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Il segretario generale dell’ONU

Spec2016ONU

                        Irina Bokova, Direttore generale dell'UNESCO

 

di Julian Borger da Londra

(Traduzione Redazione Modus)

 

Per la fine del 2016 ci sarà un nuovo segretario generale dell’ONU, e c’è la la più alta probabilità di sempre che, per la prima volta, sia una donna. Non è chiaro se ciò farà una reale differenza per il mondo. Questo ruolo è stato descritto come “il capo della diplomazia mondiale” o addirittura “il papa laico”, anche se è più simile al gestore di un ristorante elegante. Si arriva a spalla a spalla con un sacco di gente potente, ma raramente a parità di condizioni.
Il segretario uscente, Ban Ki-moon, venne scelto nel 2006 in parte perchè appariva sufficientemente inoffensivo per le maggiori potenze mondiali. Se le regole del gioco rimangono invariate, con i cinque membri permanenti del consiglio di sicurezza che scelgono il suo successore in segreto e presentano il risultato al resto del mondo come un fatto compiuto, possiamo aspettarci un risultato simile.

 

C’è tuttavia un movimento crescente  per cambiare le regole e portare la competizione alla luce del controllo pubblico. La campagna “1 per 7 miliardi”, sostenuta da centinaia di ONG, propone un elenco ristretto di candidati che dovranno pubblicare ampi programmi e sottoporsi a domande. Anche il consiglio di sicurezza potrebbe ancora presentare una rosa, ma dovrebbe essere un elenco di più di un nome. Più di 170 milioni di persone in tutto il mondo hanno reso pubblico il loro sostegno. L’idea è di individuare qualcuno che sia meno segretario e più generale, che abbia un’ampia base di poteri e un mandato indipendente, piuttosto che essere grato a qualche oscuro accordo dietro le quinte.

Ci sono segnali che il Consiglio di sicurezza stia cominciando a preoccuparsi di questa ondata. Secondo un’iniziativa promossa dal Regno Unito, dovrebbe essere inviata alle 193 delegazioni all’Assemblea generale del nuovo anno, una lettera che comprenda la convocazione dei candidati, la fissazione di un calendario e il regolamento per l’elezione.
Fino ad allora, la campagna tra gli aspiranti segretari generali continuerà ad essere un affare confidenziale, per lo più giocato in privato da parte di candidati segreti a porte chiuse nel centro di Manhattan. In questa prima fase, un ragionamento convenzionale favorisce qualcuno dall’Europa orientale (una regione che non ha ancora fornito un segretario generale) e una donna (tutti gli otto segretari finora sono stati uomini).

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                      Helen Clark, ex Primo Ministro della Nuova Zelanda

C’è una manciata di nomi che soddisfano entrambi i criteri, tra cui due bulgare, il capo dell’Unesco, Irina Bokova, e il commissario al bilancio della UE Kristalina Georgieva , così come l’ex ministro degli esteri croato Vesna Pusic.
Sono ritenuti in corsa anche Helen Clark, l’ex primo ministro neozelandese che ora dirige il Programma di sviluppo delle Nazioni Unite, e Kevin Rudd, ex primo ministro australiano.

Nemmeno gli idealisti della campagna “1 per 7 miliardi” ritengono che i cinque membri permanenti stiano per rinunciare al diritto di veto e stiano per scegliere una votazione completamente aperta. Ma la speranza è che le grandi potenze arrivino a uno stallo sui rispettivi candidati preferiti e si trovino incapaci di resistere a una scelta autenticamente popolare scaturita dall’assemblea generale. Comunque vada, sarà un anno fondamentale nella storia delle Nazioni Unite.

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4 comments

  1. Bondi James Bondi 3 gennaio, 2016 at 18:22

    A sentire le trombe italiche-renziane, candidata autorevole a segretario ONU sarebbe la nostra Mogherini. Basta dare un’occhiata alle fonti extra-confine per vedere che il nome della Mogherini non lo fa nessuno. A me la ragazza non spiace, ma mi sembra ridicolo questo presumere (e voler farci credere) che l’Italia e gli italiani contino nel mondo molto di più di quanto effettivamente contino.

    • M.Ludi 3 gennaio, 2016 at 19:08

      Mi permetto di correggere parzialmente il tuo intervento, ma solamente per puntualizzare che il nome della Mogherini è venuto fuori proprio da un articolo del N.Y.Times che, tra le possibili candidate, ne ha messo in evidenza una foto (http://www.nytimes.com/2015/08/23/opinion/sunday/the-push-for-a-woman-to-run-the-un.html?_r=0) . Il nome della Mogherini è tratto dal lungo elenco di possibili candidate pubblicato sul sito del gruppo indipendente “Campaign to Elect a Woman UN Secretary General” (http://www.womansg.org/#!western-europe-and-others-group/l9a1l) , dal quale il NYT lo ha poi ripreso; in Italia ci è arrivato di conseguenza. E’ possibile che componenti della delegazione italiana abbiano influito in tale indicazione (ripeto, tra le tante), ma non mi sembra assolutamente fuori luogo che il Commissario agli affari esteri della UE sia indicato come possibile (improbabile) candidato. E’ comprensibile che The Guardian, coerentemente con la scelta editoriale di proporre degli scenari futuribili, abbia indicato nominativi che godono di maggiori favori da parte di coloro che, tradizionalmente, finiscono per eleggere il Segretario dell’ONU.

      • Por Quemada 4 gennaio, 2016 at 22:57

        Siamo sinceri, gli americani saranno anche stati gentili ad includere la Mogherini fra i possibili candidati, ma noi a prenderli sul serio siamo proprio ridicoli, non che servissero altre prove.

        • M.Ludi 5 gennaio, 2016 at 12:56

          C’è un articolo di un pseudo-giornale on line farlocco (uno di quelli che a voi adoratori delle scie chimiche piace un sacco), nel quale si racconta di equitalia che avrebbe pignorato il cane ad un bimbo di 7 anni e l’avrebbe fatto sopprimere: sono queste le notizie che noi prendiamo sul serio. hai ragione, non servivano assolutamente altre prove 🙂 .

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