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È già finita l’era dell’ottimismo

È già finita l’era dell’ottimismo

Su una cosa Matto Renzi ha ragione: il voto che ha severamente punito il PD alle amministrative non è un voto di protesta, nel senso che hanno avuto scarso peso i sentimenti antieuropei e beceramente antiimmigrati. Lo dimostra il fatto che Salvini, dopo mesi di affannosa campagna gridata su e giù per l’Italia, esce pesantemente sconfitto anche in molte delle sue roccaforti del Nord, e precocemente ridimensionato nei suoi disegni di diventare il leader del centrodestra.
Il voto è stato chiaramente politico, e anche se Renzi non può esplicitarlo, è ben cosciente che il bersaglio che gli elettori hanno voluto impallinare è lui. Dopo soli due anni dal trionfo del Pd alle europee del 2014, l’elettorato dimostra di non credere più alla narrazione renziana di un Paese pieno di voglia di fare e ormai in uscita dalla peggiore crisi del dopoguerra. Il risultato clamoroso di Torino, in cui viene sconfitto un sindaco che ha amministrato bene ed è riconosciuto da chiunque come un galantuomo, e i tonfi di Roma e Napoli, diciamo la verità, previsti ma inaspettati nelle dimensioni catastrofiche , indicano che non si tratta di protesta generica e viscerale, ma dell’espressione di un dissenso contro un pensiero e una politica lontanissimi dalla realtà vissuta da un ceto medio impoverito ormai cronicamente e dai ceti inferiori sempre più emarginati e abbandonati a sè stessi.

 

Non a caso, a Milano il vincente Beppe Sala ha trascorso le due settimane di campagna pre-ballottaggio a prendere distanze dallo storytelling renziano, arrivando a un’ammissione abbastanza clamorosa su un punto fondamentale: non è vero che con il Governo Renzi le tasse siano diminuite, anzi, le tasse locali, cresciute a dismisura negli ultimi anni per far fronte ai tagli operati dall’amministrazione centrale, hanno comportato per il cittadino un notevole e continuo aumento del carico fiscale complessivo.    E’ già finita l’era dell’ottimismo
L’impostazione leaderistica data da Renzi al PD appare oggi un problema secondario, così come la riconsiderazione del ruolo di alcuni personaggi che oggi ricoprono incarichi importanti sia nel Governo che nel partito. Si tratta di tornare a dare attenzione e risposte ai problemi di quella vastissima parte di popolazione che è in sofferenza. Come giustamente dice Piero Fassino (a Repubblica e altri): “possiamo impegnarci nell’innovazione e nel controllo dei costi, ma a tutti i pensionati al minimo con figli 40-50enni disoccupati, cosa proponiamo, che risposte diamo?”

 

Il cambio radicale di linea politica appare necessario al PD tanto più che già oggi appare chiaro quale sarà l’effetto perverso ma inevitabile dell’Italicum: al ballottaggio, gli sconfitti del primo turno faranno fronte comune, anche non dichiarandolo ufficialmente, contro il vincitore, e riusciranno a batterlo. Da questa trappola il PD non riuscirà a a uscire se non recupera tutto il consenso degli elettori di sinistra e se non riesce a riportare alle urne gran parte delle persone sfiduciate che esprimono il loro disagio con l’astensione.      E’ già finita l’era dell’ottimismo

 

E’ già finita l’era dell’ottimismo

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8 comments

  1. M.Ludi 23 giugno, 2016 at 11:07

    Non me ne voglia Gennaro ma ciò che manca a tutti coloro che si addentrano nell’analisi della situazione italiana è una robusta dose di obiettività: si leggono i risultati deludenti del PD in chiave soggettiva, cioè, Renzi ha perso, di volta in volta, perché non è stato abbastanza di sinistra non andando incontro alle istanze dei ceti più deboli, oppure, perché non ha avuto il coraggio di portare la rottamazione sino in fondo (l’ha forse fatto ai vertici del partito ma non nelle periferie dello stesso), infine perché non ha saputo dare slancio all’economia. Non vedo un trait d’union tra tutte queste istanze e, anzi, credo che alcune siano in aperta contraddizione l’una con l’altra. Analogamente non vedo come un PD spostato più a sinistra avrebbe potuto contrastare l’avanzata del M5S che, probabilmente si è avvantaggiato con l’apporto di parte dell’elettorato di sinistra, ma sicuramente ha vinto con il robusto appoggio di una parte consistente degli elettori che vedono la sinistra come il fumo negli occhi ed il PD (chiunque lo guidi) il Partito da abbattere, prima ancora che battere.
    La questione non è di poco conto perché individuare una causa sbagliata della malattia, non può che aggravarne le conseguenze e temo che il punto non sia per niente quello sottolineato nel post.
    Ci sono due esigenze sentite in maniera molto forte in una parte consistente del Paese: quella di una ripresa economica (a livello familiare, non nei grandi numeri) e quella di un cambiamento di facce. C’è una terza esigenza che è quella di onestà che però, lo si sa bene, in Italia ormai ognuno declina a modo suo (i disonesti sono sempre gli altri) giustificando comportamenti altrove ritenuti deplorevoli (perché così fan tutti) e puntando il dito nei confronti di chi, banalmente, è solamente più furbo o ricco di noi; banalmente il M5S le incarna tutte (si vedrà fin quando dura, ma per ora è così) ed il PD no; se vuoi dire che tutto questo è colpa solo di Renzi ed eliminato lui, abbiamo risolto il problema, prego: io non credo che le cose stiano in questo modo (ma, naturalmente, posso sbagliarmi).
    In un Paese come il nostro, la semplificazione dei problemi è indice di scarsa comprensione degli stessi e credo che contro questa amara verità finiremo per scontrarci continuamente in futuro; lo si vedrà anche al Referendum di ottobre.

    • Kokab 23 giugno, 2016 at 19:54

      domanda, renzi ha perso o no? lui dice di si in modo deciso, per cui vale forsa le pena di credergli, a prescindere dal fatto che si giudichi positivamente o negativamente la cosa.
      e i voti dove li ha persi, a destra o a sinistra? alle ultime europee, quelle del 41%, con una percentuale di votanti vicina al 60%, Renzi ha preso molti voti di sinistra, lo rissa non era ancora al calor bianco e la lista tsipras è stata un mezzo fallimento, e anche un po’ di voti di destra; dopo, con percentuali di votanti inferiori, di voti di sinistra ne ha presi sempre di meno, e a destra non ha sfondato per niente.
      ciò naturalmente non significa che spostandosi più a sinistra ne prenderebbe, personalmente penso che non li prenderà mai più neanche se si esibisse cantando bandiera rossa e con il santino di lenin appuntato alla giacca, e se anche li prendesse non sarebbero probabimente sufficienti a vincere le elezioni con l’italicum.
      quanto al voto moderato e a quello delle periferie non lo intercetta perchè la crisi morde ancora troppo ferocemente, e perchè la gente ha capito che la sua narrazione della società è sostanzialmente una balla, che l’economia non va e non presenta alcun segno di ripresa, a dispetto delle sue riforme. giustamente aggiungerei, ma questo è un altro discorso.
      se così non fosse, gli altri due aspetti che evidenzi, il rinnovamento e l’onestà, scolorirebbero in fretta a problemi minori.
      vedi ludi, tu cerchi una soluzione all’interrogativo che ha creato renzi, al paese più che alla sinistra, quando ha perso il voto tradizionale del pd, io penso che non ci sia, e bene che gli vada arriverà alla fine della legislatura, dopo di che game over.
      il mio peraltro non è neppure un parere originale, si sta ormai allargando ad un numero sempre maggiore di opinionisti, per il niente che può valere la cosa…

      • M.Ludi 23 giugno, 2016 at 21:14

        Mi sembra che l’unico a prestare fede a ciò che dice Renzi sia tu e non io; apprezzo la decisione con cui esprimi convinzioni che, credo, assai azzardate, non tanto rispetto alla sorte di Renzi, della quale veramente poco me ne cala, ma del processo che Renzi ha messo in moto e del quale, ritengo, ci fosse grande bisogno.

        • Kokab 24 giugno, 2016 at 08:05

          sai, i processi iniziano, si svolgono e si concludono, e alla fine la conclusione ci dirà se sono stati positivi o negativi.
          della rottamazione della vecchia classe dirigente del pd c’era sicuramente bisogno, ma se poi la sostituisci con una più scadente ti ritrovi con una toppa che è peggiore del buco; di riforme c’era bisogno, ma se non risolvono la crisi del sistema, e anzi la peggiorano, non vedo motivo di rallegrarsene.
          ad oggi i risultati più significtivi, a pescindere dalla crisi drammatica della sinistra, a me paiono il dilagare dell’antipolitica, e la crescita della disaffezione al voto.
          è tutta colpa di renzi? naturalmente no, non tutta…

  2. Por Quemada 22 giugno, 2016 at 09:39

    Ma scusa Gennaro Olivieri, tu veramente credi che basti un cambio di linea politica per aggiustare le cose?
    In politica il vuoto non esiste, e siamo noi quelli che hanno riempito lo spazio che voi avete abbandonato correndo dietro alla favole del ragazzotto rignanese, non penserai mica che ci ritiriamo in buon ordine?

      • Por Quemada 22 giugno, 2016 at 14:50

        Guerra civile?
        Sarà quella che Renzi fa alla sinistra del suo partito e ai milioni di disoccupti italiani.
        Noi stiamo vincendo delle elezioni e ci candidiamo per governare, voi ne state perdendo.
        Se mi permetti la citazione, ne hanno fatte anche sotto,”è la democrazia bellezza”, non la guerra civile.

  3. Tigra 22 giugno, 2016 at 09:20

    “E’ l’economia, stupido”, diceva Bill Clinton a George Bush per vincere la sua prima elezione presidenziale, e lo slogan è rimasto negli annali della politica.
    Che Renzi non abbia capito quanta sostanza fosse contenuta in queste parole mi pare evidente; sul piano della politica economica non ha fatto praticamente nulla, salvo la norma sugli 80 euro, che era demagogia populistica allo stato puro, l’abolizione dell’articolo 18, semplice ideologia, e il Job act, che ha già dimostrato la sua inefficacia, perchè la crisi è esattamente uguale a prima e i dati sulla disoccupazione restano drammatici.
    In compenso ha passato due anni per produrre riforme che, buone o cattive che siano, penso più la seconda, non danno da mangiare a nessuno, con chi se la dovrebbero prendere i cittadini, con Grillo?
    Poi magari gli altri avrebbero fatto peggio, ma questa è una considerazione che nell’urna non vale mai niente, e qualunque politico accorto dovrebbe saperlo.
    E’ molto probabile che avremo presto la possibilità di vedere gli altri alla prova, e credo che appunto faranno pure peggio, ma mi sembra una ben magra consolazione.
    Alla fine la spiegazione è semplice, raccontare balle alla gente in un periodo di crisi è politicamente un suicidio, ti beccano subito…

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