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Domanda retorica: ma Salvini, ci è o ci fa?

Domanda retorica: ma Salvini, ci è o ci fa?

Dunque, ricapitolando: mentre Bruxelles paga un lauto stipendio mensile a Salvini, il quale si guarda bene dal presentarsi per svolgere il lavoro per il quale è pagato, lui se ne sta a Roma (ladrona) a sparare ad alzo zero contro l’Europa dei burocrati scialacquatori di denaro. Nei ritagli di tempo si è pure lambiccato il cervello per trovare il modo di blindare il patrimonio in denaro della Lega: è così che bello bello, quatto quatto, ha pensato di disitribuire il fondo cassa centrale alle varie tesorerie regionali. Scopo? Quando i Magistrati si fossero presentati alla sua porta per chiedere il rimborso dei soldi truffati da Bossi e Belsito per i loro investimenti in diamanti, ed il Trota con i suoi viaggi di studio, lui avrebbe potuto dichiarare candidamente che in cassa non ci stavano spiccioli e che, pur con sommo dispiacere, lui quei soldi non avrebbe potuto rimborsarli.

I Magistrati commossi dall’impegno profuso, per non disturbarlo nella sua quieta dimora di Roma (ladrona), hanno pensato bene di evitare tutta la manfrina e di andare a prendere i soldi direttamente laddove sapevano essere stati trasferiti, bloccando così i conti di alcune tesorerie locali della Lega, in attesa che la sentenza di condanna arrivi ai gradi successivi di giudizio e si possa effettuare il sequestro definitivo per le somme indebitamente sottratte.

Salvini, data la sua nota sensibilità alle tematiche legate al furto, ai ladri e alle ingiustizie, ha gridato al complotto politico per ostacolare la Lega, sottolineando che tutti i problemi erano da addebitare alla precedente gestione del partito (Bossi e Belsito appunto), e che quindi non lo riguardavano minimamente, aggiungendo, al colmo dello sfogo rabbioso, che non si sarebbe fatto intimidire da nessuno (?)  e che avrebbe proseguito nel suo impegno per liberare l’Italia dai ladri (e dagli extra comunitari; non c’entrano niente con il furto, ma tanto vale metterceli dentro visto che sono stabilmente nei suoi pensieri).

Dato che Lombardia e Veneto stanno per fare un Referendum per l’Autonomia, anche se ormai molte voci sono concordi nel dire che probabilmente ne verrà fuori la solita pagliacciata leghista, è lecito pensare che Salvini nelle sue affermazioni intendesse dire che dopo il referendum, in caso di vittoria e riconoscimento di questa da parte dello Stato Centrale, la Lega si sarebbe potuta ritirare nelle sue roccaforti nordiste, abbandonando l’Italia al suo destino, mentre non ci è dato sapere quale decisione verrà presa, in quel caso,  in merito alla sua perdurante assenza da Bruxelles per la quale (l’assenza, appunto) accreditiamo mensilmente circa 18.000 euro sul suo conto corrente. Probabilmente, una volta fuori dall’Italia (e dall’Europa), chiederà di poter continuare a rappresentare (almeno nel giorno in cui pagano gli stipendi) la neonata Padania come membro esterno incaricato di vigilare su quei ladroni di Bruxellles; chi meglio di un leghista tutto d’un pezzo come lui può controllare come vanno le cose?

Letta tutta la vicenda, mi è venuta una pensata di quelle sopraffine: apro un’azienda, cerco un vecchietto un po’ sciroccato con il figlio dalla faccia di carpa (per restare in tema e …..in acqua dolce) e lo metto a fare l’amministratore; gli lascio fare un mare di debiti (mentre lui nasconde i soldi), poi gli dico che si faccia da parte, che la giustizia deve fare il suo corso, ed io mi presento come il salvatore dell’Azienda invocando la mia assoluta estraneità ai fatti, non solo, ma anche che l’azienda non c’entra niente con le malefatte dello sciroccato e del figlio laureato in Beozia e che, quindi, non restituirò un euro. E i creditori? Che vadano a pigliarselo in quel posto, tanto sono tutti quanti ladroni, come Roma, come l’Italia intera.

 

 

 

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Matteo Salvini, fu giovane segretario provinciale

 

 

Domanda retorica: ma Salvini, ci è o ci fa?

 

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Salvini

 

 

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La redazione

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