le storie

Un frate e il gioco del lotto

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Strano e tutto sommato incredibile connubio. Cosa ha a che fare un frate, cappuccino per la precisione, con il gioco del lotto ?
La fame di denaro ha sempre occupato i pensieri e la fantasia dei governanti , ma come accade anche oggi , reperire risorse attraverso la tassazione non è sempre facile ed è ..sopratutto impopolare.
Ne fu testimone l’Imperatore Vespasiano, il quale si trovò con le casse dello Stato vuote, il suo predecessore , Nerone, non ebbe grande cura della finanza pubblica e lui si trovò ad affrontare un problema gravissimo, da buon e pragmatico popolano, veniva da una famiglia di guardiani di muli, fece la scelta, impopolare, di istituire una tassa per usufruire delle latrine pubbliche , fino ad allora rigorosamente gratuite, da qui venne la frase, Pecunia non olet, che venne da lui pronunciata come risposta alle riserve del figlio Tito. Oggi noi conosciamo i “monumenti” di tale scelta ancora con il nome che ebbero. Vespasiani !
Partendo da piazza Barberini la strada che tutti conosciamo come quella della dolce vita , Via Veneto, che termina a Porta Pinciana le antiche mura Aureliane, pochi metri dopo la piazza si incontra una chiesa , dei cappuccini, dove i religiosi conservano le ossa di ben 4000 loro confratelli , questa chiesa ebbe un inquilino che procurò non pochi pensieri al Papa a causa di una sua facoltà.
Il gioco del lotto fu , per così dire , inventato per la solita ragione , fare cassa e farla senza dover instituire una nuova e conseguentemente impopolare tassa. Due palazzi Romani furono i primi che ospitarono l’estrazione pubblica dei numeri, il Palazzo , attuale del Parlamento, e Palazzo Madama, ambedue con un balcone al primo piano, il cosidetto piano nobile, che si prestavano a meraviglia allo spettacolo della estrazione.
Il frate che c’azzecca direte voi ? Fra Pacifico, questo era il suo nome , aveva la rara capacità di indovinare i numeri, capacità apprezzata dal popolo ma invisa al potere , ed alle sue casse. Gregorio XVI, al secolo Bartolomeo Alberto Cappellari, lo rese , a suo modo, innocuo trasferendolo ad altra sede.
Il trasferimento ebbe luogo, con una processione di fedeli , e non , i quali accompagnarono il frate, che partiva per la nuova destinazione , lui volle , però lasciare Roma con un’ultima previsione , ma per non incorrere nelle ire del Pontefice , il quale aveva fatto capire le ragioni del trasferimento, mascherò la sua previsione in quartina , che declamò a Piazza del Popolo prima di varcare la porta ed allontanarsi da Roma.
Ecco la diabolica quartina che, a quanto pare, procurò non pochi danni all’erario papale con la sua uscita.
Roma ,se santa sei
perchè crudel se’ tanta ?
Se dici che se’ santa,
certo bugiarda sei .
I numeri che si possono dedurre sono 66, 70, 16, 60, 6.

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