la società

La discussione (modus in rebus)

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Premessa

Può capitare che, mentre mangi un gelato, aspetti finalmente di addormentarti, o addirittura stai ascoltando qualcuno, passi di lì un’idea. Di solito la lasciamo andare, libera ed extra-vagante…
Ma a volte, altre volte, ce ne infatuiamo. Pare sia diventata qualcosa di importante nel nostro modo di essere. E proprio perché questa infatuazione può essere scambiata per amore, è possibile entrare nella follia che “noi siamo quell’idea”.
Ci viene in aiuto, non sempre, la paura. La paura di essere diventati ridicoli, di prenderci troppo sul serio. E allo stesso tempo non vogliamo essere cinici.
Voglio sottoporvi la trascrizione di un dialogo che ho ascoltato alcune sere fa. Penso abbia a che fare con l’argomento.

 

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A- Sono convinto che sia importante rivivere le situazioni. È come riguardare la stessa cosa da un altro punto di vista, vederne sfaccettature diverse. Arricchisce il nostro modo di pensare. Certo non ci dà la certezza, né su quello che abbiamo pensato prima, né su ciò che pensiamo adesso, né sulla sintesi. Tuttavia, al momento, senza che niente la confuti, questa è una mia opinione ferma.

B- Tu sei troppo legato al passato, non vivi il presente, sei fermo!

A- Ahahahah… Guarda che tutto il mio discorso è fatto per essere contraddetto. Volevo la tua opinione rispetto alle difficoltà di interpretare e alla necessità di agire.

B- Non riesco a seguirti. Io sono di un’opinione diversa. Bisogna vivere l’attimo, lo spirito dei tempi. E ricordati che la mia opinione vale quanto la tua.

A- Metodologicamente è certo che la tua opinione valga quanto la mia, ma proprio perché valutiamo una situazione, stiamo dando un valore a ciò che diciamo. Se il valore delle opinioni fosse identico, dal punto di vista sostanziale rifiuteremmo il dibattito, la discussione. Se diamo lo stesso valore a tutte le opinioni, non c’è più la scelta argomentata. Non ci sarebbe nemmeno relazione tra di noi.

B- Ah, ma allora, se uno non la pensa come te, non si può parlare…

A- Ecco… Benissimo… Ci siamo capiti!

 

 

La discussione (modus in rebus)

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7 comments

  1. andrea contarini 24 agosto, 2016 at 21:41

    La differenza delle nostre opinioni (quindi non sto parlando di certezze) non sta nell’importanza che si da’ al dubbio. Non concordiamo sull’equipollenza delle diverse analisi.

  2. M.Ludi 21 agosto, 2016 at 22:58

    «..che la nostra ragione non può assolutamente trovare il vero se non dubitando; ella si allontana dal vero ogni volta che giudica con certezza; e non solo il dubbio giova a scoprire il vero, (…) ma il vero consiste essenzialmente nel dubbio, e chi dubita sa, e sa il più che si possa sapere.» (da ” Zibaldone di Pensieri” di Giacomo Leopardi, 8 settembre 1821). E chi sono io per aggiungere altro?

    • Tigra 22 agosto, 2016 at 09:41

      Che il dubbio faccia bene al sapere è vero, ma nonostante l’autorevolezza della fonte non sarei incline a credere che il metodo della ricerca debba completamente sostituire l’oggetto della conoscenza; la ricerca del sapere da qualche parte porta, non credo che si occupi solo di sè stessa.

      • M.Ludi 23 agosto, 2016 at 19:26

        L’applicazione di un metodo che metta sempre in discussione gli esiti di una ricerca è stato il motore principale della ricerca stessa; di norma chi è pieno di certezze è solo autoreferenziale.

  3. Kokab 16 agosto, 2016 at 22:22

    non so se si può commentare in modo sintetico, ci provo.
    condivido il fatto che la rivisitazione, anche se arricchisce, non sia definitiva, e che non possa dare certezze.
    condivido anche il fatto che il valore delle opinioni non può essere identico, e credo che la profondità della valutazione, che determina la scelta argomentata, sia decisiva nell’attribuire loro il valore.
    il vantaggio di questa impostazione è che non siamo in realtà costretti ad accettare l’identico valore delle opinioni, che può essere metodologicamente corretto, ma che è sostanzialmente e realmente improponibile, lo svantaggio è che bisogna stare molto attenti a sfuggire al rischio dell’autoreferenzialità del valore, cosa non scontata.
    quanto alla difficoltà dell’interpretare, e alla necessità dell’agire, si potrebbero anche ribaltare i termini della questione, ottenendo con ciò la necessità dell’interpretare e la difficoltà dell’agire, che può essere un diverso approccio allo stesso problema.
    infine una notazione a latere, al timore di essere cinici si può facilmente sfuggire…

  4. Remo Inzetta 14 agosto, 2016 at 09:57

    Mi verrebbe da dire che l’autore ha voluto essere ermetico, fino al punto di rischiare di essere frainteso.
    Io diffido di chi sostiene che il valore delle opinioni non è identico, perchè poi, di solito, l’opinione giusta è la sua.
    Ma chi lo dovrebbe decidere, e chi lo dovrebbe dire? Temo che sia sempre lui, quello che ha deciso del valore della sua opinione, e poi la impone.
    Secondo me non se ne esce, bisogna essere un po’ più umili e tolleranti, ci sono sempre molte idee, su qualunque tema, che possono essere buone.
    Se poi ho capito male, l’autore ce lo spiegherà.

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