A ogni tornata di primarie, ancor più per le elezioni amministrative che per quelle politiche, aumentano le polemiche, i sospetti e le critiche a questo metodo di scelta dei candidati. Non si può negare che in buona parte d’Italia le primarie abbiano dato prova di essere uno strumento poco trasparente e molto manipolabile, tanto da far rimpiangere i tempi in cui le candidature venivano decise nelle segreterie dei partiti o dai potentati locali.

 

È inevitabile che le ripetute brutte figure colpiscano prima di tutto il PD, che è il partito che prima di tutti e più di tutti volle e utilizzò questa forma di consultazione. È anche logico che spetti prima di tutto al PD cercare di risolvere le magagne che stanno portando il sistema delle primarie a una precoce perdita di significato e di credibilità. Una analisi onesta non può prescindere dalla considerazione che le primarie hanno dato dimostrazione di funzionare accettabilmente e regolarmente nella scelta dei candidati premier, passabilmente nelle scelta dei candidati alle elezioni politiche, e disastrosamente male nei casi delle primarie per le elezioni amministrative.

 

Ma anche per quanto riguarda le primarie per i sindaci, è necessario prendere atto che esse funzionano in quella parte di Italia che funziona nelle strutture pubbliche, nella tenuta del tessuto sociale e nella convivenza civile. Non funzionano per nulla invece in quelle città dove niente funziona, e dove i diritti vengono intesi come favori concessi graziosamente dal notabile locale. E questo è un dato di fatto che si ripercuote immediatamente sulla stessa qualità dei candidati. A Roma e a Napoli i cittadini che hanno partecipato alle primarie hanno dovuto scegliere tra candidati di bassissimo profilo e qualche fantasma del passato.

 

 

Ora, è difficile che soluzioni solo a livello tecnico (riservare la partecipazione agli iscritti, istituire albi ufficiali di elettori) possano guarire la politica in quelle realtà dove la buona politica è morta. Dove la situazione è così compromessa, l’abitudine al pasticcio e al broglio conduce anche coloro che dovrebbero riformare e ripulire, a giocare con le stesse armi vietate: esempio eclatante e inusitato di broglio generale.. a fin di bene, è la comparsa di 3700 schede bianche e nulle alle primarie romane, numero assolutamente inverosimile che ha gonfiato il totale dei votanti, evitando che il flop di affluenza diventasse un superflop. Chiunque sia il genio che ha avuto l’idea dei pacchi di schede bianche, e chi ha avallato questa trovata, non si è reso conto di aver dato un colpo mortale alla credibilità dell’istituto primarie.

 

Probabilmente, l’unica via d’uscita sta nella desacralizzazione delle primarie e nella loro riduzione a semplice indicazione non vincolante, che deve essere accompagnata e valutata da discussioni vere e serie, nelle tradizionali sedi di partito o autoconvocate in altri luoghi. Diversamente, rassegniamoci a consultazioni dove non esiste legalità, seguite da ricorsi e controricorsi giudicati da organismi di partito che a loro volta non danno certezza di imparzialità. Accettando che da votazioni così così escano candidati, e poi sindaci, così così.

 

 

 

Miserie e primarie

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10 comments

  1. Dario Morgante 17 marzo, 2016 at 21:00

    È inutile chiedersi chi sia il genio che ha taroccato le schede bianche a Roma, in modo da gonfiare l’affluenza. Il soggetto in questione è il buffo presidente del PD (il presidente, pensa un po’!), tal Morfini, pasciuto nella grassa mangiatoia del Pd romano, e mai accortosi di nulla (a suo dire), da Mafia Capitale alle faide fratricide tra “compagni”. Questo genio politico, nominato (autonominatosi?) commissario del Pd romano passa le giornate tra la playstation e twitter, dove più che riformare i circoli del Pd infiltrati dalla mafia (infiltrati?) trova utile spalare fango sul M5s, unica opposizione che questo paese di Pulcinella ha visto nella sua storia recente.
    Al Pd si era detto che le primarie a Roma sarebbero state un parziale successo se si fosse arrivati a 60mila elettori, e sotto i 50 una testa a caso, quella di Morfini sarebbe rotolata nella polvere. Il terrore dell’omuncolo, un tempo giovane turco, ha portato alla “leggerezza”: i votanti non sono stati 43 mila, ma 47mila, anzi forse 48, quasi 50.
    Se poi si volesse entrare nel merito, mi piacerebbe che il vincitore delle primarie, Giochetti, confermasse la sua volontà di amministrare Roma dimettendosi da parlamentare — come peraltro fatto da Birra Moretti in Veneto, su ordine di Renzie. Ma ovviamente Giochetti la poltrona non la molla.

    • Kokab 18 marzo, 2016 at 11:10

      benvenuto fra noi caro dario morgante, è sempre un piacere trovare qualcuno del movimento 5 stelle che accetta il confronto e discute, anche con asprezza, con chi la pensa diversamente.
      non so se il pasticcio delle primarie romane è colpa di orfini o di qualcun altro, ma non mi sembra faccia una gran differenza, perchè è stato in ogni caso un episodio imbarazzante che certo non fa onore al pd, come peraltro è stata imperdonabile la deriva del partito romano verso mafia capitale; proprio perchè accetto le critiche a 360°, mi prendo la libertà di farti qualche domanda
      prima questione, come è possibile accettare il meccanismo di selezione della classe dirigente a 5 stelle con opache votazioni on line alle quali partecipano mediamente 4 gatti, considerando ciò un esempio di democrazia diretta, come se poi questa fosse un buon sistema di gestione della cosa pubblica?
      secondo problema, come si può accettare che due persone, ma forse una sola, abbiano il potere di controllare l’attività, le scelte e anche la posta di chi ricopre incarichi istituzionali, e addirittura considerare normale questa prassi aberrante?
      terza ed ultima domanda, come si può vedere la trave nell’occhio dell’avversario e non vedere mai l’albero intero nel proprio? come è possibile pensare di avere sempre ragione e presumere che gli altri abbiano sempre torto? come si può pensare di essere gli unici depositari di principi morali cristallini, e poi subire la diaspora continua di chi per ogni manifestazione di normale dissenso, perchè anche di questo è fatta la politica, viene aggredito, insolentito e dileggiato? non vi fa un po’ paura il pensiero unico, violento e aggressivo della coppia grillo & casaleggio?

      magari farsi qualche domanda sulla propria parte non sarebbe del tutto sbagliato…

  2. nemo 12 marzo, 2016 at 08:58

    Cari amici, Tigra e Jair, vi rispondo con questo intervento unico, per evitare ripetizioni. Veniamo alla prima, avrete notato che oltre all’accenno, inteso come argomento, io non mi affaccio mai sul cortile degli altri, essi, o loro, fanno quello che vogliono e secondo le loro scelte, quindi non mi interessa fare le pulci alle varie comunarie o gazzebarie, non mi interessa, o almeno fino a quando dall’alto della loro, presunta, perfezione si intestano una professione che non gli può appartenere, mi riferisco a quella dell’insegnamento. In sintesi i professori se ne stiano a casa loro. Si Tigra, si Jair, così come sono, gestite, sia chiaro, le primarie non vanno bene. Non riconoscerlo sarebbe da stupidi e ciechi, così come sono hanno dato prova, dove ce ne fosse stato, ancora il bisogno, di quanto è debole il nostro senso civico. Una qualità che da rappresentanti del popolo ti aspetti sia ferrea la trovi invece ai minimi storici. Ma, il punto è, dobbiamo , come detto, gettare l’acqua con il bambino o salvare , almeno il bambino? Sarei per la seconda soluzione, per la prima chi lo vorrà potra’, semplicemente optare per la non partecipazione, e questa determinerà la fine di un tentativo, per me ottimo.
    Quando si decise il suffragio universale, lo ricorderete, la partecipazione era da percentuali bulgare, oggi siamo a, circa , il 50% degli aventi diritto, cosa signifca questo se non una disaffezione nelle proposte, in genere, della politica, la quale si è , nel tempo, resa sempre più irrangiugibile ? Oggi, e non a caso, viene definita casta ! Si, sono andato fuori tema, perdonate, con i limiti suddetti con le difficoltà che sappiamo pero’, ammettiamolo, sono questi gli unici momenti che a noi viene chiesto un parere che non sia il semplice voto. La disgraziata legge, porcellum, ha evidenziato la distanza che c’è tra noi, il cosidetto popolo sovrano, e coloro che ci rappresentano, con i quali a volte dissentiamo per cio’ che fanno ma ai quali abbiamo dato il nostro consenso. C’è modo di uscire da questo ? Non credo, nessun sistema è perfetto ! Nelle primarie, e chiudo, i candidati sono coloro che, gruppi o associazioni, o addirittura singoli, decidono di sottoporre ai cittadini il loro nome, sulla validità degli stessi non possiamo discutere vi sono stati esempi positivi, Milano, ed esempi negativi, Roma, Il bambino è salvo o lo gettiamo con l’acqua sporca ? La mia opinione e’ stata appena scritta. Grazie per la vostra attenzione.

  3. nemo 10 marzo, 2016 at 09:30

    Desacralizzare le primarie. Davvero non capisco Gennaro, cosa significa ? le primarie, quelle serie e magari anche taroccate, ovvero quelle che i cittadini si recano ai seggi e versano un misero contributo non hanno bisogno d’essere desacralizzate, sono un fatto, o se preferisci, una forma , forse arcaica di partecipazione. Fino ad ora maldestramente copiata, quando lo è stato!! Che poi vi sia il bisogno di rendere questa consultazione impermeabile al, solito, malvezzo inquinante che pare faccia parte della nostra natura è altra cosa, gettare il bambino con l’acqua sporca non è un buon esercizio. I candidati mi pare, ed accetto la correzione del caso, mi pare che vi sia un candidato ufficiale ma che si trovano anche candidati di diversa estrazione, che poi il loro livello sia opinabile è una tua valutazione sulla quale non entro, per ovvie ragioni. Certo, per qualcuno è preferibile la scelta attraverso un non ben controllato sistema di votazione web, altri invece si affidano alle scelte dl capo supremo, ma, il punto è meglio questo tipo di scelte o quello proposto dal PD ? La scelta è valida in un caso o nell’altro ? Dissacriamo l’una o sacralizziamo l’altra ? Forse era meglio quando le scelte venivano fatte dalla segreteria o, come ora, sono avallate dai cittadini ? Se , poi, ci soffermiamo sulla partecipazione diamo una occhiata, sulla stessa, al livello di partecipazione degli iscritti alle liste grilline e quanti di costoro hanno partecipato alla scelta. Allora per favore, critica si, è salutare, ma di quella che porta indicazioni, magari consigli, non certo di quella che ci invita a desacralizzare, perchè qualunque sia la forma di partecipazione dei cittadini è già di per se una cosa sacra.

    • Jair 10 marzo, 2016 at 10:36

      Mi sembra, caro Nemo, che tu ti tenga molto sul teorico e sia legato a un’immagine un po’ edulcorata delle primarie. O, per dire meglio, parli delle primarie così come dovrebbero essere ma non di come sono in realtà. Così come vengono utilizzate, le primarie sono solo in apparenza un’espressione delle libere preferenze degli elettori o dei simpatizzanti del centrosinistra, che, va riconosciuto, è l’unico schieramento che ci crede e le utilizza sempre. Ma non si può fare finta che le primarie, così come le abbiamo viste fino ad oggi, abbiano dato sempre e ovunque buoni frutti. Anzi, in questi anni si sono visti solo i guasti e i limiti di questo strumento, tanto più insopportabili proprio perchè si è visto di tutto, tranne la trasparenza che le primarie avrebbero dovuto portare. Non c’è bisogno che faccia l’elenco di tutte le magagne e di tutte le scorrettezze si ogni tipo: è evidente che, così come sono organizzate adesso, fanno acqua da tute le parti e riescono solo ad assicurare la vittoria a quei candidati che dispongono di sufficienti truppe cammellate, reclutate spesso in ambienti che con gli elettori di centrosinistra non hanno niente a che vedere. Non ho soluzioni da offrire, mi limito ad osservare che lo spettacolo delle primarie è uno sfacelo in gran parte d’Italia e, a questo punto, è un sistema che si è autoscreditato. Forse la cosa migliore è che chiunque si senta di candidarsi, si candidi presentando una propria lista alle elezioni vere, ma che ci venga risparmiata questa indecorosa celebrazione della finta trasparenza.

    • Tigra 10 marzo, 2016 at 22:50

      Succede che ci siano problemi senza soluzione. Le primarie hanno consentito di mettere in discussione il meccanismo sclerotizzato della politica italiana, solo a sinistra per la verità, e hanno contribuito a cambiare, anche in meglio, la politica italiana, ma oggi non funzionano più, e non ci possiamo consolare con le schifezze della Casaleggio & Associati, che sono una cosa contemporaneamente contro il buon gusto e contro il buon senso, perchè il paragone è del tutto squalificante.
      Di fronte alle varie figuracce che si sono fatte in questa e nelle precedenti tornate, figuracce che fanno male alla sinistra e bene alla destra, è poi così importante dire che gli altri sono peggio?
      A me proprio non pare, anche perchè il loro elettorato di queste cose se ne infischia, ma il nostro si offende e poi resta a casa.
      C’è comunque un’altra ragione, oltre a quelle indicate da Gennaro Olivieri, che rende oggi le primarie uno strumento pericoloso e spuntato, ed è il fatto che il PD ha ormai due anime inconciliabili, che non si riconoscono e non si legittimano reciprocamente: le primarie funzionano se c’è una unità di base del partito, ma se questa viene meno diventano un pozzo avvelenato che rischia di azzopparlo, e questa mi sembra esattamente la sitazione attuale.
      Per la quale, appunto, non vedo soluzioni.

  4. Remo Inzetta 9 marzo, 2016 at 23:27

    Proprio non capisco cosa voglia dire “desacralizzare le primarie”, si possono anche non fare e tornare agli antichi riti di partito nel chiuso delle segreterie, ma non si possono fare per scherzo, dicendo che sono indicazioni non vincolanti, sarebbe come prendere in giro gli elettori.
    Se si vota si devono poi accettare i risultati del voto, e non vedo come ci si possa lamentare sia del fatto che emergono figure nuove, che poi si definiscono di basso profilo, come la Valente a Napoli, sia del fatto che si presentino vecchi arnesi del passato, come Bassolino, che fortunatamente perdono.
    E poi, Sala e Giacchetti cosa sarebbero, vecchi arnesi del passato, o candidati di basso profilo? Non sfiore messuno l’idea che possano essere ottimi candidati?
    Ci volevano candidati migliori? Migliori di Bassolino di sicuro, ma forse nella cosidetta sinistra del PD non ce ne sono, e immagino che non ci saranno neppure domani.
    In realtà ciò che toglie credito alle primarie è il fatto che la minoranza le accetti solo se vincono i suoi candidati, cosa che fortunatamente capita sempre più di rado, mentre grida al complotto e al broglio se vince un candidato renziano; a me la vera notizia di questa tornata sembra il tentativo di D’alema e dei suoi amici di far perdere al PD più amministrazioni possibili, Roma, Milano e Napoli in primo luogo, per cercare di dare una spallata al governo, e azzerare l’esperienza di Renzi: ricordiamoci che se questo progetto avesse successo, poi vincerebbe la destra, non gli eredi di baffino.

    • Bondi James Bondi 10 marzo, 2016 at 07:05

      Bravo Remo, andate avanti così, senza vergogna, un tarocco dietro l’altro, un errore di conteggio (ha-ha) dietro l’altro, un voto pagato dopo l’altro, e in breve tempo restate solo tu e Orfini a giocare alle primarie: uno vota e l’altro conta (male).

      • Por Quemada 10 marzo, 2016 at 09:02

        E lasciali andare, no? Che restino lui e Orfini, così vediamo chi sa contare.
        Ormai le primarie del PD si sono trasformte in faide che sembrano quelle della vocchia DC, anzi, pure peggio, e non poteva essere diversamente, vista la scuola andreottiana in cui è cresciuto Renzi.
        La differenza è che alla fine i democristiani nelle urne si conpattavano, quelli del PD si spaccheranno, perchè D’Alema il PD lo vuole portare alla sconfitta per riprenderselo, almeno in questo Remo ha ragione, e ci potrebbe anche riuscire.
        Sarebbe un’ottima notizia per il paese.

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