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Furbetti e furbacchioni

urbetti e furbacchioni

Mercoledì scorso il Consiglio dei Ministri ha approvato i decreti attuativi della Legge 124 del 2015 di riforma della Pubblica Amministrazione (cosiddetta riforma Madia). Il contenuto più vistoso dei decreti è senza dubbio il procedimento veloce nei confronti dei pubblici dipendenti che si assentano dal lavoro dopo aver timbrato il cartellino di inizio servizio. Che il procedimento nei confronti di un pubblico dipendente infedele sia rapido e, soprattutto, con tempi certi, è sicuramente un’innovazione positiva, di cui sia i contribuenti che i dipendenti pubblici onesti possono rallegrarsi.

Quello di cui il Governo poteva fare a meno, era la solita uscita trionfalistica di sapore plebeista del Presidente del Consiglio, che, avvezzo più al frasario degli avventori di bar che a quello degli statisti, ha ritenuto di dover autocongratularsi con la frase:È finita la pacchia per i furbetti del cartellino”. Commento da evitarsi, in quanto le leggi che puniscono i pubblici impiegati scorretti esistevano già, e da sempre, e il nuovo procedimento non sarà la rivoluzione che invece viene presentata.

Furbetti e furbacchioni

A dimostrazione che si tratta di una trovata col solo scopo di soddisfare gli istinti invidiosetti e vendicativi del popolino, c’è la previsione, a carico del dipendente colpevole, del risarcimento del danno d’immagine a carico dello Stato: risarcimento che sarà commisurato dal giudice …“anche in relazione alla rilevanza del fatto per i mezzi di informazione”. Ergo, se ne ha parlato Striscia la Notizia o se si sono scatenati gli utenti di Facebook, la sanzione economica per il dipendente sarà molto più pesante.

Varrà poco rilevare che in questo modo si infligge una sanzione (e la si aggrava) anche basandosi su fatti che esulano completamente dal comportamento e dal controllo del dipendente sanzionato: questo Governo dimostra ogni giorno di più la sua profonda ignoranza dell’ABC del diritto, e purtroppo ne mena vanto.

È il caso però di ricordare che questo stesso Governo continua a rifiutare di rinnovare il contratto del pubblico impiego scaduto da sei anni (e per la parte economica, da sette), arrivando addirittura a disattendere una sentenza  della Corte Costituzionale e continuando a proporre ipotesi dilatorie e di rinnovo parziale. Ma rientra tutto nella volontà di dimostrare quell’intento punitivo della “casta dei burocrati” che oggi la plebe (e non il Popolo) pretende.

È interessante anche la tempistica dell’approvazione di questo decreto: alla vigilia di un turno di ballottaggio per i sindaci delle maggiori città italiane che si presenta molto problematico per il Pd, evidentemente c’era l’intenzione di rosicchiare qualche voto al Movimento 5 Stelle e alla destra leghista e antistatale, varando un provvedimento dal sapore grillino, e accompagnandolo con dichiarazioni strombazzate di stile assolutamente becero. Ma questo Renzi alla rincorsa di Grillo e Salvini, avrà calcolato bene il rischio della perdita di una buona quota di voti dei dipendenti pubblici?

Furbetti e furbacchioni  Furbetti e furbacchioni Furbetti e furbacchioni

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18 comments

  1. M.Ludi 21 giugno, 2016 at 09:19

    Concordo sul fatto che le modalità ed i tempi (oltre a parte dei contenuti) siano stati attentamente misurati sulla efficacia possibile (ma non, poi, verificata) sul secondo turno delle amministrative; e non è per niente una bella cosa.
    Fatta questa doverosa precisazione, vorrei però aggiungere che non è vero che questa legge non dice niente di nuovo risposto a ciò che già c’era e mi riferisco al fatto che coloro che dovrebbero controllare (i dirigenti), d’ora in avanti, se non lo faranno, saranno passibili di sanzioni ed a me pare che fosse un tassello mancante di non poco conto.
    In un Paese normale, la riprovazione sociale per certi tipi di comportamenti dovrebbe portare alla naturale denuncia ma da noi non è così; la cosa pubblica non ci appartiene ed il Governo (o il Parlamento) stanno lì dove stanno senza che nessuno ce li abbia mai messi e sarebbe l’ora, per tutti, di assumersi le proprie responsabilità.
    Il disastro dei nostri conti non dipende certamente solo dai dipendenti pubblici infedeli (a fronte dei quali, occorre sottolinearlo, ne esistono di ligi e degni di assoluto rispetto), ma è frutto della somma, su piani e con modiltà diverse, di tutta una serie di abitudini tendenti a considerare la cosa pubblica, come una sorta di terra di nessuno ove è possibile fare razzie a piacimento. Detto questo non è con una legge che si risolvono i problemi ma qualche riflessione un pò più acata credo sia utile oltrechè necessaria.
    Per quanto riguarda i contratti del pubblico impiego scaduti, penso che sarebbe urgente che il Governo ci mettesse mano (l’occasione della promulgazione della legge in questione poteva essere l’occasione, anch per principio di equità); rilevo, però che trattandosi in buona misura di aumenti salariali, questi mancano ormai da tempo, non solo per i dipendenti pubblici, ma anche per quelli privati e qui, mi pare che disparità di trattamento in atto non ve ne siano.

    • Kokab 22 giugno, 2016 at 00:53

      il dirigente pubblico, oltre alle normali responsabilità amministrative e disciplinari, che condivide con tutti gli altri dipendenti, ha una specifica responsabilità dirigenziale che lo obbliga ad utilizzare al meglio le risorse che gli vengono affidate, comprese le risorse umane, operando nel pieno rispetto dei principi di legalità, buona amministrazione e imparzialità, oltre che con criteri di efficacia, speditezza, economicità, pubblicità e trasparenza.
      il licenziamento per la violazione ai suoi obblighi, tutti i suoi obblighi, era previsto anche prima; sottolineo che le violazioni devono essere gravi e reiterare, e tali sono rimaste, per cui non mi aspetto una grande deterrenza da questa norma nei confronti dei dirigenti, i cui casi di licenziamento si contano sulle dita di una mano.
      mi restano poi da capire alcune cose, e in particolare: come faranno i giudici, al di fuori dei casi di dolo, a stabilire la colpa o la colpa grave dei dirigenti?; per quale motivo un inadeguato controllo sui cartellini dovrebbe essere più grave di un danno erariale di decine o centinaia di migliaia di euro?; per quale motivo barere sul cartellini finisce con l’essere più grave, sul piano procedimentale, di reati quali la corruzione e la concussione?.
      comunque credo che alla fine non succederà nulla, le pubbliche amministrazioni perdono quasi sempre in giudizio, sia per ragiono sostanziali, sia per ragioni formali; dovendo fare in fretta perderanno più spesso.

  2. nemo 19 giugno, 2016 at 21:53

    Se vogliamo guardare un quadro e gustarlo pienamente si devono rispettare alcune cose che normalmente nessuno di noi si sogna di fare. Il nostro solo intento è quello di guardare e, perchè no, gustare l’opera d’arte. Non sappiamo però se questa, secondo l’artista si deve guardare come tutti noi si fa in un museo, alcune sono “costruite” pe essere gustate da sotto, altre di lato, altre ancora sono sfigurate da una luce troppo diretta che esalta si i colori ma non era quella l’intenzione dell’artista. Mi direte sei fuori tema, ecco che rientro nel tema. Si parla dei dipendenti statli e di quelli che dovrebbero sovrintendere al loro lavoro, e alla giusta operativa degli uffici. Già, in che modo? In quello che nella sua ultima sentenza la Cassazione ha stabilto, ovvero la non licenziabilità per la copertura totale del famoso art. 18, o perchè il dirigente , finalmente, avrà la possibiltà di verificare se il dipendente che dovrebbe essere presente, perchè ha timbrato, lo è nella realtà solo in modo virtuale ? Lo stesso pagherà una qualche penale se non riesce a rendere operativo il suo ufficio, qualunque esso sia ? Il famoso premio di “produttività” viene distribuito , seriamente, per la produzione o, come avviene a pioggia? la stretta, si fa per dire, è dovuta non certo alle denunce dei dirigenti, ma alle prove televisive nelle quali sono caduti i soliti furbetti, ai quali viene dato il tempo di discolparsi…sic, con le prove a carico sarebbe interessante conoscere le motivazioni delle timbrature multiple, sapete facevo un favore perchè il collega aveva una paresi momentanea alla mano !!! Si, una delle mie frasi preferite è quando il rischio di morte è zero allora sei nelle condizioni di fare il quadruplo salto mortale. Se ad ogni contestazione ci si trova davanti ad una pletora di sindacatini fermamente interessati a bloccare il meccanismo, non se ne esce, avremo sempre una burocrazia pesante che non aiuta il Paese ma lo appesantisce. fermo restando sia chiaro una protezione da abusi, eventual, sempre presenti, putroppo.

  3. Genesis 18 giugno, 2016 at 16:57

    Ricordavo di aver letto l’articolo di cui al link…per i sostenitori della “mosca bianca”… Cito (non copio le parole, ma il senso) “…il suo ufficio sbriga un centinaio di pratiche all’anno…ha fatto licenziare in qualche anno 20 dipendenti furbetti…”.
    La legge Brunetta fece scalpore al tempo, ma era giusta! Si parlava di “fannulloni”…ricordo bene?
    Ora che si vuole inasprirne le procedure e velocizzarne le pratiche, non va più bene perché la nuova legge proviene da madama Madia e Sor Matteo?
    Ri-cito…”…lo 0,2% dei dipendenti pubblici subisce una verifica e lo 0,1% di questo 0,2% viene sanzionato…spesso si arriva alla cassazione e tutto finisce lì…”

    http://www.lastampa.it/2015/10/24/italia/cronache/dirigenti-complici-sanzioni-leggere-solo-tre-su-cento-perdono-il-posto-2oTGxtjqteDRG4taLLlHUM/pagina.html

    • Tigra 19 giugno, 2016 at 11:33

      A parte il fatto che si, i modi e le soluzioni di Sor Matteo & Compagnia di giro mi stanno venendo a noia, credo che il link che hai allegato dimostri troppo e troppo poco.
      Siamo nel 2015 e Pietro Ichino, non un trinarciuto comunista, chiosando sulla Legge Brunetta dice testualmente «Ma pochissimo è cambiato, perché i dirigenti pubblici non si assumono le proprie responsabilità: né sul piano disciplinare né su quello organizzativo»; è esattamente questo il punto, se non aumentano le “mosche bianche”, che personalmente sostengo senza se e senza ma, quello di Sor Matteo, che non cambia metodi e procedure, è e resterà un semplice spot elettorale, che ti puoi bere fino ad ubriacarti, ma farà licenziare meno dipendenti di quelli che manda a casa la Kranz, con meno rischi di impugnativa.
      Scommettiamo?

  4. Tigra 17 giugno, 2016 at 15:30

    Spot elettorale dei più beceri e dei più stupidi, a mio parere con un rapporto costi/benefici del tutto negativo.
    A parte questo dettaglio, considerato che ho una qualche esperienza delle materia, provo a fornire alcune personali considerazioni, per cercare di rendere più concreto il dibattito, e non discutere sempre di principi astratti.
    E’ vero che in questo paese un sacco di dipendenti pubblici usano il tempo di lavoro per farsi i fatti loro, ma per ognuno di questi c’è da sempre la copertura esplicita o implicita, e magari anche la connivenza, del dirigente di riferimento, è matematico, se non fosse così nessuno scantonerebbe.
    Non servono leggi speciali per colpire questo malcostume, basta applicare quelle esistenti cosa che nessuno fa mai, a parte, a quanto mi consta, una sola persona, si chiama Sylvia Kranz e ha licenziato decine di dipendenti pubblici senza perdere mai una causa, l’unica in Italia che non le perde, e per questo è assurta agli onori della cronaca; la cosa del tutto paradossale è che è pure renziana, succede che i dirigenti pubblici abbiano una identità politica, e la signora l’ha dichiarata candidandosi ad una qualche carica pubblica.
    Sarebbe stato semplice per il Presidente del Consiglio e per la sua impavida Ministra madonnata chiedere come si fa, ma evidentemente hanno preferito la grancassa di un provvedimento stupido e scarsamente utile, oltre che, come spesso succede, viziato da analfabetismo giuridico di fondo (che la sanzione debba essere proporzionale al riscontro mediatico dell’episodio è una sciocchezza che fa persino più ridere che piangere).
    Infine due domande.
    Se il problema è la connivenza fra impiegato lazzarone e dirigente lazzarone al quadrato, come è possibile che la minaccia di licenziamento anche per il secondo, già chiaramente possibile anche prima della nuova norma, possa essere un deterrente?
    Come mai non si rende veramente obbligatoria, e senza nessun margine di discrezionalità, l’azione risarcitoria nei confronti di quei dirigenti che perdono annualmente centinaia di cause di lavoro (e non per timbrature taroccate) determinate dalla loro connivenza (dei dirigenti) con una massa di politici incapaci che pretendono una gestione del personale basata su criteri di clientela da basso impero?
    Sia chiaro, barare sul cartellino è una cosa moralmente ignobile, ma per impedirla, in tre mesi o in tre giorni, non serviva la Marianna, bastava Sylvia Kranz, che sarà indispensabile anche domani, se no non si caverà un ragno dal buco, con buona pace dei proclami sguaiati sulla risonanza mediatica della violazione, che resterà sui manuali di diritto alla stregua di una barzelletta sui carabinieri.

    • Genesis 18 giugno, 2016 at 09:05

      …forse perché effettivamente le cause vinte dalla romagnola Sylvia sono realmente poche?…perchè molte ancora in essere?
      …forse perché di cause in Italia ce ne sono così tante che…
      …forse perché di Sylvia Kranz in Italia ce ne sono poche e i vari dirigenti hanno paura della loro vita (e delle famiglie)?
      …forse perché la connivenza è generalizzata, cioè anche il collega stretto del trasgressore sta zitto, perché è sempre stato così?
      …forse perché più che truffaldino, l’atto, sembra furbesco e in Italia i furbi vengono premiati?

      Vedi Tigra, se c’è un dibattito in corso, credo, ognuno può dire la sua, anche se l’esperienza in quel determinato campo non l’ha…ogni spunto, ogni opinione, ogni idea, ogni reazione è utile per potersi fare un’idea.
      Poi è evidente che i nostri dibattiti, finché rimarranno chiusi, non serviranno a nulla se non, magari, all’arrabbiatura di turno con Genesis o altri…però…
      Rimanendo nei concetti e principi astratti, credo di poter affermare che, ciò è sancito dalla nostra Costituzione è effettivamente così: astratto! L’uguaglianza, la libertà di parola, di scrittura ecc, sono concetti astratti, ma concreti nello stesso tempo.
      Poi vedetela come volete, più in qua o più in là della cortina di ferro.

      • Jair 18 giugno, 2016 at 09:54

        Alcune delle risposte che dai sono condivisibili. Indubbiamente, finchè sono i colleghi a dover (eventualmente) denunciare e processare (amministrativamente) i colleghi, è inevitabile che i procedimenti siano viziati dai rapporti di amicizia o inimicizia che esistono tra persone che lavorano a stretto contatto. Per essere chiari, i procedimenti disciplinari all’interno delle pubbliche amministrazioni sono totalmente inaffidabili e lasciati all’arbitrio che nasce da tutte le situazioni interpersonali di conflitto, di troppa amicizia o di interesse. La dimostrazione di ciò sta proprio nel fatto che solo se intervengono le Iene o Striscia la Notizia o altre simili “autorità” mediatiche. opportunamente imbeccate da qualche delatore, vengono alla luce certe situazioni incresciose.
        Invece di aggiungere una nuova legge strombazzata e farlocca che non risolve minimamente questi problemi, e avrà poca o nssuna applicazione, la soluzione da adottare sarebbe proprio quella indicata da Tigra: creare una sorta di ufficio di “pubblico ministero” assolutamente terzo rispetto alle persone coinvolte, proprio come sta facendo l’ufficio di Sylvia Kranz. Che standosene in solitudine a Lugo di Romagna (e proprio per questo!), sta però ricevendo incarichi da amministrazioni pubbliche da tutta Italia (credo che ormai siano un centinaio) e può indagare e perseguire (con successo) gli impiegati infedeli senza lasciarsi influenzare dalle pressioni dei politici locali o dei superiori o dei colleghi delle persone perseguite.

      • Tigra 18 giugno, 2016 at 15:42

        Non mi pare che le cause vinte dalla Kranz siano così poche, sia in senso assoluto, sia in relazione alla percentuale dei successi, nella generalità degli altri casi valutate con percentuali da prefisso telefonico; quanto alla lunghezza dei procedimenti, fermo restando che in Italia le cause di lavoro sono normalmente le più celeri, questa dipende dalla cronica mancanza di organico degli uffici giudiziari.
        Vero che di Kranz in Italia ce ne sono poche, ma ti assicuro che la paura dei dirigenti è legata a semplici questioni di carriera e di retribuzione, nessuno di loro ha mai rischiato la vita per un procedimento disciplinare.
        Certo che la connivenza è generalizzata, dipende dall’impunità, che a sua volta dipende dalla complicità, è un serpente che si morde la coda, e credo che Jair abbia anche spiegato come tagliare la testa, o la coda, al serpente.
        Certo che i furbi vengono premiati, dipende dalla scarsa etica pubblica e da un senso dello stato praticamente inesistente, che potrà nascere con tante Signore Kranz, e non con minacce che sembrano quelle di un bullo da bar e che nessuno prende sul serio.
        Vedi Genesis, dopo mani pulite quasi tutti hanno pensato che sarebbe finita la corruzione, passati oltre 20 anni scopriamo che ce n’è di più, e che è pure peggiore, nel senso che oggi non si ruba più per il partito, magari trattenendosi gli spiccioli, ma essenzialmente per sè stessi; e allora?
        Quanto alla maggiore o minore conoscenza dell’argomento del dibattito, credo di poterti tranquillizzare, io spesso parlo (o se vuoi straparlo) di cose che conosco poco, e non ho mai pensato di dovermi zittire per questo, di certo non lo pretendo da altri.

    • Jair 17 giugno, 2016 at 09:15

      legge superflua e a solo scopo propagandistico: ora qualcuno si aspetta che tutto d’un tratto gli impiegati pubblici diventino iperproduttivi? Gi onesti continueranno a lavorare onestamente, i disonesti troveranno mille nuovi sistemi per non farsi beccare. Voi continuate pure a credere alle favole.

      • Genesis 17 giugno, 2016 at 11:14

        Credo di aver letto e sentito che (sperando di non essere smentito) l’eventuale “trasgressore” non sarebbe l’unico ad essere indagato, bensì anche il suo responsabile, fin anche al dirigente.
        Credo che, a questo punto, la favola sia a lieto fine….

  5. Remo Inzetta 17 giugno, 2016 at 00:30

    Su Gennaro Olivieri, un po’ di senso della misura, pur di mettere in croce Renzi sei disposto a polemizzare su una legge sacrosanta che punisce quei mascalzoni che abbiamo visto timbrare il cartellino in mutande per poi andare al mare.
    E poi scusa, che predica sarebbe, se Renzi rischia di perdere più voti di quelli che guadagna, non vuol dire secondo te che ha proposto una norma perchè è giusta, e non per un interesse personale?

    • Tigra 17 giugno, 2016 at 16:15

      Tu sempre in Bulgaria stai..; ogni tanto sbaglia anche Renzi, lui pensava di guadagnare voti, mica di perderne, se no avrebbe trovato altri tempi ed altri modi, non è difficile da capire, prova a pensarci bene.

      • Remo Inzetta 17 giugno, 2016 at 20:16

        Guarda, la Bulgaria era un noto covo di bolscevichi fedeli alla lina del partito comunista sovietico, penso che ti ci saresti trovata benissimo.
        Quanto ai conti di Renzi, vedremo se gli italiani disprezzeranno il fatto di licenziare in fretta un po’ di fannulloni, io dico di no.

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