attualità

Ferrara: Uccidere in nome di Dio

SPE 181115-01

 

Ci conquisteranno non senza prima averci fatto a pezzi, col nostro politeismo dei valori, il multiculti, la decristianizzazione. L’unica superiorità è la combinazione di abbondanza e tecnologia, la guarnigione della civiltà che si chiama Israele.

di Giuliano Ferrara

 

I lettori si domandano: che facciamo? Vorrebbero risposte assolute, risolutive. Anzi, una sola risposta. Ovviamente nessuno ce l’ha, specie nell’era dell’inetto Corbyn e del boicottaggio di Israele, ma un’approssimazione è possibile. Non serve expertise geopolitica, non serve orgoglio ideologico. Serve il contrario. Buonsenso, esperienza politica della dialettica tra amico e nemico, la giusta dose di pessimismo sullo stato del mondo occidentale che è oggi sotto attacco. Parlo del mondo vario che va dai funzionari e impiegati del capitalismo e del commercio internazionale, World Trade Center,  alle ragazze afghane che vogliono studiare all’occidentale agli utenti dei treni e della metropolitana di Atocha e dell’alta velocità Bruxelles-Parigi ai turisti visitatori di un museo in Tunisia alla allegra perversa sadiana  movida del Bataclan dove si canta “Kiss the devil”, bacialo nella bocca, mentre cominciano a crepitare i kalash, fino allo Stade de France, dove i morti sarebbero stati ancora a centinaia se non avessero fallito i due commando di Francia-Germania. Non sprovvisto di buona retorica, ma retorica al fondo sofistica, il direttore di Repubblica dice: la nostra libertà fa paura. Io nel mio piccolo antiretorico e buonsensaio dico: la nostra paura li incoraggia.

Vediamo prima l’esperto geopolitico, ce n’è a bizzeffe. Flaiano diceva: oggi il cretino è pieno di idee. Si può parafrasare: oggi l’esperto è pieno di idee e vuoto di buonsenso.

Prima idea insensata.  Il maggior numero di vittime della violenza legata al jihad è tra i musulmani, quindi lo scontro di civiltà è una sciocchezza. I musulmani uccisi sono coloro che non si conformano alla sharia, alla legge coranica, o che cercano senza successo, vedi in Egitto, di affermare il governo shariota. I musulmani sono una umma coranica unificata da un Dio e da un libro, ma le nazioni hanno interessi di economia e di potere non regolati dalla pace di Westfalia o dalla lunga pace moderna delle democrazie dopo le convulsioni mondiali del Novecento, ragion per cui si ostacolano per il predominio anche nella umma. Ma fanno tutte parte di un mondo di fede opposto a quello degli infedeli. Punto.

 

Seconda idea insensata. I Fratelli musulmani, nati per sterminare gli infedeli, sono meglio del generale egiziano Al Sisi, che ha preso il potere per cercare una sua via kemalista, fondata sull’amicizia (magari corrotta, perché no?) con l’occidente, contro i puristi e incorrotti sostenitori della legge coranica.

 

Terza idea insensata. Gli sciiti non fanno attentati in Europa, dobbiamo allearci con loro e andare contro sauditi e altri ortodossi sunniti per ogni dove: è in parte vero che l’islam europeo produttore di terrorismo, e lo Stato islamico coproduttore, sono sunniti e non sciiti, ma non so se sarebbe saggio aspettare che i secondi abbiano il possesso dell’atomica, visto che gli entusiasti di Hamas e gli Hezbollah, non del tutto inesperti di attentati e violenze, godono del favore geopolitico e del sostegno attivo dell’Iran sciita.

 

Quarta idea insensata. Tutto sta nell’affinare e finanziare i servizi segreti in occidente. Bombardare non serve che a offrire giustificazione e capacità di reclutamento ai motori della violenza, non parliamo poi di truppe di terra, che disastro le guerre di Kabul e di Baghdad. Qui siamo al livello di Bouvard e Pécuchet, i due idolatri delle idee e delle informazioni geoscientifiche infilzati in un’opera immortale sulla generosa stupidità umana da Gustave Flaubert centocinquant’anni fa. L’esperto in geopolitica è come l’esperto di economia deriso già nel Settecento dall’abate Galiani, libertino ma non cretino, perché si misura con cifre e altre astrazioni ma non tiene conto della natura e della storia umana, di concerto con la geografia e la politica, che insieme non fanno una “geopolitica” se non nelle mappe degli strateghi di aula universitaria.

Insomma, oh lettore, guardati da chi la sa lunga sull’atlante geografico, scambiato per “terreno”, e pretende di guidarti fuori dallo scontro di civiltà e dalla guerra di religione in nome di una presunta scienza non valoriale, fredda e chirurgica come la più nichilista e riluttante delle storiografie o delle sociologie. Se vengono qui, o anche a Karachi e a Kandahar, in Kenya e in Nigeria, a Tel Aviv o a New York, oppure se si radicalizzano in loco, se si chiamano Mohamed, se sono armati da Mohamed, se hanno letto il testo unico del Corano dettato a Mohamed, se gridano Allahu akbar, se sparano contro le folle al caffè concerto o deviano gli aerei o fanno saltare gli stadi, fidati del tuo naso, o di quello di Ratzinger: vuol dire, se questo accade, che è in atto uno scontro di civiltà e di religione, e che a combatterlo per adesso, in quanto tale, in nome di Dio, dopo la decolonizzazione, nell’occidente del benessere e dell’immigrazione libera, sono loro e soltanto loro, i combattenti islamisti o shahid o jihadisti. Il terrorismo non esiste, i servizi possono poco, c’è una guerra religiosa e blasfema, ma blasfema per noi, in corso. Per loro è una guerra santa. Fidati. Non di me, di te.

Conquistare la mappa geopolitica del terrore

Poi c’è l’orgoglio ideologico vano. Molti canti della Marsigliese, molte manif., molto occidente parlato. Molto umanitarismo. Molto pianto per le vittime. Molta demonizzazione o diabolizzazione dell’avversario, il solito branco di lupi impazziti. Abbraccerei l’intera redazione di Repubblica per la loro capacità di fissare un’identità comune sulla catasta dei corpi dei morti ammazzati, e solo lì. Allo Stade de France furono cantate la Marsigliese e Deutschland über alles. Ma al Bataclan le parole in musica degli heavy death metals erano queste, e vi risparmio la traduzione perché siete persone molto istruite e avete a disposizione il vocabolario di Google per tradurre un testo di primitivismo morale inaudito:

I’ll love the Devil / I’ll sing his song / I will love the Devil and his song
Who’ll love the Devil? / Who’ll kiss his tongue? /  Who will kiss the Devil on his tongue?
I’ll love the Devil / I’ll kiss his tongue / I will kiss the Devil on his tongue
Who’ll love the Devil? / Who’ll sing his song? / I will love the Devil and his song  
Who’ll love the Devil? /  Who’ll kiss his tongue? / I will kiss the Devil on his tongue
Who’ll love the Devil? / Who’ll sing his song? / I will love the Devil and sing his song

Dunque piano con l’orgoglio occidentalista. Siamo una civiltà in decadenza: demografica, culturale, religiosa, politica. Siamo figli dei lumi e apostati del cristianesimo, e su Libération, a cadaveri caldi, c’era un bell’articolo malinconico in difesa del modo di vita della movida di Oberkampf, Parigi, che rivendicava le dolcezze desideranti della nostra perversione e benediva un cielo vuoto di dei, perché si vedono meglio le stelle e ci si ama follemente. Viva il meticciato, e fanculo il Natale, la Pasqua e le campane.

Fidati del tuo buonsenso. Questi che di Dio ne hanno uno solo, di libro uno solo e chiarissimo nella prescrizione legale del dovere di ogni buon musulmano, annientare chi non lo è, ci conquisteranno non senza prima averci fatto a pezzi, noi e il nostro politeismo dei valori, noi e il multiculti, noi e il meticciato, noi e le nostre pillole aborti divorzi eugenetiche e gay culture, noi e la decristianizzazione spiritualista che sputa sulla chiesa, sul clero, sulla curia, sui simboli della morale cattolica, talvolta anche dal vertice della chiesa stessa. Non sono impazzito, dico una verità (forse ce ne sono altre) che è pazza come è pazza la realtà della storia, come noto dopo Shakespeare  “una sinistra favola raccontata da un idiota”. Che fare?

L’unica superiorità è la combinazione di abbondanza e di tecnologia, e l’avanguardia o guarnigione della civiltà che si chiama Israele. Bisogna andare lì, rinunciare al Bataclan, e intimidire, conquistare la mappa geopolitica del terrore a sfondo religioso, inondarli di democrazia armata e capitalismo, sfamarli, organizzarli, rispettando il loro credo e imponendo il rispetto del nostro a viva forza, come con Rumsfeld e Cheney: è il compito del XXI secolo, mi spiace. Altre soluzioni, a parte la nostra devastante resa o il dominio inutile dell’aviazione? Aspetto che me le forniscano gli esperti e gli ideologi.

0 lettori hanno messo "mi piace"
Print Friendly, PDF & Email
Share:

17 comments

  1. nemo 30 novembre, 2015 at 11:22

    Concordo con quanti amici hanno espresso il loro giudizio sul personaggio. Ma, almeno per quel che mi rigurda ebbe un momento, solo un momento, di sincera stima verso di lui. sapeva esporre i suoi ragionamenti come più tardi seppe fare Travaglio, forniva le cosidette pezze d’appoggio a ciò che diceva, poi diciamolo apertamente era il pargolo, si fa per dire, di tanto papà ex Presidente della Regione, non poteva che razzolare bene! Il crollo, se così si può definire, avvenne quando la Guzzanti in un incontro lo definì FETECCHIA. Oddio, l’insulto era, ed è un colpo di frusta, cosa avrà fatto mai? Ebbene la Guzzanti lo accusò d’essere nello stesso periodo che fu segretario a Totino, d’esser stato al soldo dei servizi segreti americani, accusa mai smentita, e l’insulto non giunse mai davanti ad un magistrato! Fu il crollo di una grande illusione, e fu l’inizio di un grande sentimento che definire ribrezzo è dir poco.

  2. nemo 29 novembre, 2015 at 09:39

    Sono senza fiato ! Già, non per quello che ho letto ma come lo ho letto. Ferrara ha il pregio, o il difetto, di catturare la tua attenzione , non certo per l’argomento ma per come lo porta avanti concludendo, e facendoti concludere, che lui ha ragione e tu hai torto. Mi spiace ma non ci sto ! Quello che attraversiamo, è un periodo travagliato dettato non certo da una guerra di sola religione, come negarlo ? Ma da una guerra di di ribellione camuffata da religiosa. Egli ci dice che l’unico baluardo che intravvede nel caos imperante è lo stato di Israele. Ma se è la mancata soluzione di quel problema la causa di tutto ! Vede Dott, Ferrara è sufficiente ribaltare il suo ragionamento con un altro altrettanto logico e tutto il suo si “spompa”! Nessuno ha la soluzione, e sopratutto la vertià in tasca, possiamo solo fare un esame, se possibile senza partigianerie, dei fatti. Ed i fatti ci dicono che, si il mondo islamico è fortemente diviso, tra sciiti e sunniti, ci sarebbe da spiegare ai meno attenti la differenza, che si potrebbe paragonare a quella che divise i cattolici dagli ortodossi nei secoli passati, che il mondo islamico, quello più radicalizzato, ha preso a bandiera la sua visione religiosa e l’ha sovrapposta al nazionalismo panarabo, chi ha dato a questa polvere esplodente la miccia per detonare siamo stati noi, intendo l’occidente, con le , numerose guerre di esportazione della democrazia, con le nostre alleanze “pelose” con i nostri distinguo tra amici che sbagliano e nemici diabolici ! Si caro Dott. Ferrara, ad ogni ragionamento ne corrisponde uno uguale a contario, come la legge della fisica.

    • Kokab 29 novembre, 2015 at 22:55

      non mi ricordo se mi è mai capitato di pensare che ferrara potesse avere ragione, sono incline a credere di no, ma ricordo distintamente che quando nel ’92 l’ho sentito straparlare della rivoluzione liberale che avrebbe realizzato berlusconi, suscitando lo sdegno di montanelli, non di che guevara, ho maturato un radicato pregiudizio nei suoi confronti, non disgiunto dalla disistima e dall’odio feroce.
      sono anche incline a credere di non essermi allora sbagliato.

  3. Berto Al 22 novembre, 2015 at 16:22

    Per tutte le cose, importante è individuarne il metodo, la chiave di lettura. Prendiamo Ferrara, ciò che dice, le cose in cui crede e ribaltiamone il senso dando valore all’opposto: il risultato non ci deluderà.

  4. Genesis 19 novembre, 2015 at 10:34

    Io leggo lo scritto di Ferrara come quei discorsi fatti al bancone del bar, di fronte ad uno scarso bicchiere di vino…
    Sarà forse, ciò che afferma, il pensiero dell’occidentale medio, ma credo che dal pensiero ai fatti c’è sempre un abisso…

    • Remo Inzetta 19 novembre, 2015 at 11:09

      Secondo me c’è del vero nel fatto che Ferrara rappresenta molti cittadini europei, ma rappresenta anche molti governi, che a volte usano la forza proprio come vuole lui. Valga per tutti, almeno fra i più recenti, il caso della Libia, no proprio un grande successo.
      Ripeto quel che ho detto in un altro articolo: la posizione espressa dal nostro Governo mi sembra quella più saggia, e i nostri partner europei farebbero bene ad ascoltarci.
      Facciamo in modo che non prevalgano le posizioni di Ferrara.

      • Genesis 19 novembre, 2015 at 19:20

        Sfera di cristallo?
        Sicuramente si colmerà…dipende di cosa! Delle false proclamazioni e corrispondenze direttamente proporzionali musulmano=ISIS… …appunto: le chiacchiere da bar!

  5. Kokab 18 novembre, 2015 at 17:07

    fatico a non utilizzare per giuliano ferrara la stessa definizione che il suo vecchio compagno di merende ha usato per rosi bindi, ma onestamente, per quanto mi sforzi, non riesco ad immaginare un ribaltamento più spudorato della realtà.
    1) forse ricordo male, ma quando il medio oriente era dominato da tiranni sanguinari che gonfiavano le prigioni di oppositori, non c’erano integralisti a piede libero che giravano per l’occidente e seminare morti, e col medio oriente pacificato si facevano anche ottimi affari, finalizzati a fare il pieno alle nostre auto, come oggi con l’arabia saudita e gli emirati del golfo; potrà essere poco elegante, ma a quei tempi non c’era nessuna guerra santa da combattere, o dalla quale difendersi.
    2) che i musulmani siano una umma coranica unificata da dio è una scemenza spaziale, la prima guerra santa che combattono i musulmani, di solito quelli poveri in canna, è la guerra fra sciti e sunniti, e noi per loro siamo, da questo punto di vista, un semplice incidente della storia; se ferrara fosse abbastanza agile da spostare la sua mente fino alla guerra fra iran e iraq, che ha fatto più di un milione di morti, se ne farebbe una sia pur pallida idea.
    3) c’è uno scontro di civiltà in atto? possibile, anche se questa interpretazione mi sembra un po’ forzata, ma non è quello fra islam e cristianesimo, bensì quello fra l’occidente illuminato dal ‘700 e il medioevo orientale oscurato dalla povertà, fra il pensiero unico di una fede e il pensiero multiplo della laicità, e certo, lo dobbiamo vincere, sia per ragioni pleonastiche, sia perchè questa guerra è figlia nostra, dei bush, dei roomsfeld e dei cheeney, e non possiamo chiedere ad altri di combatterla al nostro posto.
    4) concludere infine che dobbiamo schierare la nostra falange in medio oriente, sarisse alla mano a far da incudine agli hetaîroi israeliani, per imporre la democrazia con la forza ai barbari e sfamarli con dosi massicce di capitalismo, è un’idiozia di stazza lorda pari a quella di giuliano ferrara, sia perchè dovremmo aver imparato che la democrazia non si esporta, sia perchè se il nostro problema fosse stato quello di sfamarli, e non di fare il pieno all’auto sotto casa, ci avremmo pensato con minor costo negli anni ’50 e ’60.
    possiamo e dobbiamo sconfiggere l’isis, ma questo sarà solo un piccolo passo in un cammino molto accidentato, nel quale non si sentiva la mancanza di una nuova oriana fallaci in tono minore e ancor più sguaiato.

  6. Bondi James Bondi 18 novembre, 2015 at 14:31

    Mah… a me pare che tutti quelli che per Giulianone sono segni della nostra debolezza, siano la nostra forza. Tra chi ha molta fede ma mangia sassi e polvere tutto il giorno, e chi invece può liberamente mangiare, bere, fare sesso, e sì, ascoltare la musica che più gli piace, per quanto stupida e fracassona sia, chi è il forte e chi è il debole? Ha ragione la copertina di Charlie Hebdo… loro hanno le armi, ma noi abbiamo lo champagne! Vinciamo noi!

Leave a reply

WordPress Appliance - Powered by TurnKey Linux