla stringente logica che lo vuole alla ricerca costante di qualcosa di nuovo da proporre, con la sola limitazione che non sia qualcosa che altri partiti abbiano già appoggiato, giacchè se il PD nel 2015 avesse dato seguito alle sollecitazioni che arrivavano da Micromega, probabilmente oggi Grillo non starebbe a parlare di questo, ma magari di qualcos’altro.                  Un bel tacer non fu mai scritto

Senza entrare nel merito di una possibile soluzione non facile da applicare ma avvincente e, soprattutto, interessante visto che non sembrano esservi alternative (a meno che per alternative non si intenda la riproposizione tout-court della Legge Giugni reintegrata dell’articolo 18, una robusta patrimoniale che alla fine colpirebbe prevalentemente i soliti noti con i ricchi prudentemente già fuggiti all’estero, oppure quel reddito di cittadinanza che non si sa proprio da quali fonti verrebbe alimentato se non dopo una disastrosa uscita dall’Area euro), mi pare che qui l’unica questione rilevante sia la stupidità di chi è disposto a supportare tutto e, se necessario, esattamente il suo contrario, solo perché a dirlo è stato Grillo (ma potremmo benissimo applicare la regola anche a Renzi, Berlusconi o Salvini).

E questa è tutta gente che vota.

Un bel tacer non fu mai scritto

tacer

 

 

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