le scienze

Petricore, la parola per quell’odore indescrivibile

Adoro l’odore della pioggia dopo un’ondata di caldo. E ora amo anche la parola che lo definisce. Da quando l’ho scoperta, mi sentirei persa senza la parola “petricore”.

 

di Hannah J. Parkinson
(The Guardian)
Traduzione Redazione Modus

 

 

 

i sono momenti in cui scopriamo una parola di cui non c’eravamo nemmeno resi conto di aver bisogno, ma una volta compresa ci sentiamo persi senza di lei. Per me, questa parola – o una di queste – è il petricore. Il Treccani definisce il petricore come: “il nome dell’odore che si sente durante e dopo la pioggia, che interrompe un periodo secco. ” (l’Oxford English Dictionary, così: “Un odore gradevole e caratteristico che accompagna spesso la prima pioggia dopo un lungo periodo di clima caldo e secco in alcune regioni“.)

Ero incredibilmente lieta di essermi risvegliata a questa parola, perché significava che potevo anche smettere di far la parte di quella stramba che chiede alle persone se pensano anche loro che “la pioggia avesse un buon odore“. Questa non è tra le cose più strane che ho chiesto in giro, ma diciamo che non mi fa passare per una del tutto a piombo.

 

La gioia del petricore è distinta, ma connessa agli altri benefici della fine di un’ondata di calore: la riacquistata capacità di dormire senza che tutti e quattro gli arti spuntino oltre il bordo del materasso; essere in grado di leggere di nuovo lo schermo del proprio telefonino all’aperto. Adoro il caldo – ho goduto colpevolmente dell’ondata di caldo dell’estate scorsa (colpevolmente, a causa di ciò che comporta per il pianeta). Ma, come una nuova amicizia che inizia divertente ed energica, ma che finisce per essere implacabile, arriva il momento in cui il fascino appassisce (e in questo caso, col giardino) e si è in attesa di un sollievo che non può venire abbastanza presto.

Entra: il petricore. La parte scientifica coinvolge un olio intrappolato sotto terra asciutta e roccia durante il caldo, che viene rilasciato in superficie dall’umidità, ad esempio di una pioggia. Per me, il petricore odora di rinnovamento. È come se si gettasse un grande secchio d’acqua fresca sulle pietre arse dal sole della via sotto casa. O un cane che emerge da un lago e si scuote, preparandosi per la prossima avventura. Il petricore segnala nascita, ripristino, ripresa.

La parola fu coniata nel 1964 da alcuni scienziati in Australia. Viene dal greco per pietra, πέτρᾱ pétrā e, piuttosto brillantemente, dalla parola “ichor” ἰχώρ , che è usata per descrivere il sangue mitologico degli Dei. Quindi l’olio rilasciato diventa il “sangue della pietra”. Petricore.

L’odore era stato identificato e persino utilizzato per far profumi ed essenze in India. Lì veniva chiamato “profumo di terra” o matti ka attar, e i profumieri imbottigliavano l’odore e lo aggiungevano alle loro creazioni. (Per favore non chiedetemi di spiegare come facevano, chiamiamola magia).

Si dice che alcune persone, ma più spesso gli animali, possano sentire l’odore di una pioggia imminente. Non ho la possibilità di girare il naso verso l’alto e fiutare per l’ imminente rovescio dalle nuvole. Ma quando un cielo estivo s’ingrigisce e scoppiano fragorose crepe di fulmini e tuoni, so che non passerà molto tempo prima che io stia ad annusare la roba buona.

 

 

 

 

Petricore
(da Treccani)

petricore s. m. Particolare sensazione olfattiva che si percepisce al battere della pioggia sulla terra da tempo asciutta. Petricore è il nome dell’odore che si sente durante e dopo la pioggia che interrompe un periodo secco. Il termine è un composto neoclassico nato in inglese (petrichor) e formato da petro, “pietra” e icore, “essudato” e in origine descriveva in modo più specifico l’odore del mix di acidi grassi, alcoli e idrocarburi rilasciati da molecole di origine vegetale o animale su superfici minerali o argillose che si ricombinano dopo il contatto con l’acqua. Il composto organico che più contribuisce al sentore è la geosmina, da geo, “terra”, e ὀσμή, “odore”. (Licia Corbolante, Treminologiaetc.it, 9 agosto 2013)

• Avete presente l’odore caratteristico che accompagna le prime piogge dopo un periodo di bel tempo? Non tutti lo sanno ma quel profumo ha un nome, ovvero petricore (o petricor), termine coniato dai due scienziati australiani, I. J. Bear and R. G. Thomas, che negli anni ’60 hanno studiato per primi il fenomeno, scoprendo che a causarlo è un mix di sostanze di origine batterica e di particolari oli prodotti dalle piante, che impregnano il suolo nei periodi asciutti. (Simone Valesini, Wired.it, 23 gennaio 2015, Scienza)

I ricercatori australiani Richard G. Thomas e Isabel Joy Bear che isolarono le reazioni  biologico/chimiche dietro il petricore.

 

• Mentre l’odore di pioggia che sentiamo forte quando il caldo viene interrotto da una pioggia primaverile, e che ha il nome scientifico di petricore, risulta dalla combinazione dei composti organici batterici di cui sopra con olii di origine vegetale, prodotti dalla pianta nei momenti di siccità. Con la pioggia, purché sia breve e leggera, questo miscuglio si solleva da terra e raggiunge le nostre narici. E noi immediatamente associamo quell’odore al sollievo per un acquazzone finito, e per il ritorno del sole. (Silvia Bencivelli, Repubblica, 27 marzo 2016, p. 20, Cronaca).
Dall’ingl. petrichor, termine ricavato modernamente dal gr. πέτρᾱ, lat. pétrā ‘macigno, pietra’ e ἰχώρ, ichṓr, ‘icore, linfa (con riferimento anche al sangue degli dei)’.

 

 

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