le storie

Una Tesla sulle spalle

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Gli ordini per la Tesla Model 3 hanno sforato ogni possibile tetto di vendite. Ecco che cosa significa per il pianeta.

di Chris Mooney
(Traduzione Redazione Modus)

Una Tesla sulle spalle

È stato definito semplicemente straordinario. Dal momento dell’introduzione della berlina Model 3 – un veicolo elettrico, che rispetto al loro modello S, è molto più economico, e finalizzato per il consumo più ampio – Tesla si è vista arrivare 276.000 ordini in soli due sconvolgenti giorni.
Tesla punta a vendere 500.000 veicoli elettrici all’anno entro il 2020 – un obiettivo ambizioso ma che, sulla base di questi numeri, non suona così irraggiungibile. (Questo numero include presumibilmente le vendite di tutti i modelli di Tesla, non solo il nuovo Model 3. Le consegne nel 2015 sono state di circa 50.000 di tutti i veicoli Tesla, secondo Bloomberg New Energy Finance.)

Chiaramente, parte del fascino del nuovo veicolo non è solo la sua lucentezza o gamma nuova, ma piuttosto, la sua promessa ambientale e il simbolismo che oramai incarna. Una domanda chiave, però, è ciò che questo aumento delle vendite di Tesla significa per un parametro critico che determinerà il futuro del pianeta. Con l’elettrificare il trasporto gommato (e quindi, alimentare le automobili non con la benzina ed i derivati ​​dal petrolio, ma piuttosto, con una fornitura di energia elettrica che diventa sempre più verde), quanto velocemente possiamo iniziare a far scendere le emissioni del pianeta?

 

Attualmente le emissioni del trasporto, su scala globale, sono state di 6,7 miliardi di tonnellate di anidride carbonica nel 2010, o circa il 23 % di tutte le emissioni globali di gas serra legate all’uso di energia, secondo il IPCC, il gruppo intergovernativo di esperti dell’O.N.U. sui cambiamenti climatici. Il numero sale a 7 miliardi di tonnellate di equivalenti biossidi di carbonio quando sono inclusi altri gas ad effetto serra. La maggior parte di questi dovuti al trasporto su strada, anche se il dato comprende anche il trasporto aereo, ferroviario, e di altre tipologie (negli Stati Uniti, il trasporto costituisce circa il 25% delle emissioni).

 

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La decarbonizzazione del settore dei trasporti è stata a lungo considerata come uno sforzo abbastanza difficile, dal momento che queste sono fonti mobili di emissioni piuttosto che fonti fisse, e dal momento che si prevede una notevole crescita nel futuro delle emissioni delle automobili e di altri tipi di trasporto. Così, si prevede che i 7 miliardi di tonnellate del 2010 possano diventare 12 miliardi all’anno nel 2050, salvo eventuali cambiamenti politici.

Diversi esperti questa settimana han detto che le vendite in forte espansione di Tesla non faranno una sufficiente differenza nel settore dei trasporti – almeno non subito – per cambiare questa previsione sul futuro delle emissioni in modo sostanziale. Il problema è che l’industria automobilistica globale è enorme, e anche un mezzo milione di vendite di Tesla all’anno non è poi così tanto in un simil contesto.

 

Anche se Tesla riesce a maggiorare la sua produzione e a centrare il suo obiettivo molto aggressivo di 500.000 veicoli l’anno entro il 2020, quello rappresenterebbe solo circa il 0,5 % delle vendite di veicoli leggeri a livello mondiale”, ha detto Colin McKerracher, capo del trasporto avanzato a Bloomberg New Energy Finance. “Quindi è difficile beneficiare di un impatto complessivo solo dalle loro vendite.

Tuttavia, se quello che stiamo vedendo sono segni di un cambiamento più ampio, in cui Tesla finisce per guidare il resto del settore auto nel cambiare e rendere disponibili più auto elettriche, questo è un altro discorso. “È ovviamente importante per Tesla, ma penso che andrà a spingere altre case automobilistiche ad emulare ciò che Tesla sta facendo, e anche convincerà altre persone a pensare di passare all’elettrica,” ha detto David Reichmuth, un ingegnere nel programma veicoli puliti presso la Union of Concerned Scientists.

Margo Oge, ex direttrice dell’Ufficio dei Trasporti e Qualità dell’Aria della EPA e autore del libro “Guidare il futuro: lotta ai cambiamenti climatici con più puliti, più intelligenti Auto“, è concorde. “Quello che sta facendo è abbassare il costo della batteria, rendendola accessibile, mettendo pressione sulle altre società“, ha detto Oge del successo di Tesla. Questi sono impatti importanti, anche se ancora non ci sono sufficienti veicoli elettrici per strada tali da ridurre le emissioni di molto – almeno non immediatamente.

 

Per capire perché è così difficile spostare rapidamente l’ago in questo campo, basti riflettere su alcuni numeri. Attualmente, il numero dei veicoli leggeri venduti in tutto il mondo ogni anno (preparatevi…) sono 88,5 milioni nel 2015, secondo il Navigant Research. E si attende che crescano, e crescano, e crescano.

Da quel totale annuo, secondo il Dipartimento dell’Energia degli Stati Uniti, 565.000 sono state vendite di veicoli elettrici leggeri tipo plug-in nel 2015. Quindi, si può vedere le piccole percentuali con cui abbiamo a che fare (anche se le vendite sono in un notevole e rapido aumento).

 

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Vendite globali di veicoli elettrici leggeri ricaricabili plug-in,
          nel periodo 2011-2015. (Department of Energy)

 

Le previsioni attuali dicono che i veicoli elettrici diventeranno più importanti nel mix delle vendite complessive di auto, ma pochi si aspettano alcun tipo di transizione veramente rapida. Bloomberg New Energy Finance, per esempio, pensa che le vendite di veicoli elettrici sarà inferiore al 5 % delle vendite di veicoli totali a livello globale fino a circa il 2022, quando la tecnologia della batteria diventerà abbastanza a buon mercato tale da competere per davvero. Ciò significa che è intorno al 2040 che i numeri diverranno davvero impressionanti – in quello stesso anno, il 35 % delle nuove auto vendute potrebbe essere di veicoli elettrici, ragiona il gruppo, e questi potrebbero comporre circa il 25 % della flotta di auto a livello mondiale.

 

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Il costo della batteria è sceso del 70 % negli ultimi 4 o 5 anni”, ha detto Oge. “Ora è $ 145 per kilowattora, è stato ridotto del 70 %, ed entro il 2022, stiamo parlando di $ 100 o $ 120 per kilowattora. E tutti gli esperti ci dicono che a quel livello di costo della batteria, le auto elettriche saranno a parità di costo con il motore a combustione.

Quando si tratta di quanto velocemente le auto elettriche possano ridurre le emissioni, una questione chiave è esattamente la natura del tipo di elettricità che stanno utilizzando – quali combustibili fossili vengono bruciati per alimentarle, o, se esse saranno recaricate utilizzando un mix di energia elettrica che è maggiormante creata da fonti rinnovabili. “In generale, i veicoli elettrici si confrontano ancora favorevolmente in tutti le reti elletriche, tranne le reti più sporche. Ma la rete tende a diventare più pulita nel corso del tempo“, ha detto McKerracher.

 

Così, la crescita di energia elettrica pulita e la riduzione delle emissioni dei veicoli risultano essere strettamente legate. I veicoli elettrici sono anche, secondo il Dipartimento per l’energia, già molto più economici da operare nella maggior parte dei luoghi, anche con gli attuali prezzi molto bassi della benzina. A partire dal 2 Aprile, il prezzo medio per un gallone di benzina negli Stati Uniti è stato di $ 2,07, ma un “eGallon elettrico” è stato $ 1,09, l’agenzia ha confermato.

I prezzi dell’elettrico sono anche potenzialmente più stabili. “Preferisco far una scommessa su ciò che sarà il prezzo dell’elettricità tra cinque anni da oggi, piuttosto di dove andrà il prezzo della benzina nello stesso periodo”, ha detto Reichmuth della Union of Concerned Scientists. “E a tutti gli effetti quando si acquista un auto, si sta facendo proprio quel tipo di scommessa.”

 

 

La gigafactory di Tesla fuori Sparks, Nevada. È programmata per essere
pienamente operativa nel 2020. Quando sarà completata, sarà il secondo
più grande edificio del mondo. (Daron Taylor / Washington Post)

 

Altri fattori che potrebbero ridurre le emissioni dei veicoli nel futuro includono l’automazione della guida e più condivisione dei mezzi (car sharing), e anche una migliore pianificazione globale delle città – le scelte di progettazione urbanistica possono avere un grande impatto su quante persone opteranno per le auto, ed in primo luogo, quante le riterranno un bisogno o meno.

Il risultato rimane quindi che, data l’ernormità del problema delle emissioni solamente nel settore dei trasporti, Tesla non può cambiare il mondo velocemente o da sola. Ma però, probabilmente non sarà affatto da sola. “Tesla mette anche pressione ai produttori di automobili tradizionali di investire” in veicoli elettrici, ha detto Oge, “qualcosa che non faceva sul serio qualche anno fa.”

Così, similmente a ciò che è già accaduto con l’eolico ed il solare, sembra che siamo all’inizio di un grande boom di veicoli elettrici. Ma proprio come con l’eolico ed il solare, questi veicoli partono come una percentuale molto piccola del totale del parco macchine mondiale. Potranno quindi godere di una crescita molto rapida, che non è la stessa  cosa di aggiustare rapidamente il nostro problema col carbonio.

 

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La Una Tesla sulle spalle

La presentazione della Tesla Model 3,  31 Marzo, 2016

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2 comments

  1. Kokab 11 aprile, 2016 at 00:22

    il secolo passato ci ha portato dai primi voli umani ai viaggi nello spazio, dai primi rudimentali telefoni alla rete internet che copre il mondo e, per entrare in tema, da auto primitive che costavano una follia ad auto ipertecnologiche ormai alla portata di tutte le tasche.
    per le auto elettriche sarà così?
    naturalmente non c’è regola, ma vale anche la domanda contraria, perchè non dovrebbe essere così, alla lunga?
    il mercato ha delle regole, che rispondono alla logica del profitto, ma anche la maggior diffusione di auto elettriche può generare profitti, e una crescita di questo mercato, anche indotta da fattori normativi e di marketing, può funzionare da volano per lo sviluppo: già oggi le prestazioni delle auto sono migliorte e i prezzi sono diminuiti, consentendo una crescita percentualmente straordinaria delle immatricolazioni, credo che questo fenomeno debba essere visto con favore e incoraggiato, quanto meno sul piano culturale.
    poi è vero che le auto elettriche non risolveranno il problema dell’inquinamento da combustibile fossile, che pure è destinato a finire, ma tanto è un primo pezzo, e almeno renderanno più respirabile l’aria delle città.
    infine, la tesla l’hanno fatta proprio bella, e anche qusto aiuta nell’apprezzamento.

  2. Genesis 10 aprile, 2016 at 08:33

    Sarà, tutto quello che volete…dati alla mano, la stragrande maggioranza delle emissioni di gas serra NON sono dovute alla viabilità.
    Tesla ha fatto furore, passando da un mezzo ultra tecnologico-sportivo-costoso, quasi di nicchia, ad una serie di tipologie più normali, per il “guidatore comune”. Gran parte degli ordinativi provengono dagli stessi USA, al che mi si induce a pensare quale fosse lo stimolo americano verso l’utilizzo di una piccola vettura (al confronto delle circolanti…), spoglia di cavalli, silenziosa, senza serbatoio, limitata nei chilometri percorribili (nel confronto con le circolanti…)… Sarà forse che la politica ambientale americana sia tra le più spinte al mondo? Sarà forse che l’americano medio, ormai, s’è stufato di respirare idrocarburi incombusti? Sarà il nome, Tesla, che deriva da uno scienziato (pazzo) che lavorava incessantemente con il magnetismo e i lampi dimostrando solo a se stesso le proprie teorie?
    …oppure sarà che questa esplosione di ordinativi fosse aiutata per via delle nuove norme adottate e legiferate che di fatto aiutano soprattutto uno dei soci che, poco tempo fa, sedeva nella stanza ovale?
    Mah…io nelle mie montagne ho bisogno di cavalli (chilowatt nel caso) e percorribilità…probabilmente dovremmo tornare al carro trainato da quegli esseri nitrenti che poco hanno a che fare con i gas serra…ma c’hanno a che fare anche questi…fidatevi!

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