attualità

Krugman: Uccidere il progetto europeo

SET 150713-06

 

di Paul Krugman

SET 150713-00

 

 

 

 

 

Supponiamo di considerare Tsipras un moccioso incompetente. Supponiamo di aver a cuore il vedere Syriza fuori dal potere. Supponiamo anche di accogliere con piacere la prospettiva di spingere quei fastidiosi greci fuori dall’euro.

Anche se tutto ciò fosse vero, questo recente elenco di richieste dell’Eurogroup è follia. L’hashtag twitter #ThisIsACoup (questoèuncolpodistato) è un trend assolutamente giusto. Quel che abbiamo visto questo fine settimana va al di là dell’essere duri: è vendetta pura, la completa distruzione della sovranità nazionale, e senza nessuna speranza di sollievo. Si tratta, presumibilmente e volutamente , di un’offerta che la Grecia non può accettare; ma anche così, si dimostrerebbe  un tradimento grottesco di tutto ciò che il progetto europeo avrebbe dovuto rappresentare.

 

C’è qualcosa che può fermare l’Europa dal baratro? Corre voce che Mario Draghi stia cercando di reintrodurre una briciola di sanità mentale, che Hollande stia finalmente mostrando un po’ di nerbo, contrastando l’economia “moralistica” dei tedeschi, cosa che non è riuscito a fare con determinazione nel passato. Ma gran parte del danno è già stato fatto. Dopo questo chi mai si potrà più fidare delle buone intenzioni della Germania ?

In un certo senso l’economia è diventata quasi secondaria. Ma ancora, cerchiamo di essere chiari: quello che abbiamo imparato in queste ultime due settimane è che essere  membri della zona euro significa che i creditori possono distruggere la vostra economia se fate un passo fuori dai parametri. Ciò non influisce affatto su quel che sottendono le economie basate sull’ austerità. È vero come non mai che l’imposizione di un’austerità dura senza la riduzione del debito è una politica condannata, e non importa quanto un paese sia disposto ad accettare la sofferenza. E questo a sua volta significa che anche una totale capitolazione greca sarebbe un vicolo cieco.

 

Riuscirà la Grecia ad uscirne con successo? La Germania cercherà di bloccare la ripresa? (Ci dispiace, ma questo è il tipo di cosa che ora ci dobbiamo chiedere.)

Al progetto europeo – un progetto che ho sempre lodato e sostenuto – è appena stato inferto un terribile colpo, forse fatale. E qualunque cosa si possa pensare di Syriza, o della Grecia, non sono stati i greci che l’hanno inferto.

 

Traduzione Redazione MODUS

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10 comments

  1. dinamite bla 13 luglio, 2015 at 22:12

    gli alemanni dimenticano in fretta… 21 anni prima, 60 adesso… uff… ma anche noi… se i saggissimi Winston, Josif e Franklin avevano umilmente seguito l’esempio di Marco Porzio (cambiando il sale col cemento ed i cavalli di frisia)… e se pure il divo Giulio (Dio l’abbia in gloria) concordava… ma chi siamo noi per ridiscuterlo.
    Inutile tirarla in lungo, la germania non è una risorsa per l’europa (come pensavano i demolitori di muri) ma un problema… come noi da ragazzi studiosi di storia ci stupivamo di un’europa tanto miope da dare la possibilità al primo caporale austroalemannizzato di portarla ad una SECONDA guerra in vent’anni… così i nostri pronipoti si stupiranno di un’europa tanto fessa da aver dato la terza ulteriore possibilità di massacrarci la minchia… p.s. avrei da vendere una bmw gs in buone condizioni.

    • riesenfelder 13 luglio, 2015 at 22:48

      Si, si, si! tutti sappiamo quanto sia carogna la Germania. Ma lunedì scorso non lo era meno di stanotte! E lunedì scorso il risultato del Referendum in Grecia l’aveva messa veramente in crisi. Weidmann ricordava alla Merkel che un Grexit sarebbe costato come minimo 91 miliardi e due giorni prima Lagarde aveva dovuto ammettere che il debito greco esa insostenibile e bisognava ristrutturarlo. Poi giovedì, puntuale Tsipras presenta il suo piano che, a parte Scheuble ma però con Jeroen Dijsselbloem e tutte le altre cancellerie europpe, Hollande in testa salutavano come cosa seria. Gli indici delle borse salivano vistosamente e annullavano le perdite dei giorni precedenti. Era lì, su quel punto che Tsipras doveva impuntarsi. Se andava bene venerdì doveva andare bene anche sabato, o no? Il nuovo ministro delle finanze, Euclid Tsakalotos, a differenza di Varoufakis è subito apparso come un chierichetto. Timdo, impacciato. Con lui uno Scheuble ci va a nozze anche senza carrozzina. Con Varoufakis no! ( Lo ammette lo stesso Scheuble!) I risultati si sono visti.

      • Franz 13 luglio, 2015 at 23:27

        Molto probabilmente sono stati TUTTI gli altri a tirarsi indietro, lasciando solo Tsipras. Quest’ultimo poteva solo accettare o mandare a quel paese tutti e rientrare in Grecia. Io avrei fatto probabilmente questo, ma io sono qui, comodamente seduto davanti ad una tastiera pronto, a parole, a risolvere tutto. Nessuno é in grado di valutare cosa potrebbe accadere con un’uscita della Grecia dall’Euro. Chiedere a Tsipras di essere lui a dare il colpo di grazia al suo Paese, ridotto al lumicino da altri, sarebbe stato troppo.

  2. riesenfelder 13 luglio, 2015 at 21:35

    Alle 20,15 sulla primo canale della televisione tedesca ( Ard) è andato in onda uno speciale sui fatti della Grecia. Fra le tante cose spiegava in cosa si trattasse quelle clausolola che imponeva al Governo greco di privatizzare e mettere in un fondo fiduciario i beni dello stato. Fra questi ci sono l’areoporto di Atene e altri 14 sparsi per tutto il paese. La Luftansa aveva già offerto 4 anni fa la somma di 1,3 miliardi. Poi ci sono le ferrovie che però sono obsolete, fabbriche e altri beni. Fra questi ci sono le spiagge demaniali . Diceva il servizio che non è da escludere che una volta vendute per accedervi bisognerà pagare il biglietto e continuava che non è per niente da escludere che i futuri proprietari saranno tedeschi.Insomma si papperanno una bella fetta degli introiti del turismo. Diceva, senza peli sulla lingua, che si potrebbe vedere una specie di colonialismo. Praticamente i greci per accedere al loro mare dovranno pagare i nostri cari amici tedeschi. Io condivido tutto quello che scrive Krugman, così come condivido anche le considerazioni del FRANZ nostro che fa sulla Germania,la sua cattiveria, ecc.
    La mia domanda è: Tsipras poteva opporsi a tanta prepotenza? Ne aveva la forza? Secondo me si. Lunedì scorso l’aveva. Lo riconoscevano gli stessi supi avversari in Europa. Poi, dal siluramento di Varoufakis, è cambiato tutto.
    Ha tolto di mezzo colui che i tedeschi e gli altri “creditori” temevano di più.
    Tsipras pensava di porgere un ramoscello d’ulivo. Si è dimenticato che i lupi non sono vegetariani.

    • Franz 13 luglio, 2015 at 22:23

      Dissento su una sola cosa: la Germania, secondo me, avrebbe portato avanti il proprio disegno con o senza Varoufakis. La conquista ha avuto inizio con la caduta del muro e con lo smembramento della Jugoslavia. Il riconoscimento unilaterale dell’indipendenza della Croazia, suo antico satellite, diede il via alle guerre balcaniche. Lo stesso terribile disegno si vede oggi in Ucraina.

    • Kokab 14 luglio, 2015 at 00:30

      tsipras ne aveva la forza? mi piacerebbe pensarlo, ma non avrebbe dovuto bluffare senza essere disposto ad andare fino in fondo, che vuol dire moratoria del debito, uscita dall’euro e strizzata d’occhi alla russia: alla fine penso che non ce l’avesse.
      forse sarebbe stata la volta buona che obama telefonava a frau merkel e le diceva di piantarla di fare i cretini, che i soldi dei tedeschi non valgono di più degli equilibri geopolitici del mondo, ma non è successo, e non credo ci sarà una seconda possibilità.
      piuttosto, i paesi del sud europa, hollande in testa, tutti chiacchiere e distintivo?
      se immaginano che i tedeschi gli riconoscano un buono per essere stati bravi oggi, hanno proprio sbagliato a capire.

  3. Franz 13 luglio, 2015 at 19:00

    Alla Germania non interessa assolutamente un’Europa unita e solidale: ad essa interessa solo (da sempre) il proprio spazio vitale, di cui peraltro giá dispone, avendo sotto bastone tutti i paesi dell’est europeo e alcuni dei Balcani. Per assurdo, se mai dovesse sciogliersi l’Unione europea, la Germania disporrebbe giá di un notevole mercato ‘interno’, senza rompiscatole fra i piedi. L’accanimento dimostrato contro la Grecia é servito soprattutto da ‘memento’ a tutti gli altri vassalli: non verrá tollerata nessuna forma di dissenso, e chi ci prova finirá esattamente come la Grecia, anche quelli convinti di godere ancora di una certa autonomia.

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