attualità

Je suis Sergio

André Gide scriveva: “Ne pas se soucier de paraître ; être, seul est important.”

Quanti di noi, solo una ventina di anni fa, avrebbero esultato per un Presidente della Repubblica che rappresenta una parte essenziale di quella che un tempo fu il partito che maggiormente avversavamo: la Democrazia Cristiana? Un nome un programma. Quasi un ossimoro, per alcuni di noi. Una contraddizione tra il nostro desiderio di laicità, contrapposto a quel potere temporale ecclesiale che ha sempre condizionato le scelte politiche della classe dirigente del nostro Paese. Tra il nostro desiderio di equità sociale e quello che una larga parte della DC rappresentava, interprete della borghesia “nemica”, emanazione dello stesso potere che il ventennio berlusconiano ha consolidato ed imposto nelle sue più deteriori connotazioni.

Alla luce dello spettacolo indegno cui siamo stati costretti ad assistere, incolpevoli, negli ultimi venti anni, l’odierno immediato rappresentato dall’elezione di Sergio Mattarella alla Presidenza della Repubblica ci fa riflettere sulle nostre passate convinzioni.
La biografia del Presidente, rimandandoci alla sua matrice politica, proprio al termine “una parte della DC”, quella parte che noi accomunavamo al tutto “indistinto”, il peggiore, probabilmente sbagliando, ci rappresenta una figura diversa.

In una realtà dominata dall’apparire come stilema esistenziale, che ha eletto ad emblema e modello per i nostri giovani figure come Fabrizio Corona e Belen Rodriguez, incardinata sulla  “presenza scenica” come categoria fondante da cui anche l’osannato fiorentino – con tutti i meriti politici che gli possiamo riconoscere – non è esente, anzi su cui, troppo spesso, fonda la azione politica, peraltro efficacissima, la figura di Sergio Mattarella rappresenta, quello sì, un vero “cambio di verso”.

Persona schiva, con una storia politica ed umana improntata alla rettitudine e ai valori sociali, alla misura, riconosciuta unanimemente, nella esposizione mediatica, in una tensione dialettica,  positiva a suo tempo, con la parte più progressista del Paese, fuori dagli schemi di contrapposizione ideologica che, oggi più che mai, appaiono superati dalle necessità temporali, la scelta del Partito Democratico, al di là delle tattiche politiche del momento, mi pare una scelta “di sostanza”.

Per dirla con Gide, con buona pace di Salvini e Di Battista, una scelta di “être”.

0 lettori hanno messo "mi piace"
Print Friendly, PDF & Email
Share:

13 comments

  1. Digian 2 febbraio, 2015 at 14:38

    Credo che parlare di ex Dc sia come parlare di ex PCI o ex repubblicani ,ecc. Quei partiti fanno parte ora delle preistoria delle repubblica italiana e parlarne ora serve solo a far retorica. al servizio di coloro che invece del futuro si rivolgono ad un passato oramai definitivamente tramontato. Con l’elezione di Mattarella piuttosto che Voglia di cambiare, la politica a me pare che abbia dimostrato Volontà di cambiare. E sul serio.
    Il PdR è il garante della costituzione. In passato si sono visti presidenti farlo non dando o revocando incarichi a primi ministri o nel rimandare leggi fasulle al parlamento. Presidenti, insomma, ad agire da freno agli abusi della politica.
    Quel periodo si e’ chiuso per sempre. Con Mattarellla, sia chi gli ha votato a favore sia contro (nelle varie modalità espresse), lo a fatto nella consapevolezza che ora si è veramente voltato pagina e che gli scandali e gli abusi di un tempo sono oramai storia di un passato che non tornerà.

  2. Luistella 1 febbraio, 2015 at 14:07

    E’ vero. Sino ad una ventina d’anni fa sarebbe stato una contraddizione esultare per un presidente d’area DC. Anche perchè la prospettiva era quella di ritrovarsi una persona come Andreotti. E ci siamo andati molto vicino. Ora le cose sono cambiate. L’importante è che la persona eletta Presidente della Repubblica, sia una persona seria, preparata in campo giuridico- costituzionale, che non faccia sconti ad alcuno ( ad uno in particolare), se non agisce negli interessi del paese. La sua provenienza politica è relativa, quasi insignificante, rispetto a come si comporta e come si comporterà il neo elette P.d. R.

  3. riesenfelder 1 febbraio, 2015 at 13:37

    A mio parere, Renzi ha avuto non solo grande bravura nella scelta del nome del nuovo Presidente della Repubblica ma anche grande fortuna trovarlo.
    Non era facile. Si può anzi dire che è una mosca bianca, più o meno l’unico. Un altro che avrebbe avuto le stesse qualità è morto nel 1989 e di nome faceva Zaccagnini.
    Si legge di grande soddisfazione da parte degli ex Dc, quasi ci fosse una nuova rinascita. Poi ci si guarda intorno e si nota che a dirlo sono personaggi come Ciro Pomicino, Buttiglione o il duo Mastella-Casini, chiamato anche Cip__Ciop.
    Il Presidente Mattarella ha poco da spartire con questa razza di democristiani. Berlusconi questo lo ha capito subito: troppo onesto per i suoi gusti e sopratutto troppo Giuduce_Costituzionale, che conosce troppo bene la Costituzione. In fondo, è rimasto coerente con le sue idee: non poteva votare si a uno come Mattarella. Avrebbe minato il berlusconismo.

  4. DareioS 1 febbraio, 2015 at 12:35

    La nomina di Mattarella dimostra, se ce ne fosse ancora bisogno, che niente si salverà del berlusconismo, regime che lascia solo distruzione e macerie. Il regime incentrato sulla personalità discutibile e screditata del capo e padrone del partito azienda, non è stato in grado di selezionare una moderna classe dirigente all’altezza dei tempi e dei mutati più complessi compiti. Anche la sinistra non ha generato uomini di Stato e di governo ovvero una classe adeguata e competente. Nessuno dei pretesi leader attuali era in grado di rappresentare l’unità della nazione. La scelta di Mattarella uomo del passato e delle trascorse repubbliche evidenzia l’inconsistenza e il fallimento della classe politica attuale. Spero che sia il segno del ritorno ai valori fondativi del patto sociale, alla sobrietà, alla consistenza, contro il mito delle finte personalità, della politica come apparenza e spettacolo, della comunicazione come strumento di potere senza valori e contenuti.

    • Kokab 1 febbraio, 2015 at 16:59

      data la chiara inconsistenza della classe politica più moderna, la scelta di un uomo del passato, credo uno dei migliori, potrebbe essere un segno di apprezzabile prudenza; peraltro aspettarsi che questo parlamento potesse eleggere, ad esempio, gustavo zagrebelski, era decisamente troppo.

  5. Franz 1 febbraio, 2015 at 11:55

    Credo che si debba smettere di considerare ‘dalla nostra parte’ quelli che si sono schierati o si schierano contro Berlusconi: iniziamo per esempio a disinguere fra costoro. Fra questi non annovero tra i possibili compagni di strada Fini, Mastella, Fisichella, Casini, Montanelli etc. Altra cosa sono personaggi come Scalfaro, Prodi e, speriamo, Mattarella, come minimo dal punto di vista morale. Ma questa loro ‘diversitá’ non li colloca certo nella mia area di riferimento: insomma, l’antiberlusconismo é per me condizione necessaria, ma non sufficiente. Su Mattarella, il mio giudizio dipenderá molto, per esempio, da come si porrá nei confronti della chiesa, se sará o no un difensore della laicitá dello Stato.

    • Kokab 1 febbraio, 2015 at 16:47

      capisco che l’antiberlusconismo non possa essere considerato in astratto un motivo sufficiente per definire una parte, ma considerato che ho dei problemi a definire la mia di parte, quanto meno in relazione ai partiti politici esistenti, da sempre e non da oggi, lo considero comunque un corposo e fondamentale presupposto.
      ricordiamoci anche che le due persone che hanno fatto più male a berlusconi sono state scalfaro e prodi, cioè due democristiani, e che nel contempo da sinistra nessuno è stato alla loro altezza; limiti della sinistra, certamente, e quindi limiti in primo luogo nostri, ma proprio per questo non me la sento di guardare o considerare con sufficienza uomini che sullo snodo politico decisivo degli ultimi venti anni la loro parte l’hanno fatta per intero.

      • Franz 1 febbraio, 2015 at 17:34

        Non credo che possa esistere un partito (e men che meno un uomo od una donna) che possa incarnare pienamente la mia visione della vita, le mie idee. Ho sempre dato il mio appoggio a chi, in quel momento, piú ci si avvicinava. Per questo non ho sempre votato per lo stesso partito. La mia scelta é stata comunque fatta, sempre, fra quei partiti che venivano e vengono definiti di sinistra. Qualche volta, soprattutto negli ultimi anni, ho dato il mio voto in modo non proprio convinto, scegliendo quello che secondo me era il meno peggio. Ecco perché, potendo scegliere, avrei preferito, per esempio, Bersani o lo stesso Prodi, senza nulla togliere a Mattarella, che giudicheró in base ai suoi atti. Essersi opposto alla legge Mammí non mi sembra una ragione sufficiente per esultare per la sua elezione e al contempo, cercheró di non farmi influenzare dalla sua storia (politica). Del resto, il presidente uscente é stato per me una delusione, anche se proveniva dalla mia stessa area.

  6. Kokab 1 febbraio, 2015 at 09:16

    abbimo già preso una lezione da oscar luigi scalfaro, che veniva dalla destra dc, non a caso e meritatamente il presidente più odiato da berlusconi, possiamo sperare che mattarella possa in qualche modo prendere esempio da lui, anche se ha probabilmente una diversa sensibilità giuridica.
    quanto al fatto che la dc non fosse un magma indistinto dove tutte le vacche erano nere, è cosa che dovremmo aver accettato da molti anni; del resto, se l’italia fosse stato un paese normale, non spaccato da ideologie esasperate e, e in molte parti dell’occidente già superate nel primo dopoguerra, le menti migliori si sarebbero trovate nel partito d’azione e zone limitrofe, invece che divise fra il pci e la dc.
    e lo dico, oltre che da laico, anche da laicista convinto.

    • Blue 1 febbraio, 2015 at 09:52

      Completamente d’accordo. Purtroppo molti di noi (della mia generazione intendo, responsabile di malefatte assolute che ancora oggi scontiamo…) – noi tra cui colloco, ahimè, anche me – quello che tu dici lo hanno capito troppo tardi. Ricostruire ora, dopo, è molto complesso, difficile. Probabilmente quella generazione dovrebbe in modo discreto farsi da parte suggerendo (alla luce della propria esperienza) e non “imponendo”. Staremo a vedere…

  7. nemo 1 febbraio, 2015 at 09:10

    I tempi sono, fortunatamente cambiati,ma di Presidenti democristiani ne abbiamo avuti ! Quelli, si, erano espressione di una classe politica che dichiarava apertamente e con sussiego la sua appartenenza! Escludiamo i primi due, espressione, bene o male, di una compattezza istituzionale delle forze politiche di allora, poi abbiamo avuto una lunga sequenza di Presidenti democristiani, uno di loro cadde su un problema di “mazzette” un’altro fu molto chiaccherato, per un mai completamente chiarito golpe. Dopo di loro la piccola parentesi socialdemocratica, con Saragat, ed altrettanto piccola con Pertini, amatissimo e giunto alla Presidenza con molto ritrado rispetto ai suoi meriti di partigiano. Ecco riapparire democristiani fino al picconatore di recente memoria e di frequentazioni a dir poco discutibili, vedi gladio ! Quindi, nessun problema di acqua i ponti del Tevere ne hanno vista passare, e molta, la figura del nuovo Presidente è al di sopra di ogni sospetto, pur essendo cattolico convinto è altrettanto difensore convinto delle leggi dello Stato laico, oltre che , non è secondario, non avere i famosi scheletri nell’armadio! Questo, visti i precedenti è di per se un bel viatico.

  8. Genesis 1 febbraio, 2015 at 08:33

    Scalfaro, Ciampi e Napolitano sono in sequenza i tre presidenti della Repubblica che hanno assistito alla nascita e all’agonia attuale di Forza Italia, partito nato dalle ceneri di quel PSI di Craxi e della DC che con quest’ultimo gestiva il tutto. Se questi tre avessero avuto i poteri morali e materiali di frenare quest’analfabetizzazione morale forzata degli italiani dovuta al berlusconismo…li avrebbero utilizzati a mo di supereroi? La risposta l’abbiamo vissuta: non si frena il capitale ed il capitalismo, sei antico se cerchi di bloccare la globalizzazione anche d’intenti….o di cultura!
    Ciò che mi domando è se effettivamente questi poteri ci siano o se il PdR sia alla stregua della figura istituzionale della Bandiera…importante si, ma muta!

Leave a reply

WordPress Appliance - Powered by TurnKey Linux