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Come Trump ci sta fregando tutti

Come Trump ci sta fregando tutti Come Trump ci sta fregando tutti

Prima dell’analisi di Yanis Varoufakis delle recenti scelte di Trump, un’introduzione a cura della Redazione di Modus.

“America First” fu lo slogan coniato da Woodrow Wilson quando nel 1916 si accingeva a diventare Presidente degli Stati Uniti promettendo di non immischiarsi nella sanguinosa guerra che già dal 1914 stava imperversando in Europa. “America Fisrt” ripetettero molti americani costituiti in comitati nel 1940 mentre Hitler stava annettendosi l’Europa pezzo dopo pezzo, e fu solo dopo l’attacco a Pearl Harbour da parte dei giapponesi che quella voce venne travolta dall’onda interventista.

Quando Trump, consigliato da un giornalista ha rispolverato quel vecchio slogan durante la campagna elettorale del 2016, tutti hanno pensato al progetto di tirare fuori gli Usa dalle paludi dei conflitti medio-orientali per concentrare tutti gli sforzi economici sulla crescita della nazione; ma abbiamo visto poi che, al contrario, quel disimpegno non c’è stato, e anzi Trump ha volutamente alzato la tensione anche in altre aree del mondo, come la Corea, a voler ribadire il suo impegno in tutti gli scacchieri mondiali.

Anche stavolta si è trattato di uno slogan urlato per raccogliere voti per poi piegarsi al rispetto del ruolo di prima potenza militare mondiale, o c’è altro? Varoufakis ci spiega che dietro quelle due banali parole si nasconde un disegno egemonico che si basa su due cardini: quello di rendere gli Usa centrali nella politica economica mondiale mediante lo scardinamento degli assetti geo-politici attuali e attraverso la stipula di accordi bilaterali (il perno della ruota), per arrivare a riaffermare il ruolo predominante del dollaro come moneta di scambio mondiale; così facendo, laddove l’economia degli Stati Uniti d’America “prenderà il raffreddore”, altrove si “svilupperà la polmonite”, cosicché il ruolo centrale degli Usa verrà addirittura protetto da tutte le altre economie mondiali, divenute satelliti di quella nord americana.

C’è una cosa sulla quale Varoufakis quasi sorvola e che probabilmente rappresenta l’aspetto più inquietante di tutta la costruzione teorica di Trump; la bassa tassazione e la progressiva introduzione dei dazi imporrà alla maggior parte delle aziende che hanno nel mercato americano la loro fonte principale di sbocco, di delocalizzare negli Usa la propria produzione trasferendo impianti e manodopera qualificata ma, nel contempo impoverendo enormemente le economie dei rispettivi paesi di origine. Avevamo una possibile contromisura da opporre: un’Europa forte e coesa, ma la stiamo distruggendo.

Un nuovo ordine mondiale contro il quale si stanno opponendo Varoufakis ed un nutrito manipolo di persone di buona volontà ma di scarso peso politico.

Come Trump ci sta fregando tutti Come Trump ci sta fregando tutti

 

 

Se Trump vuole far saltare in aria l’ordine mondiale, chi lo fermerà? Per quanto possiamo essere orripilati dalle buffonate di Trump, è importante capire i cambiamenti tettonici che le sostengono.

 

di Yanis Varoufakis
(The Guardian)
Traduzione Redazione Modus

 

La partenza anticipata di Donald Trump, e il suo successivo rifiuto di approvare il comunicato del G7, ha gettato la stampa del mainstream in un apoplessia che riflette una più profonda incomprensione della nostra realtà globale .
Nel tentativo di mescolare la durezza con l’umorismo, Emmanuel Macron aveva scherzato sul fatto che il G7 potesse diventare il … G6. Questo è assurdo, non ultimo perché senza gli Stati Uniti, il capitalismo come lo conosciamo (per non parlare dei pietosi incontri del G7) scomparirebbe dalla faccia del pianeta.

Certamente, non c’è dubbio che con Trump alla Casa Bianca ci siano un sacco di cose di cui dovremmo essere angosciati. Tuttavia, la reazione dell’establishment agli imbrogli del presidente, negli Stati Uniti e in Europa, è forse ancora più preoccupante per i progressisti, piena com’è di un pericoloso pio desiderio e di un calcolo enormemente errato.

Alcuni hanno riposto la loro fiducia nell’indagine del procuratore speciale Mueller, supponendo che Mike Pence sarebbe più gentile con loro come presidente. Altri stanno trattenendo il respiro fino al 2020, rifiutandosi di considerare la possibilità di un secondo mandato. Ciò che tutti non riescono a cogliere sono i cambiamenti,  tettonici direi, che stanno alla base delle buffonate di Trump.
L’amministrazione Trump sta costruendo un sostanziale slancio economico a livello nazionale. In primo luogo, ha approvato tagli alle imposte sul reddito e sulle società che l’establishment repubblicano non avrebbe mai immaginato di ottenere nemmeno nei suoi sogni più sfrenati di qualche anno fa. Ma non è tutto. Dietro le quinte Trump ha stupito Nancy Pelosi, leader democratica alla Camera dei Rappresentanti, approvando ogni singolo programma sociale che lei gli chiedeva. Di conseguenza, il governo federale sta gestendo il più grande deficit di bilancio nella storia americana mentre il tasso di disoccupazione è inferiore al 4%.
Qualunque cosa si pensi di questo presidente, sta dando soldi non solo ai più ricchi, che naturalmente ottengono il massimo, ma anche a molti poveri. Con il tasso di occupazione manifestamente forte, soprattutto tra i lavoratori afroamericani, l’inflazione sotto controllo e il mercato azionario ancora vivace, Donald Trump ha coperto il suo fronte interno mentre viaggia verso terre straniere per affrontare amici e nemici.

L’establishment anti-Trump statunitense prega perchè i mercati puniscano la sua dissolutezza. Questo è esattamente ciò che sarebbe successo se l’America fosse un qualsiasi altro paese. Con un disavanzo fiscale che dovrebbe raggiungere $ 804 miliardi nel 2018 e $ 981 miliardi nel 2019, e con il governo che prevede di indebitarsi $ 2,34 tn nei prossimi 18 mesi, il tasso di cambio si sarebbe schiantato e i tassi d’interesse avrebbero sfondato il tetto della sostenibilità. Il fatto è che gli Stati Uniti non sono come gli altri paesi.

Mentre la sua banca centrale, la Fed, riduce il programma di allentamento quantitativo vendendo il suo stock di debito pubblico accumulato, al settore privato, gli investitori hanno bisogno di dollari per comprarle. Ciò fa sì che la quantità di dollari disponibili per gli investitori si riduca di  $ 50 miliardi al mese. Aggiungete a ciò i dollari di cui i capitalisti tedeschi e cinesi hanno bisogno per comprare titoli di stato USA (nel tentativo di parcheggiare i loro profitti in un luogo sicuro) e si inizia a capire perché Trump crede che non sarà punito da una corsa sul dollaro o sui titoli di stato .

Armato del privilegio esorbitante che possiede avendo la zecca del dollaro, Trump esamina a questo punto i flussi commerciali con il resto del G7, e arriva a una conclusione ineluttabile: non può perdere una guerra commerciale contro paesi che hanno eccedenze così elevate con gli Stati Uniti (ad es. Germania, Italia, Cina) o che (come il Canada) prenderanno la polmonite nel momento in cui l’economia americana sarà casomai colpita da un comune raffreddore.
Niente di tutto ciò è nuovo. Anche Richard Nixon affrontò la creazione dell’Europa nel 1971, mentre Ronald Reagan arrivò a spremere brutalmente i giapponesi nel 1985. Anche l’intercalare non era meno incivile – ricordiamoci il riassunto dell’atteggiamento dell’amministrazione Nixon nelle inimitabili parole di John Connally: “La mia filosofia è che tutti gli stranieri sono lì per fotterci, e il nostro compito è quello di fotterli prima. ” L’aggressione degli Stati Uniti di oggi verso i propri alleati si distingue da quegli episodi in due modi.

In primo luogo, dal crollo di Wall Street del 2008, e nonostante la successiva fluttuazione del settore finanziario, Wall Street e l’economia domestica statunitense non possono più fare ciò che stava facendo prima del 2008: cioè assorbire le esportazioni nette delle fabbriche asiatiche attraverso un surplus commerciale finanziato da un afflusso equivalente di profitti stranieri con sede negli Stati Uniti. Questo fallimento è la causa sottostante dell’attuale instabilità economica e politica globale.
In secondo luogo, a differenza degli anni ’70, il decennio di cattiva conduzione (austerità vs. crescita) dell’Europa e la crisi dell’euro hanno fatto sì che l’establishment franco-tedesco sia ora disunito ed in fuga – con i nazionalisti xenofobi e antieuropei che si impadroniscono dei governi.

Trump dà uno sguardo a tutto questo e conclude che se gli Stati Uniti non possono più stabilizzare il capitalismo globale, perché non far saltare le convenzioni multilaterali esistenti e costruire da zero un nuovo ordine globale simile a una ruota, con l’America il suo perno e tutte le altre potenze i suoi raggi – una serie di accordi bilaterali che garantiscono che gli Stati Uniti saranno sempre il più grande partner in ciascuno, e quindi essere in grado di estorcere quel “chilo di carne” attraverso tattiche di divide et impera.

Può l’UE creare un’alleanza anti-Trump “Europa per prima”, forse coinvolgendo la Cina? La risposta è già stata data, dopo l’annullamento da parte di Trump dell’accordo nucleare iraniano. Nel giro di pochi minuti dalla dichiarazione del cancelliera Angela Merkel che le compagnie europee sarebbero rimaste in Iran, ogni singola società tedesca ha annunciato che stava uscendo, dando la priorità ai grossi tagli fiscali che Trump stava offrendo loro negli Stati Uniti.

In conclusione, abbiamo buone ragioni per essere sbalorditi da Trump: sta vincendo contro un establishment europeo che si crogiola nella perfetta ignoranza delle forze che lo indeboliscono e spianano la strada a sviluppi spaventosi. L’onere ricade sui progressisti nell’Europa continentale, nel Regno Unito e negli Stati Uniti, per mettere all’ordine del giorno un New Deal internazionalista – e per vincere le campagne elettorali basandosi su questo.
Nei miei rari momenti ottimistici, immagino un’alleanza tra Bernie Sanders, Jeremy Corbyn e il nostro Movimento per la Democrazia in Europa, DiEM25, dare all’Internazionale Nazionalista, guidata da Trump, una batosta. Alcuni anni fa, un trionfo di Trump negli Stati Uniti, in Europa e oltre sembrava roba più inverosimile di quel che adesso suggerisco. Vale la pena provare.

 

 

 

 

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euro

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