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di Shaun Walker da Mosca

(Traduzione Redazione Modus)

 

 

Il 16° anno di Vladimir Putin a capo della Russia sarà forse il più imprevedibile. Per la prima volta in una generazione l’aviazione russa è impegnata in un’operazione di fuori dei confini dell’Unione Sovietica, le controfigure della Russia in Ucraina sono state lasciate nel disagevole limbo di un semi-cessate il fuoco, e l’economia russa è scricchiolante mentre i prezzi del petrolio rimangono bassi.

Ecco come Vladimir Vladimirovich potrebbe immaginarsi un prossimo anno da sogno, mentre sta per addormentarsinella sua sontuosa residenza: i jet russi continuano a martellare ogni sorta di ribelli in Siria, e così che il Cremlino possa vantare della ​​sua determinazione anti-islamica contro il Califfato. L’irritazione in occidente si tramuta in un riluttante rispetto e l’accettazione di un accordo con Putin che Bashar al-Assad possa riamanere in carica come la migliore di una serie di cattive opzioni. A Kiev, lotte intestine e corruzione paralizzano il governo; i territori pro-ribelli sono spinti di nuovo in Ucraina, ma dannp alla Russia un veto permanente sulle politiche di Kiev; l’ovest accetta questo, dimentica della Crimea e termina le sanzioni. I prezzi del petrolio salgono, il rublo si stabilizza e indici altissimi di approvazione durano fino alle elezioni parlamentari in autunno.

I nemici stremati di Putin invece suggerirebbero uno scenario diverso: una fragile alleanza internazionale sulla Siria va in frantumi a causa di obiettivi palesemente diversi, e le sanzioni occidentali per la Crimea e Ucraina vengono estese. L’economia continua a calare, i salari reali vanno continuano a scendere. La classe media, spogliata dei weekend in Europa e dei beni di consumo a i quali si era abituata, si innervosisce, mentre i lavoratori che convivono con ristrettezze economiche disastrose iniziano una serie di gravi proteste – un barlume delle quali è stato visibile alla fine del 2015 quando i camionisti del trasporto a lunga distanza hanno scioperato.

Entrambi questi scenari sono eminentemente possibili; ciò che effettivamente accadrà sarà probabilmente da qualche parte a metà strada tra i due. Come la Russia se la caverà dal 2016 e oltre, fino alle elezioni presidenziali del 2018, quando Putin si prevede si presenterà di nuovo, dipende da tante cose – dal prezzo del petrolio, al prevalente umore internazionale e la salute personale di Putin.

 

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Fare previsioni sulla Russia di Putin è difficile perché lo stesso sistema russo è fragile ed imprevedibile. Eventi come la rivoluzione in Ucraina o l’abbattimento turco di un jet russo può cambiare completamente i vettori politici e di conseguenza i risultati. Il sistema di Putin, lodato dagli strateghi del Cremlino per la sua stabilità, è in effetti notevolmente imprevedibile, in parte perché è completamente dipendente dal singolo uomo in cima alla piramide. La scomparsa di Putin per una settimana in primavera, e il rifiuto dei suoi aiutanti di ammettere che era per un attacco di influenza, hanno causato disagio e speculazioni fornendo un assaggio di quanta confusione potrebbe essere generata se il leader fosse mai seriamente indisposto.

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