le storie

Operazione Valchiria

Nel Corso dell’anno 2008 venne girato un film del regista Bryan Singer , con protagonista Tom Cruise, nel quale viene rievocato il complotto che portò al tentativo di uccidere Hitler durante una riunione del suo Quartier Generale presso il bunker di Rastenburg (l’odierna Ketrzyn in Polonia) comunemente chiamato “la Tana del Lupo”.
Nel film l’attore americano interpreta la figura di quello che fu uno degli ideatori ed esecutore materiale dell’attentato: il Colonnello Claus Philipp Maria Schenk Graf von Stauffenberg; eroe di mille battaglie (di cui portava i segni sul suo martoriato corpo), il Colonnello Stauffenberg diresse fino all’ultimo le operazioni che dovevano portare all’uccisione di Hitler mediante lo scoppio di una bomba posta in prossimità del tavolo dove si tenevano le riunioni strategiche.
La finzione scenica del film ci presenta, come di norma avviene, la figura di un soldato che con atto di eroismo al limite del martirio, vuole salvare il mondo dalla tirannia e non è raro nel film trovarsi come spettatore a parteggiare affinchè l’attentato riesca (anche se sappiamo già che fallì).
Le esigenze cinematografiche non fanno vedere come le cose si svolsero realmente, non tanto nell’organizzazione dell’attentato, quanto per le motivazioni che lo sottendevano.
Il Colonnello Stauffenberg proveniva da una nobile famiglia di soldati e sin dall’inizio sposò completamente le teorie naziste, sia per quanto riguarda la concezione militarista del nascente Stato, sia per la considerazione che il nazismo aveva per tutte quelle popolazioni non ariane che vivevano ai margini delle frontiere tedesche. L’unica differenziazione che da cattolico praticante mantenne, fu il dissenso dalle persecuzioni etnico-religiose, ma sul resto era perfettamente allineato con Hitler.
Avvenne però che la Germania in quello scorcio del 1944 era una nazione allo stremo delle forze; attorniata da ogni lato e indebolita nella sua potenza militare ed anche economica; in quel contesto, i cospiratori vedevano un Fuhrer stanco, ormai in balia di generali pavidi che non sapevano consigliarlo.
Il Colonnello Stauffenberg ed i suoi amici, al contrario, avevano studiato una “exit strategy” che, anziché portare ad una resa incondizionata, mirava, attraverso azioni ben definite, ad arrivare al tavolo di trattativa da posizioni ancora di forza, con il risultato non solo di mantenere integro il territorio tedesco sotto il nazionalsocialismo, ma anche buona parte dei territori occupati durante l’espansione degli anni precedenti.
In sostanza i rivoltosi volevano, attraverso l’eliminazione di Hitler, prendere il comando e presentarsi davanti alle potenze Alleate con un progetto che, forse, qualche interlocutore d’oltre confine, era già pronto a valutare con attenzione (ricordiamoci che le truppe russe stavano per invadere la Germania e ricordiamo anche che a lungo negli Stati Uniti si era dibattuto su chi dovesse essere considerato il nemico peggiore: Hitler o Stalin).
Nella sostanza si arriva alla fine del film con i cospiratori che vengono tutti uccisi e con il sapore amaro che quella sia stata una sconfitta, senza pensare all’ipotesi alternativa: cioè che Hitler, facendo fucilare il Colonnello Von Stauffenberg il 21 luglio 1944, tutto sommato, abbia finito per farci un grosso favore, inconsapevole del fatto che, forse, così facendo, metteva una pietra tombale sul nazismo.
Mai fidarsi della trama di un film.

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Particolare del sito di Rasteburg (l’odierna Kętrzyn in Polonia) con la rievocazione dell’attentato.

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1 comment

  1. DareioS 15 dicembre, 2014 at 13:03

    Forse però la Storia avrebbe potuto prendere strade diverse, forse non si sarebbe pagato un ulteriore sovrapprezzo in vite umane. In effetti a distanza di un anno dal fallito attentato Hitler moriva nel bunker della cancelleria. Il film è avvincente probabilmente hai ragione ma mi piace comunque continuare a pensare che l’attentato fallito e il sangue versato servivano per scrivere la parola libertà per i popoli europei e decretare la fine anticipata del nazifascismo.

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