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Il Cuperlo tagliente

«Non hai la statura del leader, anche se coltivi l’arroganza del capo».

Il Cuperlo tagliente

Con questa frase sferzante, con la quale ha contestato a Matteo Renzi la sua inadeguatezza a guidare il PD e il paese, un Gianni Cuperlo ad un tempo stanco di sentir svilire la parola “sinistra” dal segretario del suo partito, e brillante al punto di sfidarlo col piglio del leader che non è mai stato, ha provato a giocare la parte di quello che dice che il re è nudo.

Il discorso di Cuperlo è stato cortese nella forma, amichevole nel tono di voce, persino ammirato nel riconoscere la passione e l’impegno politico dell’avversario, ma durissimo nella sostanza: ha accusato Renzi di essere divisivo, di fare scelte di politica economica sbagliate (sgravi e sussidi al ceto medio in luogo degli investimenti), di aver creato una catena di comando inaccettabile, a partire dal fatto che il premier decide sempre da solo (come nel caso dell’emendamento che ha portato alle dimissioni del ministro Guidi), per finire alla dichiarazione che le opposizioni saranno spazzate via dal referendum costituzionale (perché più il referendum viene personalizzato, e più crescono le ragioni del dissenso sulla riforma, anche all’interno del PD); infine gli ha ricordato la fragilità e l’arroganza della classe dirigente che oggi governa il partito e il paese, la sua autoreferenzialità e la sua intolleranza, che non rinuncia mai all’arroganza nei confronti del dissenso.

Dopo questo discorso Renzi, quello del Fassina chi?, e dell’Enrico stai sereno!, non ha detto una parola, e trattandosi di Renzi la cosa appare straordinaria, in deciso contrasto con il carattere sanguigno e istintivo che lo caratterizza.

Può esserci una spiegazione semplice, legata alla possibile irrilevanza di Cuperlo, che forse ha scoperto troppo tardi delle doti di cui avrebbe avuto bisogna prima, ma in realtà non credo sia così, e credo che il discorso dell’ex sfidante perdente qualche campanello d’allarme lo abbia fatto suonare nella testa del premier.

A parte gli elettori che gli hanno consegnato la guida del PD, Renzi oggi controlla essenzialmente il “cerchio magico” e la parte della vecchia classe dirigente che è saltata sul carro del vincitore, fra i quali spiccano alcuni d’alemiani pentiti più realisti del re, ma nessuno di questi oggi conterebbe molto nel partito senza di lui.

Anzi, in periferia il PD segue spesso rotte diverse o altre logiche di potere; senza voler considerare il caso clamoroso del referendum sulle trivelle, nato in regioni governate dalla sinistra che tanti guai sta causando al governo, è abbastanza evidente che molti dei leader più importanti oggi marcano una significativa distanza dal segretario: Rossi ed Emiliano per ragioni diverse ambiscono a contrastare la sua leadership, De Luca è un battitore libero, forse anche troppo, per non parlare di Crocetta, alcuni renziani della prima ora, come Del Rio e Chiamparino, per una ragione o per l’altra hanno fatto un passo indietro, Zingaretti è un altro possibile competitor, e tutti sono uomini che uniscono una storia politica personale al controllo di pacchetti imponenti di voti, per cui non possono essere impunemente cacciati come Letta.

Immaginare un partito leggero senza tutti questi nomi è un’ipotesi che forse neppure Renzi ha mai coltivato, ed è proprio a questi uomini, che mai seguirebbero Bersani o D’Alema fuori dal PD che alla fine Cuperlo ha parlato, dicendo cose che probabilmente molti di loro in misura magari diversa condividono, e che soprattutto sono sostanzialmente vere: è vero che il PD di Renzi ha una ferita aperta a sinistra, ed è vero che sconta una deriva carismatica e populista che non solo è estranea alla tradizione della sinistra, ma che tutti questi uomini non potrebbero accettare fino in fondo, vuoi per ragioni ideali, vuoi per ragioni personali.

Certo, Cuperlo ha usato un linguaggio che non appartiene alla politica di oggi, e forse ha dato persino troppa nobiltà al PD che dissente e a certi personaggi più che discutibili, ma ha posto dei problemi politici veri senza appiattirsi sulle posizioni di chi non ha mai riconosciuto il legittimo successo di Renzi; in politica conta saper dire le cose ed essere credibile quando le si dice, e se le divisioni non vengono sanate neppure in presenza del successo elettorale, vuol dire che i problemi sono reali e profondi, ed è nella natura di questo tipo di problemi causare mutamenti repentini e imprevedibili.

Renzi è un uomo solo, sa di esserlo e sa che questa caratteristica è ad un tempo la sua forza e la sua debolezza: su questo punto Cuperlo lo ha sfidato con intelligenza, e nell’assordante silenzio che ha accompagnato il suo discorso quello del premier appare il più fragoroso di tutti.

Il Cuperlo tagliente

Nel caso di difficoltà nel vedere il video, qui il link al video del discorso di Cuperlo del 4 Aprile.

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23 comments

  1. Luistella 10 aprile, 2016 at 09:43

    Vorrei essere in altro paese (non so quale), quando a forza di dai e dai, l’estrema sinistra, la minoranza dem, il M5S, faranno cadere questo governo e si troveranno a dovere prendere accordi con la destra più “avanguardista” che molto si confà al movimento.. Ma so che non potrò. Vorrei essere in un altro paese per poter vedere a distanza come se la caveranno. Con i rapporti con l’Europa , l’economia della nazione, i diritti civili e tutto il seguito…
    Voglio vedere come si comportenanno i vari auspucatori della caduta del governo attuale, di questo primo ministro come Berlusconi, se non peggio, quando si dovranno confrontare con mangiatori di grilli secchi a mò di comunione, con i contatori di farlocche una più grande dell’altra, con alcuni giornali faziosissimi,e via dicendo . Una domanda che c’entra , ma non c’entra, o forse sì, ai mangiatori di grilli secchi (se vi offendete, non me ne può fregar di meno): perchè e vorrei urlarlo, perchè, quando il ministro Gentiloni in aula esponeva i provvedimenti che l’Italia sta prendendo, quale il ritiro dell’ambasciatore d’Egitto e altri in corso
    , contro l’Egitto per il caso Regeni, il m5s ha disertato l’aula?. Forse perchè Giulio non faceva parte delle ggente , perche ne stava parlando un ministro dell’attuale governo ( motivo più che valido , vero?), o perchè non ha parlato dei marò? Attendo risposta, possibilmente realistica a questa domanda , oppure che si dica che non è vero, erano tutti presenti in aula. Sappiano ora i suddetti partiti e partitucoli, chedovranno governare con questa gente. E voglio vedere (purtroppo ci sarò a vedere).

  2. Remo Inzetta 9 aprile, 2016 at 20:35

    @ Tecette
    Capisco che dispiaccia, ma le elezioni europee non erano una gara di briscola, come i vari turni amministrativi e regionali che il PD ha vinto da quando Renzi è Segretario, o che ha perso quando la cosidetta ala sinistra non lo ha votato, vedi il caso Liguria.
    Vedremo come andrà a finire, ma se finirà male sarà sopratutto per i nostalgici del secolo scorso, che preferiscano far vincere Grillo piuttosto che il PD guidato da Renzi.
    Più che di sinistra mi sembrano sinistri…

  3. nemo 9 aprile, 2016 at 12:30

    E’ bello leggervi, lo è perchè nel leggere si trova, evidente, la spaccatura, verticale di quella che , ancora, si chiama sinistra….C’è chi di noi, ancora, si aggrappa alle utopie dei tempi andati, dimenticandosi le esperienze, quelle sono recenti, quando vari Presidenti del Consiglio fuorno costretti alle dimissioni per beghe interne e sgambetti di “amici” fraterni ! C’è tra noi, si deve ammettere chi esamina le cose con un occhio meno religioso e prova a dimostrare che le cose sono cambiate, lo sono da quando Berlusconi “scese” in campo , lo sono da quando sul mercato politico si è affacciato un cosidetto movimento di cui abbiamo anche interventi dei vari affezionati. Abbamo paura del Re, e vogliamo far cadere Cesare dal piedistallo ? Bene ma all’orizzonte chi abbiamo? Tutti, nessuno escluso, concordano nel dire , il Paese ha bisogno di riforme, vi era perfino nel programma del vecchio ulivo questa necessità, enunciare è facile per tutti, poi si deve passare ai fatti ed ecco le differenze, quelle vengono sempre fuori, sul come passarci!

  4. Jane 8 aprile, 2016 at 20:43

    @ Remo Inzetta (rispondo qui ):
    1. non ho raccontato alcun leader che perderà ma un candidato a amministrazione locale, ciò che ho riportato era caso di come si può parlare a favore di una squadra, di una idea, di un collettivo e non a favore di se stessi
    2. le primarie ormai sono solo terreno di compravendita di voti e di divisioni scarsamente colmabili. In più: espongono a sconfitte cocenti quando selezionano erroneamente. Ne riparleremo quando Roma sarà passata ai grillini (anche qui farete finta che non sia sconfitta irrisoria immagino)
    3. Renzi non ha mai vinto nulla, ha strappato disonestamente il partito e il governo del Paese senza mai sottoporsi a voto per elezioni politiche. Il 40% delle europee era in scia al disfacimento della destra e ai suoi 80 eurini in busta paga
    4.Renzi sta per cadere sì ma non per le destre ma perchè sempre nella storia tutti i leader (a meno che non fossero dittatori) saliti al potere con salti veloci senza averne la statura ma solo la furbizia cadono rovinosamente con parabole discendenti altrettanto veloci
    5. io non mi sarò accorta di alcune cose come dici tu; tu non ti sei accorto che è crisi di governo nei fatti
    6. Renzi non ha giovato al partito (tutto da ricostruire e qui rispondo a Berto: non sono così brava a dirti come ma credo che non si possa eludere un’alleanza vera tra cittadini/militanti di sinistra che si metta in ascolto dei veri bisogni del Paese e dei silenzi assordanti, vedi astensionismo e abbandono di tessere e che rinunci del tutto allo story telling Renzian/Berlusconiano a favore di un patto leale con gli elettori, lo meritiamo) nè al Paese, visto che fa maquillage sistematicamente sui dati sulla occupazione e sul rapporto chiusure/nuove attività produttive (solo a Bologna nei primi mesi del 2016 650 chiusure di esercizi commerciali a fronte di c. 100 aperture).
    In ultimo ma non per ultimo hai ragione a dire Noi e Voi per quanto faccia male siete altro da noi altri. E tutto è stato mistificato nel suo significato più sano e inclusivo solo a favore di un manipolo di improvvisati: godete di avere il potere, la vittoria è altro

    • Berto Al 8 aprile, 2016 at 21:29

      Tanta confusione a sinistra Jane; non si costruisce niente di buono se non si parte da robuste autocritiche e di queste non si vede traccia. Anzi direi che, paradossalmente, Renzi casca a puntino; senza di lui oggi probabilmente il PD non sarebbe al Governo o ci sarebbe in ruolo minoritario. Oh si, ci sarebbe molta più dialettica interna e molte più speranze di vincere al prossimo giro nel quale, irrimediabilmente si andrebbe a perdere. Con Renzi invece è tutto più facile, come lo è stato con Berlusconi: orgogliosamente contro al malaffare, ma incapaci, sempre di contrastarlo. Non è Renzi a gettarmi nello sconforto ma la probabile constatazione che tutte le alternative possibili, sono anche peggiori. Per chiarezza, non vedo, a sinistra, un’alternativa possibile.

    • Por Quemada 9 aprile, 2016 at 12:03

      Devo dire che condivido parecchie delle cose che hai detto su Renzi e sul renzismo, anche se ovviamente, come potrai immaginare, considero congrande piacere la probabile conquista di Roma da parte del Movimento 5 Stelle.
      Mi sembra che questo blog, e i tuoi commenti, confermino due cose: che il PD, in particolare da quando lo guida Renzi, è solo una riedizione peggiorata del berlusconismo, e che quella parte di sinistra che non si riconosce nel PD, e cioè SEL, Comunisti Italiani, Lista Tsipras ecc., è una galassia polverizzata, ininfluente e fuori dalla storia.

  5. Blue 8 aprile, 2016 at 16:38

    Credo che, con tutte le ragioni riconoscibili a Cuperlo, il problema non sia Renzi, ma Il Partito.
    Secondo me Renzi è l’effetto e non la causa della condizione di scadimento politico in cui il PD versa ormai da troppo tempo. Le analisi caratteriali che l’ex Presidente del PD ha svolto alla fine del suo discorso, attribuendo (giustamente) al suo Segretario arroganza e divisismo (e diciamolo, almeno noi, anche un po’ di “divismo”…) andrebbero completate con una robustissima critica a tutti quegli esponenti a lui (di Cuperlo) vicini (ma anche a quelli lontani…) responsabili della attuale situazione.
    Penso che, se avessimo a che fare con soggetti politicamente responsabili, sarebbero più utili due figure disgiunte. Da un lato un Segretario che si occupasse del Partito, delle sue problematiche interne, di ricucitura e mediazione delle anime che lo connotano; dall’altro un PdC che dedicasse pieno tempo all’attuazione del programma di governo per il quale i rappresentanti parlamentari sono stati eletti.
    Ma forse è una ipotesi utopica.

    • M.Ludi 8 aprile, 2016 at 17:39

      Concordo in molte delle cose che dici, sia perchè un’analisi seria dei problemi del PD, a prescindere da Renzi, avrebbe potuto, ben prima che Renzi si candidasse nella responsabilità di gestirlo, portare a risultati diversi, e negli anni del berlusconismo vincente, ed in quelli post berlusconiani, sia perchè è impensabile, anche per il miglior politico al mondo, gestire contemporaneamente ed in modo adeguato, un partito come il PD ed il Governo di un Paese come l’Italia. Detto questo ti chiedo: pensi realmente che Renzi potrebbe decidere a cuor leggero di rinunciare a dirigere il Partito, e te lo chiedo, non solo per l’evidente volontà accentratrice insita nel carattere del buon Matteo, ma anche per la scivolosità dei pavimenti in quel di Sant’Andrea delle Fratte (in particolare al n. 16)

  6. M.Ludi 8 aprile, 2016 at 15:05

    Il dibattito avvenuto l’altra sera in direzione del PD mi preoccupa, non tanto per i riflessi che può avere sul Governo, ma perchè sancisce, una volta di più, l’assoluta “inesistenza” dentro e fuori al PD di una vera alternativa a sinistra.
    Di fronte all’affermazione che campeggia all’inizio del blog, non esisteva alcuna risposta possibile che Renzi dovesse o potesse dare in quanto essa riflette, in modo garbato, com’è nello stile di Cuperlo, un dissenso insanabile nei confronti del Segretario. L’unica risposta poteva venire dalla Direzione nella quale, però, il dissenso si è materializzato in maniera talmente impalpabile da risultare risibile.
    Non vedo composizione possibile all’interno del partito ma, nel contempo, arrivati a questo punto, non capisco proprio che cosa ci stia a fare Cuperlo in un partito che in larga maggioranza appoggia il segretario e da questo lui è irrimedialmente fuori.
    Alla fine, l’unica considerazione che mi viene di fare è che, a prescindere dalle sorti di Renzi e del Governo, se questo andrà a fondo, non sarà avvenuto per merito di Cuperlo il quale, con i suoi 10 minuti di lucido e duro attacco alla segreteria, ha sancito la sua totale ed irrimediabile incapacità (come altri hanno detto altrove) di rappresentare una valida alternativa ad una leadership in difficoltà.
    Nel merito, l’analisi di Cuperlo è stata concentrata sulle mdalità di gestione dei rapporti all’interno del partito ed in Parlamento e solo in minima parte si è manifestato il dissenso rispetto ai provvedimenti adottati dal Governo; la partita Cuperlo la gioca all’interno del PD assumendo posizioni che, invariabilmente, lo pongono fuori dal PD (visto l’appoggio ottenuto in votazione) ed anche se nessuno pare sembri volerlo cacciare (visti i precedenti di chi se n’è andato, perchè preoccuparsi?), dovrebbe essere Cuperlo a volersene andare per combattere una battaglia in contrapposizione al PD con lo scopo di dare una nuova prospettiva alla sinistra italiana, giacchè quelli che lo hanno preceduto mi pare abbiano fallito completamente l’obiettivo.
    Preso atto che Renzi è così e che non ha alcuna intenzione di cambiare, sino a quando non se ne sarà andato o sarà stato fatto accomodare fuori dalla porta, nelle condizioni date è assai difficile si possa pensare di farlo fuori battendo i piedi per terra e continuando con la stessa lisa cantilena quotidiana alla quale Renzi (ma anche chi lo sostiene), non presta più alcuna attenzione. Occorre, quindi, rivolgersi agli elettori proponendo contenuti che stentano ad arrivare anche da Cuperlo, totalmente preso, come tutti suoi illustri predecessori ormai caduti in disgrazia, più a marcare il territorio interno al PD che non a costruire una valida alternativa di Governo.
    Sta accadendo, da mesi, la stessa identica cosa accaduta quando al Governo c’era Berlusconi; noi tutti i giorni ad inveire contro di lui e lui a strafregarsene (tant’è che per venti anni, sia pur con alterne vicende, è rimasto sulla breccia); e quando, finalmente è stato fatto fuori (non elettoralmente), la sinistra ha mostrato tutta la sua incapacità riuscendo a pareggiare una partita giocata pressochè in solitario.
    La prossima volta non accadrà così perchè Grillo e Salvini sembrano, oggi, più forti di quanto lo fosse Berlusconi nel 2013; ma non abbiate timore: potremo sempre tirare fuori un Cuperlo qualsiasi pronto, in modo serio e franco, a dire pane al pane e vino al vino.

  7. Berto Al 8 aprile, 2016 at 12:18

    Cuperlo ha il gran pregio di essere una persona che sa parlare dicendo cose molto importanti senza mai essere ne irritante ne offensivo; di contro ha il difetto di cominciare ad avvicinarsi più ai sessant’anni che ai cinquanta, avendo ricoperto in passato incarichi importanti negli organi del PCi prima e PD poi senza mai assurgere alle cronache come un possibile leader, tant’è che anche in questa lunga fase di travaglio è rimasto nell’ombra per poi sparare tutte le sue cartucce in modo pesante, in una Direzione che, alla fine, conta solo 13 voti di dissenso. Non sarà Cuperlo a far cadere Renzi, e tutta questa discussione mi pare non porti altro di nuovo al dibattito. Può essere che sia proprio il Referendum, al contrario, a dare la spallata attesa da molti, perchè la partecipazione potrebbe essere superiore alle attese ed agli auspici di Renzi; ma se Renzi sul referendum cade, dubito che sia Cuperlo il futuro del Pd, o meglio, di un PD che possa ottenere i voti per governare

    • Tigra 8 aprile, 2016 at 12:45

      Credo che tu abbia ragione, sia sul fatto che il ventennio governato da D’Alema e Veltroni non è riuscito a far crescere una nuova classe dirigente nel PD, anzi, lo ha probabilmente impedito, sia sul fatto che la spallata a Renzi può venire dai referendum, o comunque da fuori, e non da una normale dialettica di partito, sia sul fatto che un PD diverso da quello di Renzi possa avere i voti oggi per governare.
      Credo che dopo una sconfitta politica di Renzi toccherà alla destra, e la sinistra si troverà coi cocci da rimettere assieme, come (quasi) sempre, ma di cocci rotti ce n’è già parecchi anche oggi.

    • Remo Inzetta 8 aprile, 2016 at 14:45

      Ma certo, Cuperlo non è offensivo, ha solo detto al Segretario del suo partito e Presidente del Consiglio che è inadeguato e arrogante, non vedo cosa avrebbe potuto dire di peggio; mi sembri anche troppo tollerante nei confronti di un politico che ha passato la vita all’ombra di D’Alema, e che dal basso di una sparuta minoranza cerca in modo velleitario di far cadere il Governo.
      Se Renzi cadrà sarà per l’alleanza fra la destra e l’estema sinistra nelle urne di uno dei prossimi referendum, un’allenanza dove uomini como Cuperlo saranno a rimorchio di Grillo e Salvini.

  8. Jane 8 aprile, 2016 at 10:50

    Mi piacciono le analisi sulla psicologia dei leader. A differenza di ciò che si crede è politica.
    Condivido con voi, come riflessione e provocazione su cosa potrebbe dire sugli stili di leadership un Renzi al suo contrario, un pezzo di un piccolo candidato sindaco, detto ai suoi a notte alta, dopo fatiche mediatorie: “..io non comando proprio nulla. Non l’ho mai fatto, NON SO FARLO, non m’interessa farlo e non credo affatto che questo sia il ruolo di un candidato … Quel che credo di saper fare un po’ di più – se ne sono capace lo dimostrerò, altrimenti tanto peggio per tutti e tutte noi, me compreso – è parlare sul confine tra dentro e fuori, intrecciare, anche saccheggiandoli, i discorsi che ascolto, cercare di suscitare empatie oltre il recinto. Detto altrimenti, NON SONO – e vorrei fosse chiaro a tutti e tutte noi – l’uomo forte che esprime leadership all’interno del gruppo, il capo carismatico e roba simile. Di sta roba qua ne ho piene le palle da mo’, perché non cambia noi, non cambia il mondo e non serve a un ca…o ok?!
    Della personalizzazione della politica penso tutto il male possibile (così come – a dirla tutta – penso tutto il male possibile delle primarie, che legalizzano e legittimano il procedimento dell’investitura). Di norma, e da gran tempo, si producono personaggi invece che personalità, cioè caricature del carisma e improvvisatori della decisione. Per carità, chi – come alcuni e alcune di voi – si è formato alla scuola di Weber e Schmitt, conosce bene la funzione delle “personalità” nella storia (anche in quella del movimento operaio, com’è noto) – come sa bene che il carisma è un possesso naturale di autorevolezza, che si esprime, non s’impone. Ciò detto, è la caduta della persona collettiva (da intendere come l’organizzazione di una parte, “partito” o “coalizione” che sia) ciò che fa nascere personaggi, personalizzazioni e, dunque, macchiette. In definitiva, stando a noi, ciascuno rifletta sulle proprie responsabilità e su come costruire la “persona collettiva”, invece di minarla…”
    E sogno un premier che dice grandi cose come questa

    • Remo Inzetta 8 aprile, 2016 at 11:49

      Forse non te ne sei accorta, ma il mondo sta andando da un’altra parte, come è sempre successo.
      Ai grandi partiti corrispondono grandi leaders, e il contrario ai partiti piccoli: quello che ci hai raccontato è il leader di un partito che perderà le elezioni e che consentirà a qualcun altro di esibire carisma e autorevolezza.
      Il problema di quelli come Cuperlo, che scriveva discorsi per il padre di tutte le sconfitte, è che chiamano autoritarismo l’autorevolezza di Renzi, solo perchè non sono al suo posto, presumo proprio perchè privi della necessaria autorevolezza.
      Quanto alle primarie, puoi dire quello che vuoi, ma consentono di selezionare i laeders che poi saranno votati dagli elettori, non quelli che faranno vincere gli avversari.

        • Berto Al 8 aprile, 2016 at 12:24

          Bella risposta, a condizione però che si cominci ad andare oltre nel definire cosa il PD e la sinistra dovrebbero fare per diventare forza di Governo vera; ho l’impressione che anche la parentesi Renzi non sia servita a granchè.

        • Remo Inzetta 8 aprile, 2016 at 14:51

          Cara Jane, lo sai che cosa fa veramente la differenza fra me e te, meglio, fra noi e voi? Noi corriamo per vincere, voi per partecipare, e difatti avete lasciato il paese per 40 anni nelle mani della DC e per 20 in quelle di Berlusconi.
          Renzi vince perchè interpreta la modernità, che è un po’ più a destra di voi, o siete voi ad essere troppo a sinistra per questo tempo, non saprei, ma per conservare le posizioni e le idee che tu difendi bastava un Bersani qualunque, che perdeva come i suoi predecessori, e fortunatamente è andato a casa.
          Poi mi spiegherai, se vuoi, dove sta l’errore; nel frattempo gradisci da parte mia gli stessi saluti cordiali che mia hai rivolto.

          • Tecette 9 aprile, 2016 at 18:41

            “Renzi vince”. Bah. Per ora, Renzi non vince perchè non partecipa. Quando ci saranno elezioni, vedremo se vincerà come Prodi, perderà come Veltroni, o pareggerà come Bersani.

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