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Importante è avere le idee chiare

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“Non siamo neppure d’accordo di essere in disaccordo” così afferma Schauble alla fine dell’incontro faccia a faccia, avuto con il suo omologo, il greco Varoufakis, il quale, a sua volta chiosa “siamo in totale disaccordo sul fatto di essere d’accordo”.
Questo simpatico siparietto davanti ai cronisti, però, non evidenzia l’impossibile comunicabilità tra due economisti (sia pur di scuola evidentemente diversa), ma la contrapposizione totale tra due nazioni delle quali i due sono rappresentanti pro-tempore nel dicastero dell’economia.
Diciamolo chiaramente: la vittoria di Syriza in Grecia, con Tsipras a braccia alzate davanti al suo popolo, dopo aver promesso mari e monti, sotto sotto ha fatto piacere anche a noi italiani (renziani e non), perchè se la Grecia fosse riuscita nel suo intento, cioè di far digerire l’indigeribile alla Germania, in fondo, questo, anche per noi avrebbe rappresentato un precedente utile a poter chiedere, se non altrettanto, almeno un pò di quella, diciamo, flessibilità che hanno pesantemente richiesto Tsipras ed il suo ministro dell’economia.
Non sappiamo se la Germania, dopo la decisione di Draghi di dare il via al QE in salsa europea, abbia temuto, dando concessioni alla Grecia, e con Podemos ad un passo dalla conquista della Spagna, l’apertura di una crepa nella diga faticosamente costruita, che avrebbe portato, secondo l’opinione prevalente in quel Paese, alla catastrofe; ciò che di certo sappiamo, è che i politici (tutti) non si presentano in proprio a questi incontri, ma in rappresentanza di un elettorato e, se è vero che Varoufakis è stato spinto a furor di popolo (greco) ad andare a picchiare i pugni sul tavolo, è altrettanto vero che Schauble ha detto no per ferme convinzioni personali, ma sicuramente anche perchè sa di avere anche lui un popolo (ben più ampio e altrettanto determinato), dietro di sè.
La stura a questo ragionamento è venuta dalla lettura di un blog scritto da un italiano che attualmente vive in Germania di cui abbiamo estratto dei passi che sottoponiamo alla vostra lettura, rimandando, eventualmente alla lettura integrale del blog con il link allegato in calce.

“In questo periodo mi sto preoccupando abbastanza di come l’opinione pubblica tedesca stia venendo spinta , e lo fanno persino giornali di sinistra, ad una forma di rabbia verso l’Islam e verso alcuni paesi come la Grecia, al punto che diversi giornali “mainstream” arrivano a titolare che il Grexit (fuoriuscita della Grecia dall’euro – ndr) e’ piu’ vicino che mai. Mi sto preoccupando perche’ vedo il prossimo sindaco di Dresda, della CDU, che va a parlare con PeGiDa (Patriotic Europeans Against the Islamization of the West – ndr) per averne i voti, e perche’ sta uscendo una frangia di destra nella CDU, che dice cose come “Non c’e’ posto per l’ Islam in Sassonia”.
Ora, che non ci sia spazio per l’islam in Sassonia e’ vero. Essendo un lander povero ha meno immigrati, e quindi non ha conosciuto davvero fenomeni migratori. Anche a Dresda, patria di PeGiDa, gli immigrati musulmani sono in tutto ~350.
Ma il punto e’ che la stampa tedesca sta lasciando filtrare un messaggio ai tedeschi, che prima era stato tenuto fuori. Persino le provocazioni di Grillo con la Merkel vestita da nazista non erano mai state riportate piu’ di tanto, nemmeno dal Bild, giornale “di pancia” della Germania.
Adesso le cose sono improvvisamente cambiate, e vedo giornali “di sinistra” che lasciano filtrare le dichiarazioni del tizio populista che appoggia Tsipras, montando la rabbia del contribuente tedesco.
Che i giornali tedeschi stiano giocando una partita “strana” e’ comprensibile: qualsiasi aiuto alla Grecia dovra’ essere finanziato, e per essere finanziato dovra’ passare dal Bundestag. Dopo questa campagna, le probabilita’ che un euro del contribuente tedesco vadano ai greci sono uguali a zero.
Ma il problema e’ che la popolazione sta ricambiando la rabbia, dicendo “ah, si? Quindi prima chiedete 240 miliardi di prestiti ad interessi zero e poi dite che vi abbiamo rovinato noi?”. I commenti sui giornali sono veramente terrificanti: il pubblico tedesco e’ abituato ad un paese sostanzialmente ignorato per 70 anni, e scoprire di essere al centro dell’odio lo spinge a dire “chiudiamo i confini, e alziamo quel cazzo di filo spinato”.”

Il blogger si impegna quindi in una disamina di come la crisi greca è nata e sui possibili sviluppi negativi che questa può avere (sviluppi confermati dal recente incontro-scontro tra i ministri degli esteri tedesco e greco) e su questo lasciamo alla lettura integrale del testo; ciò che riteniamo utile sottoporvi è la chiusura del blog nella quale viene ripreso il filo del discorso iniziale:

“…..Il vero problema di tutto questo, IMHO (secondo la mia opinione – ndr), non e’ il Grexit. Il vero problema e’ che la reazione della stampa tedesca e’ stata quella di aprire le finestre ad una serie di insulti contro il contribuente tedesco, che invece pensava di aver pagato un sacco di soldi per salvare la Grecia (soldi effettivamente pagati, btw – per inciso ndr).
Ora, una volta fallito Tsipras – e lo vedremo entro il 28 febbraio – il problema in Grecia potrebbe anche rientrare. In caso di Grexit, la fine del paese dovrebbe anche dissuadere altri paesi dal parlare di stronzate.(z.b i francesi).
Il vero dramma , pero’, e’ che gruppi come AfD (partito euroscettico tedesco – ndr) e PeGida (non e’ un mistero che vadano a braccetto) stanno crescendo, e si respira risentimento e rabbia tra la popolazione.
Alla fine di questa cosa, avrete una Grecia diversa. Forse una Europa diversa.
Ma dovrete fare i conti con una Germania che ricambia l’odio che i vostri politici, usandola come capro espiatorio per i fallimenti locali, le hanno caricato addosso.
Non so quanto sia stato un buono scambio.
Vedo oggi un grande capitale di rabbia ed indignazione, che aspettano solo di essere investiti da qualche politico, per dirla alla Luchino Visconti.
Se credete che Syiriza abbia scosso l’ Europa, ho paura che presto ci sara’ qualcosa che la scuote ancora di piu’.

Il Trattato di Roma del 1957, con il quale si sanciva la nascita di un soggetto economico che avrebbe dovuto, in seguito, divenire politico (l’Unione Europea), venne fortememente voluto dai Paesi firmatari consci del fatto che le divisioni tra i vari Paesi europei avevano portato a due guerre mondiali nell’arco di poco più che un ventennio con decine di milioni di morti; la consapevolezza che questo non avrebbe più dovuto accadere era, allora, così radicata da impegnare per i decenni a venire le migliori menti politiche partorite dal vecchio continente, e il timore che ciò che sta accadendo adesso ci riporti, improvvisamente indietro nel tempo, è assai forte.

http://www.keinpfusch.net/2015/01/il-grexit-si-avvicina.html

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