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Il grande imbroglio: la posta in gioco in queste elezioni USA

 

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Texas rurale, oggi solidamente per il Tea Party, fu trasformato dalle condizioni
medievali di 80 anni fa, da un intervento del governo grazie al New Deal.
Fotografia: Nigel Killeen          (cliccare immagine per miglior risoluzione)

Il grande imbroglio

Il governo assistenziale ha contribuito a rendere grande l’America, ma è stato un tale successo che il suo effetto è diventato scontato ed invisibile. L’odio anti-Washington aiuta solo i super-ricchi e mette a repentaglio il progresso per milioni che vivono con la stagnazione dei salari e la crescente disuguaglianza.

Il grande imbrogli

di Ben Fountain
(Traduzione Redazione Modus)

 

“Ti ricordi, il vostro Presidente Nixon?

Ti ricordi, le bollette che devi pagare?

O anche ieri?”

(David Bowie, Young Americans)

 

La memoria collettiva dell’America è corta. Durante le elezioni di medio termine del 2010, sembrava che ogni altra casa nel mio quartiere nel nord di Dallas avesse messo in mostra davanti al proprio praticello una insegna “Avuto abbastanza? Vota repubblicano! “. Come se fossero passati duecento anni, invece di due, dal momento che l’economia americana era stata sull’orlo del collasso, con i mercati del credito in preda al panico, le grandi banche e le compagnie di assicurazione in procinto di sprofondare nel vuoto, una industria automobilistica con l’elettrocardiogramma piatto, l’indice Dow Jones che precipitava verso i 6500, e le perdite di posti di lavoro che erano oltre 700.000 al mese, per non parlare delle guerre che avevano trasformato il surplus di bilancio degli ultimi anni di Bill Clinton in deficit enormi, il tutto per gentile concessione di due mandati di un presidente repubblicano il ​​cui partito aveva controllato il Congresso, Senato e Camera, per sei degli ultimi otto anni. Sì grazie! Portateci di nuovo ai bei tempi del 2008!

Due anni. La nebbia perpetua del gas-oblio americano aveva fatto il suo lavoro. Se solo due anni sono stati sufficienti per cancellare la memoria della peggiore crisi economica dai tempi della Grande Depressione, allora non dovremmo poter sperare nella consapevolezza di quella precedente crisi di circa 80 anni fa, anche se ci sono ancora in giro un paio di vecchie teste che l’hanno vissuta, e l’esperienza di quei tempi può essere trovata abbastanza facilmente negli archivi e nelle storie dell’epoca.

Il paese, per usare un eufemismo, era diverso allora. La vita era difficile, e un luogo come l’entroterra del Texas – che oggi è il grande cuore pulsante della base repubblicana dello Stato – era una buona approssimazione di un inferno contadino nell’Europa del 14° secolo. La stragrande maggioranza dei texani rurali vivevano senza energia elettrica, il che significava senza refrigerazione e pompe per l’acqua, senza acqua corrente, senza forni, nessuna stufa elettrica o luci incandescenti, senza motori per macchine per la mungitura o il taglio della lana.

Anche per quelli di noi che mancano da quella fattoria da solo una o due generazioni, è quasi impossibile concepire quanto diversa fosse la vita, anche se la frase “sgradevole, brutale e corta” sembra adeguata. Tra le migliori guide per quel periodo c’è il capitolo “The Sad Irons” di The Path to Power, il primo volume della biografia di Lyndon Johnson scritto da Robert Caro, che offre un ritratto straziante di quella vita, una faticaccia medievale sbattuta nel mezzo del 20° secolo americano. Consideriamo un solo aspetto di questo sgobbare: l’acqua. “Dotarsi d’acqua” dalla sorgente – un ruscello o un pozzo – alla casa era un massacro quotidiano che spesso ricadeva sulle donne della fattoria. Come Caro scrive:

“Uno studio federale su quasi mezzo milione di famiglie di agricoltori … ha mostrato che di media, all’epoca, una persona che viveva in una fattoria utilizzava 152 litri di acqua ogni giorno. Dal momento che la famiglia di una fattoria media era di cinque persone, la famiglia usava 760 litri, o quattro quinti di una tonnellata di acqua ogni giorno – 277.000 litri, o quasi 300 tonnellate in un anno. Lo studio ha mostrato che, di media, il pozzo era situato a 70 metri dalla casa – e che per pompare a mano e portare alla casa 277.000 litri di acqua all’anno era necessario che qualcuno impiegasse 63 giorni di otto ore nei 365 giorni, e camminasse per 2.816 chilometri.”

 

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    Il bucato, senza elettricità

 

Il bucato andava fatto fuori, durava tutto il giorno, un processo ad alta intensità muscolare che iniziava con una enorme vasca d’acqua bollente sospesa sopra un fuoco scoppiettante – immaginiamo di farlo in un giorno di Luglio nel Texas – accanto a quella vasca qualcuno – quasi sempre la moglie del fattore – sarebbe stata lì a “punzonare” i vestiti con una pagaia o un manico di scopa, l’equivalente umano di una lavatrice automatica. Si cucinava con stufe a legna, che venivano tenute a bruciare per gran parte della giornata – estate e inverno -, stufe che a loro volta richiedevano di essere costantemente curate – dentro la legna da ardere, fuori le ceneri. A causa della mancanza di refrigerazione, la maggior parte dei pasti dovevano essere preparati da zero ed al momento. Al fine di non morire di fame in inverno, una famiglia doveva inscatolare lattine di frutta e verdura durante l’estate, con un processo di un caldo infernale che andava avanti per giorni e richiedeva la massima precisione. Le stufe a legna venivano utilizzate anche per riscaldare i ferri da stiro per i vestiti, vere e proprie lastre di ferro dai 3 ai 4 chili che dovevano essere fregate, levigate, e raschiate ogni pochi minuti per rimuovere la fuliggine. Le mogli temevano il giorno dello stiro; da lì, “i ferri tristi” (sad irons).

 

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           Le pesanti lastre di ferro dei Sad Irons ("i ferri tristi")

 

Robert Caro prosegue:

“Una moglie in una fattoria della Hill Country doveva fare le faccende, anche se era malata – non importa quanto seriamente. Visto che le donne della Hill Country erano troppo povere per permettersi cure mediche, spesso soffrivano di lacerazioni perineali durante il parto. Nel corso del 1930, il governo federale inviò dei medici ad esaminare un campione di donne della Hill Country. I medici trovarono che, su 275 donne, 158 avevano le lacerazioni perineali. Molte di loro, la squadra dei ginecologi riferì, avevano lacerazioni di terzo grado, “lacerazioni così gravi che è difficile capire come facciano a stare in piedi.” Ma erano in piedi sulle proprie gambe, sbrigando tutte le faccende che le mogli della Hill Country avevano sempre fatto – trasportare l’acqua, trasportare la legna, l’inscatolamento, il lavare, lo stirare, aiutando con la tosatura, l’aratura e la raccolta.”

 

Perché non c’era elettricità.

Questo stato di cose non era limitato al Texas. Nel 1930, più di sei milioni delle 6,8 milioni di aziende agricole americane erano senza elettricità. Dal tramonto all’alba questi agricoltori e le loro famiglie vivevano praticamente al buio. La maggior parte delle lampade al cherosene fornivano l’equivalente di 25 watt di luce nella migliore delle ipotesi, appena sufficienti per la lettura, ed erano sporche, difficili da usare, e pericolose. Molti agricoltori preferivano fare le loro faccende prima dell’alba nel buio piuttosto che rischiare di avere una lampada al cherosene nel granaio. La radio, naturalmente, era fuori discussione. Le notizie e l’intrattenimento disponibili per l’America urbana erano nei fatti oscurati nelle zone rurali.

Poi la Grande Depressione trasformò quel che era una vita estremamente difficile in una impossibile. Con i prezzi per i prodotti dello loro colture, in termini reali, al di sotto di quello che erano state in epoca coloniale, il disastro finanziario iniziò a sopraffare l’America rurale. Entro la fine del 1931, 20.000 aziende agricole al mese venivano pignorate, con la prospettiva di numeri maggiori all’orizzonte. Le suppliche degli agricoltori per un aiuto – tra i quali, una moratoria sui pignoramenti – furono respinte dal presidente Hoover, che in effetti disse all’America di smettere di piagnucolare e andare a masticare la propria fibra morale. Hoover sembrava essere all’oscuro di un fatto basilare della natura umana: le persone tendono a non essere modelli di obbedienza quando stanno morendo di fame. “Avevano messo la loro fiducia nel governo”, come scrisse un giornalista contemporaneo dei contadini, “e il governo aveva fallito … raggiunsero un punto in cui non avrebbero più potuto sopportare la tensione e si spostarono verso l’aperta ribellione.”

 

Sarà improbabile che troviate il seguente episodio della storia americana nei libri di scuola. Nell’Iowa, la Farmers’ Holiday Association organizzò uno sciopero in cui gli agricoltori rifiutarono di portare il cibo al mercato per 30 giorni. Lo sciopero si diffuse ben presto al Dakota, Kansas, Minnesota, Missouri, Nebraska ed oltre. Le strade furono picchettate, poi bloccate per far rispettare lo sciopero. Gli operatori telefonici si coordinarono con gli agricoltori in sciopero per avvertirli quando i soldati o le forze dell’ordine si dirigevano verso di loro. Quando 60 scioperanti furono arrestati a Council Bluffs, Iowa, un migliaio di agricoltori marciarono sul carcere e ottennero il loro rilascio. Quattro uomini occuparono il Campidoglio a Lincoln, Nebraska, e altri 7.000 marciarono sulla Statehouse a Columbus, Ohio con l’intenzione di stabilire una “repubblica dei lavoratori e dei contadini ‘”. Attraverso tutto il Midwest, gli agricoltori cominciarono a riunirsi in gruppi armati per fermare i pignoramenti; avvocati e giudici furono minacciati di impiccagione, spogliati e picchiati, e in almeno un caso, uccisi. “La ribellione della Cornbelt (cinta del mais): gli agricoltori americani battono i loro vomeri in spade” dichiarò il titolo di un articolo del Harper’s Bazaar nel Dicembre 1932, che descriveva la crescente disperazione e la militanza dei contadini.

 

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Agricoltori della Farmers' Holiday Association di Grant County in sciopero
furono tra i manifestanti al Campidoglio di St.Paul, Minnesota, 1935.
Foto: George E. Luxton.         (cliccare immagine per miglior risoluzione)

 

Le città non erano da meno. Cinquemila uomini presero possesso del Palazzo Comunale di Seattle. Migliaia di insegnanti non pagati, a Chicago, assalirono le banche della città, e a New York, un raduno del partito comunista a Union Square (Piazza dell’Unione) riuscì ad attirare una folla di 35.000 persone. Venticinquemila “Marciatori per il bonus” – veterani della Prima Guerra Mondiale – occuparono Washington, creando una tendopoli con le loro famiglie sul Mall; Hoover li fece sbaragliare dai soldati che usarono gas lacrimogeni e baionette in canna. Quell’autunno, in campagna per la rielezione, il presidente fu accolto da una folla ringhiante e canti di “Hang Hoover!” (Impiccate Hoover, N.d.R.). Una House of Representatives (Congresso, N.d.R.) senza maggioranza, vacillante e litigiosa, ispirò un editorialista ad etichettarla, “The Monkey House” (Casa delle scimmie, N.d.R.).

 

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Per gli studiosi è conosciuta come “l’economia mista”, la combinazione di liberi mercati dinamici, di un governo efficace, e un di forte movimento sindacale che caratterizza le nazioni più ricche del mondo. Un rigoroso capitalismo laissez-faire creò una ricchezza straordinaria tra la fine del 19° e l’inizio del 20° secolo in America. Creò anche concentrazioni straordinarie di potere economico e politico che minacciavano di minare la democrazia, insieme a virulenti effetti collaterali come frequenti disastri bancari, oscillazioni selvagge fra espansione e recessione, estreme disuguaglianze sociali e di reddito, e il controllo monopolistico delle grandi industrie. L’Epoca d’Oro dei baroni ladroni – i Gould, i Vanderbilt, i Morgan ed i Rockefeller – fecero abbastanza bene sotto il capitalismo laissez-faire. La maggior parte del resto degli americani erano ancora bloccati nel fosso, con poca o nessuna speranza di sicurezza economica, una aspettativa di vita di circa 45 anni ed un orribile tasso di mortalità infantile che si portava via 300 bambini su 1.000 nelle città.

 

Cresceva la consapevolezza che le straordinarie pressioni del capitalismo industriale richiedevano oramai un aggiornamento del contratto sociale. Theodore Roosevelt lo riconobbe quando disse nel 1910: “I cittadini degli Stati Uniti devono controllare efficacemente le potenti forze commerciali che hanno contribuito a costruire”. Ma ci volle la guida di un altro Roosevelt, Franklin, insieme alla crisi esistenziale della Grande Depressione, per galvanizzare la volontà politica che portò a questo passaggio dal capitalismo laissez-faire ad una economia mista.

 

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Un affresco intitolato The New Deal, presso la scuola d'arte Leonardo Da Vinci
a New York City.  Foto: AP         (cliccare immagine per miglior risoluzione)

 

Roosevelt gli diede un nome, il New Deal (Il Nuovo Contratto Sociale), e trasformò la vita americana così profondamente che, ormai, è diventato invisibile per noi, dato per scontato, come l’aria che respiriamo e la terra sotto i nostri piedi. O come, ad esempio: l’elettricità. Come Caro mostra in The Path to Power, i 30 milioni di agricoltori e le loro famiglie vivevano nel buio preindustriale non a causa di ostacoli tecnologici – molti vivevano in vista delle linee elettriche – o a causa del costo proibitivo per la società di servizi – un sacco di agricoltori si offrirono di pagare le spese di allacciamento di una linea fuori dalle loro case – o perchè le società di servizi non poterono realizzare un profitto con le linee rurali – studi nel Minnesota ed Alabama hanno dimostrato che le linee rurali erano redditizie – ma perché il servizio elettrico rurale non sarebbe stato più redditizio per le aziende di servizi rispetto a quello del mercato urbano. Le aziende basarono la loro decisione, come le aziende son solite fare, sul rischio capitale ed sul tasso di rendimento. Considerazioni quali la correttezza, l’empatia, o il maggior bene sociale semplicemente non erano fattori nel calcolo aziendale.

 

Questo è noto tra economisti come “fallimento del mercato”. Sam Rayburn, il deputato del Texas che guidò la lotta legislativa per portare l’elettricità all’America rurale, dichiarò chiaramente durante il dibattito alla Camera: “Nel periodo che la libera impresa ha avuto l’opportunità di elettrificare le fattorie – dopo 50 anni, ne avevano elettrificato il 3%”.  La legge sui Servizi Pubblici del 1935 e la legge sull’ Electrificazione Rurale del 1936 – cruciale legislazione del New Deal –“portò le luci ” all’America rurale avendo contro la strenua opposizione della lobby dei servizi elettrici, che emise falsi “mailing di massa” spontanei indirizzati ai membri del Congresso (uno dei primi casi di astroturfing* nella politica americana) e arrivando a spingere una campagna di passaparola che insinuava che il Presidente Roosevelt fosse pazzo. John Carpenter, presidente della Texas Power & Light – a Dallas c’è una autostrada che porta il suo nome – detestava Sam Rayburn così tanto, che offrì di spendere qualsiasi somma di denaro per sconfiggerlo alle future elezioni. Rayburn vinse. Le luci si accesero.

Un altro esempio: le banche. Quando Roosevelt entrò in carica, il settore bancario era in caduta libera, un “fallimento del mercato”, che rischiava di far fuori quello che rimaneva dell’economia degli Stati Uniti. Il sistema di sostegno governativo e di regolamentazione sulle banche stabilita dal New Deal – assicurazione dei depositi, requisiti di capitale, la legge Glass-Steagall (separazione delle banche commerciali e di investimento) – e sul settore finanziario in generale – come ad esempio la Securities Act del 1933, anche conosciuta come legge “Verità-in-Securities Act”, e il Securities Exchange Act del 1934   (se pensate che Wall Street sia, al giorno d’oggi, un gioco truccato, è un seminario rispetto al festival-della-frode dei ruggenti anni Venti) – queste regolamentazioni fecero sì che il panico bancario e i tonfi del mercato fossero un ricordo del passato. Dalla metà degli anni ’30 ai primi anni ’80, il settore finanziario degli Stati Uniti godette di notevole stabilità. I fallimenti bancari furono rari, eventi isolati.

Il ciclo bipolare di espansione e recessione del capitalismo laissez-faire è diventato un fenomeno molto più gestibile nel ciclo economico. Questo ha cominciato a cambiare con la deregolamentazione, a partire dalla revisione bipartisan del settore del risparmio e del prestito nei primi anni ’80. “Tutto sommato, penso che abbiamo fatto tombola”,  disse il presidente Reagan nel firmare la legge Garn-St Germain. Non proprio. Nel giro di pochi anni non c’era più alcuna industria del risparmio e del prestito, grazie alla frenesia di speculazione e di auto-negoziazione che seguì il passaggio di Garn-St Germain. La più grande crisi bancaria dopo la Grande Depressione aveva cancellato un intero settore della finanza americana, lasciando il contribuente americano appeso ad un gancio per $ 160 miliardi – una quantità enorme di denaro, al momento, spiccioli rispetto a quello che sarebbe successo poi. Il quadro del New Deal contiunò ad essere smantellato fino al 1990 – Glass-Steagall fu fatta decadere nel 1998 – e, cosa altrettanto importante, il regolamento non fu mai esteso ai nuovi mercati di “finanza esotica” come i credit default swap e derivati. Il mondo bancario e finanziario crebbe sino a diventare sempre più volatile, culminando (finora?) nella grande recessione del 2008, quando solo il massiccio intervento del governo riuscì a salvare l’economia.

 

L’aria che respiriamo. Il terreno sotto i nostri piedi. Le iniziative del New Deal hanno prodotto gran parte delle infrastrutture a cui ci affidiamo ancora oggi, la rete stradale,  gli aeroporti, i ponti, le fognature e l’acqua, i tribunali, le biblioteche e le reti di comunicazione. La legge omnibus Farm Relief del 1933 salvò e stabilizzò l’agricoltura americana, e stabilì le istituzioni che avrebbero reso l’agricoltura un modo e stile di vita economicamente possibile per le generazioni future. Il quadro nazionale di previdenza sociale – social security, benefici di disoccupazione e di invalidità, programmi di lavoro e di risarcimento dei lavoratori – protesse i cittadini dai rischi che i mercati privati ​​non potevano o non avrebbero assicurato. L’ultimo pezzo dell’economia mista ebbe il suo tassello con il Wagner Act (1935), che stabilì i diritti dei lavoratori al formare sindacati e alla contrattazione collettiva con i datori di lavoro, contribuendo a garantire che l’aumento della produttività si riflettesse nell’aumento dei salari.

 

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Lavoratori della Works Progress Administration ricostruiscono il canale di Morris
nel New Jersey. Gran parte delle infrastrutture dell'America moderna è stata
costruita da iniziative del New Deal.
Fotografia: MPI                     (cliccare immagine per miglior risoluzione)

 

Il New Deal ha salvato il capitalismo – lo ha salvato dai grandi capitalisti, anche se molti dei “grandi” non lo vedevano in questo modo. Fred Koch, il padre miliardario dei fratelli e futuri multimiliardari, Charles e David Koch, ebbe a dire nel 1938: “I soli paesi sani in tutto il mondo sono la Germania, l’Italia e il Giappone”. Trovò che la Germania fosse un contro-esempio incoraggiante al New Deal di Roosevelt: “Quando si confronta lo stato d’animo della Germania d’oggi [1938] con quello che era nel 1925, si comincia a pensare che forse questo stato d’ozio, questo alimentarsi dalla mangiatoia pubblica, questa dipendenza dal governo, ecc., da cui siamo afflitti non è permanente e può essere superata. “

Il paragone è istruttivo. Adolf Hitler divenne cancelliere della Germania nel Gennaio del 1933. Cinque settimane dopo, Franklin Roosevelt prestava giuramento come Presidente degli Stati Uniti. Due leader che salivano in carica contemporaneamente, dovendo affrontare entrambi il caos economico e sociale della Grande Depressione. Dire che presero approcci molto diversi, con esiti altrettanto divergenti, sarebbe l’ennesimo eufemismo, dell’ordine di un pianoforte che ti cade sulla testa. La storia dimostra che Fred Koch si sbagliò tanto quanto un essere umano possa mai sbagliare, e la Germania nazista è solo la metà del fatto. Sotto ogni punto di vista – l’aspettativa di vita, la mortalità infantile, il reddito, l’istruzione, la produttività, i profitti delle imprese, l’innovazione scientifica e tecnologica – l’economia mista inaugurata dal New Deal fu un enorme successo. Nell’arco di una generazione, gli Stati Uniti stavano godendo della crescita sostenuta più veloce mai registrata nella storia, e, inoltre, la prosperità, in linea di massima, fu condivisa, con il reddito in aumento più velocemente per il ceto medio e basso rispetto al ceto alto della società.

 

Arrivati al 1950, vi era un ampio consenso in America sul fatto che l’economia mista era stata “una realtà affermata e utile”, prendendo in prestito una frase di un presidente di una Camera di Commercio dell’epoca di Roosevelt (si riferiva alla contrattazione collettiva). Il Presidente Eisenhower, repubblicano, un generale a cinque stelle dell’esercito e nient’affatto un grande liberale, tanto meno un comunista (anche se fu accusato di esserlo dalla John Birch Society, organizzazione reazionaria che contava Fred Koch – ancora lui – tra i suoi fondatori) aveva allargato la sicurezza sociale, ampliato il sostegno federale alla scienza ed alla tecnologia, e spinto per i grandi programmi infrastrutturali. Tale era il consenso politico che la sua legislazione per l’avvio del sistema autostradale interstatale passò al Congresso con un solo voto contrario al Senato, e alla Camera, con acclamazione a voce. In privato, prendeva in giro gli arci-conservatori che sognavano di smantellare il New Deal. “C’è un gruppo scissionista piccolo … che crede si possono fare queste cose”, scrisse in una lettera al fratello Edgar. “Tra loro ci sono H.L. Hunt … un paio di altri milionari del petrolio del Texas, e un occasionale politico o uomo d’affari da altre aree. Il loro numero è trascurabile e sono tutti stupidi “.

 

     William Bell esegue alla Casa Bianca "You Don't Miss Your Water"
           (Non ti manca l'acqua finché non si secca il pozzo)

 

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“Non ti manca l’acqua finché non si secca il pozzo,” (di William Bell, N.d.R.) il grande e compianto Sam Cooke cantava in una delle sue canzoni più malinconiche. Intorno al 2009, 2010, al tempo in cui stavamo strisciando fuori da sotto le macerie del 2008, ci rendemmo conto che la folla di Wall Street se l’era passata abbastanza bene, grazie molto, sembra essere stato quello il momento in cui una massa critica della popolazione americana cominciò a rendersi conto che , ehi, c’è sfuggito qualcosa; che forse il nostro pozzo si stava seccando. La gente era arrabbiata. Avevamo buone ragioni per esserlo. Abbiamo visto grande prosperità in alto, scarso trickle-down verso il basso (effetto sgocciolamento dall’alto verso il basso). In Texas, e soprattutto nel Texas rurale – dove, tra l’altro, l’elettricità e l’accesso ai media elettronici sono fatti consolidati della vita da anni – il Tea Party si è espanso con un potente ruggito di rabbia contro i liberali, il governo e il neoeletto Presidente democratico.

Se quella rabbia sembra un po’ mal diretta, ecco la spiegazione: 40 anni di proselitismo “laissez-faire ” ben finanziato e altamente organizzato, e sparlare del governo (in quanto tale), hanno colpito il subconscio americano. Il paese è stato imbrogliato da un profondo cambiamento ideologico a partire dai primi anni ’70, quando i sostenitori anti-governativi del libero mercato lanciarono uno sforzo concertato per cambiare il panorama politico. Il recente libro di Jacob Hacker e Paul Pierson “Amnesia americana” racconta abilmente la storia, dalle èlite di business che hanno finanziato il movimento (Charles e David Koch in testa), ai think-tank conservatori che svilupparono l’ideologia, agli attori politici che lavoravano in politica. Le truppe d’assalto del movimento includevano gli ideologi duri-e-puri come Grover Norquist, presidente di Americans for Tax Reform, che disse: “Non voglio abolire il governo. Voglio semplicemente ridurlo alle dimensioni dove posso trascinarlo in bagno e annegarlo nella vasca.”  Ayn Rand, autrice di romanzi rosa per magnati d’affari, divenne l’icona di un movimento con le sue raffigurazioni di robusti eroi capitalisti che vincevano contro liberali lagnosi e governi prepotenti. Uno della cerchia ristretta di Rand, Alan Greenspan, andò a servire come presidente della Federal Reserve Bank dal 1988 al 2006, da dove diresse l’ampia deregolamentazione del sistema finanziario. (Più tardi avrebbe professato “incredulità scioccata” per il crollo del 2008, e ammise di aver “trovato un difetto” nella sua ideologia Randiana.)

 

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2011: Manifestanti a New York esprimono la loro frustrazione per l'economia e
Wall Street.                   Fotografia: KeystoneUSA-Zum / Rex Shutterstock
                                  (cliccare immagine per miglior risoluzione)

 

Una fetta molto ridotta d’America – l’1% – raccolse una spettacolare ricchezza da questo cambiamento politico epocale. Quando la rivista Forbes pubblicò la sua prima lista annuale dei 400 americani più ricchi, nel 1982, c’erano due miliardari nell’elenco, e il patrimonio complessivo netto della somma dei 400 in essa contenuti ammontava a $ 225 miliardi, al valore di oggi. Entro il 2014, 113 miliardari rimasero fuori dalla lista perché non arrivarono al minimo ($ 1.55 miliardi);  il complessivo valore netto della classe elencata da Forbes del 2014 fu di $ 2.3 trilioni. Nel frattempo i guadagni per le classi operaia e media americane sono ristagnati anche mentre lavoravamo per più ore: mentre prendevamo un minor numero di giorni di vacanze e continuavamo ad aumentare la nostra produttività. Oggigiorno non è raro per i gestori di hedge fund (fondi speculativi) guadagnare $ 1 miliardo all’anno. I CEO arrivano di routine ad un compenso annuale nell’ordine delle decine di milioni di dollari. Anche supponendo che queste persone siano molto brave in ​​quello che fanno, c’è da chiedersi: possibile che qualcuno sia davvero così bravo?

 

Secondo loro, sì. E di più, sono capaci di dirvi che hanno fatto tutto da soli. Sanford Weill, ex presidente di Citigroup, che ha fatto registrare $ 785 m nel corso di un periodo di cinque anni, ha dichiarato: “Non ci siamo mica affidati a qualcun altro per costruire quello che abbiamo costruito”.  Alcuni anni dopo, Citigroup sarebbe stata salvata dal governo al suon di $ 476 miliardi in contanti e garanzie. Più recentemente, il venture capitalist Chamath Palihapitiya, specializzato in tecnologia, afferma: “Se le aziende chiudessero, il mercato azionario crollerebbe. Se il governo si scomparisse, non succederebbe nulla, e tutti noi andremmo avanti, perché il governo semplicemente non ha importanza.”

Certo, una fiorente economia mista dipende dall’iniziativa individuale, l’innovazione e l’assunzione di rischi. Ma dipende anche dalle istituzioni e dalle strutture sociali che solo una governance ben funzionante è in grado di fornire, come  le leggi, sia civili che penali. i diritti di proprietà privata, i contratti sicuri ed applicabili, i diritti d’autore ed i brevetti, le banche stabili, un commercio internazionale ben regolato, i trattati, gli accordi commerciali, le frontiere sicure ed i controlli doganali. “Posso garantire che se non si dispone di una struttura giuridica non si può avere innovazione”, dichiarò Jim Dempsey, direttore esecutivo del Centro di Berkeley per la Legge e la Tecnologia, in un articolo del 2015 nella rivista Wired. “Senza si avrebbe il caos … ogni innovatore sopravvive grazie all’ossigeno di molteplici sistemi di regolamentazione.”

 

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La ricchezza che deriva dalle imprese private è sicuramente un costrutto sociale. Il presidente Obama notoriamente sopravvalutò il caso quando disse nel 2012: “Se hai un business – non l’hai costruito da solo”. Margaret Thatcher, gemello ideologico di Ronald Reagan in Gran Bretagna, esagerò altrettanto il caso con la sua famosa dichiarazione “non esiste una cosa come la società “.  La verità è che ci vogliono tutte e due, e non c’è esempio più adatto che il cellulare, che alla maggior parte di noi non manca mai. In Amnesia americana troviamo la storia del Dottor Vannevar Bush, zar della scienza sotto FDR durante la seconda guerra mondiale, e di come il Dott. Bush, sollecitato da Roosevelt e con un forte sostegno bipartisan del Congresso, impostò il percorso della enorme spesa del dopoguerra americano in ricerca e sviluppo nel campo della scienza , della tecnologia, e della medicina. Come gli autori Hacker e Pierson scrivono:

“I frutti di questi investimenti variavano dal radar e GPS, alla tecnologia medica avanzata, alla robotica ed ai sistemi informatici che sono presenti in quasi tutte le tecnologie moderne. Lungi dallo spiazzare la R & S privata, per di più, questi investimenti pubblici stimolarono ulteriore e supplementare innovazione privata. I pionieri dei computer che svilupparono sistemi più piccoli e migliori non solo dipendevano da innovazioni tecnologiche promosse da risorse pubbliche, ma avrebbero anche trovato pochissimo mercato per i loro prodotti più redditizi se non fosse stato per internet, GPS, e altre piattaforme sponsorizzate dal governo per la rivoluzione digitale.”

Se si provasse ad aprire uno smartphone , come sottolineano gli autori di Amnesia americana, si troverebbe che ogni componente è il prodotto di una ricerca che il governo degli Stati Uniti ha o finanziato o effettuato direttamente: le batterie agli ioni di litio, il GPS, la tecnologia cellulare, il touch-screen e i display LCD, la connettività Internet, le applicazioni algoritmiche. Internet stessa è una creazione del governo; il Dipartimento della Difesa sviluppò il suo precursore, Arpanet, al fine creare collegamenti con i centri di calcolo delle più importanti università.

 

   Lo smartphone: un trionfo grazie a, ed impossibile senza, gli investimenti
     pubblici degli Stati Uniti.                     Fotografia: Samuel Gibbs 
                  (cliccare immagine per miglior risoluzione)

 

 

Quindi possiamo solo rimanere stupiti dalla olimpionica faccia tosta dei miliardari della Silicon Valley, quando parlano di creare utopie libertarie che trascendono un governo. Il venture Capitalist Tim Draper ha proposto di fare di Silicon Valley un proprio stato semi-autonomo. Larry Page di Google vuole costruire una “Isola Google” dove la ricerca tecnologica possa procedere senza ingerenza del governo. Peter Thiel di PayPal, la cui fortuna è stata costruita non solo su internet, ma grazie alla utile regolamentazione del governo (come la regola della Securities Exchange Commission di limitare le perdite per furto di identità, quanti di noi avrebbero messo la propria carta di credito su internet se il rovescio della medaglia fosse stato il rischio di perdere tutto ciò che possediamo?) è dei principali promotori dell’Istituto Seasteading, dedicato alla creazione di artificiali nazioni insulari al di là della portata del governo.

 

Di fronte a questo tipo di sciocchezze non si può fare a meno di pensare al bambino che dichiara l’indipendenza dalla sua famiglia, e fugge non oltre il suo cortile alla casa sull’albero. La visione del mondo e della società di Thiel è quanto di più infantile ci possa essere, una sorta di romanticismo da secchione che ricorda le fantasie capitalistiche di Ayn Rand. Se non fosse per gli sforzi del collettivo (ai randiani scoppiano crisi allerigiche nell’udire questa parola) della società americana, il settore in cui i magnati tech hanno così fantasticamente prosperato non esisterebbe. Ma arriva ad essere ancora più fondamentale. Lo sviluppo e la disponibilità diffusa di vaccini ed antibiotici dopo la seconda guerra mondiale sono dovuti in gran parte ad iniziative condotte dalle National Institutes of Health, dal Dipartimento dell’Agricoltura, e da altre agenzie governative. Longevità, e la qualità della vita – come la creazione di ricchezza, anche questi sono costrutti sociali. Ma è ancora più essenziale la medicina moderna, che parte ancor prima del New Deal, da alcune delle prime iniziative del governo progressista. Il grande regresso della mortalità, che ebbe inizio nei primi anni del 20° secolo, era in gran parte dovuto al fatto che molti bambini in più sopravvivevano fino all’età adulta. La causa era semplice, anche se ci sono voluti ingenti investimenti da parte del governo per farlo accadere: le città cominciarono a ripulire le loro fonti d’acqua. Filtrazione. Clorazione. Roba di base che diamo per scontata. Se un buon numero di noi è vivo oggi, respirando e camminando e parlando e, in alcuni casi, facendosi una carriera screditando il governo, è perché il nostro trisavolo non è morto di colera o di tifo al tempo che fu.

 

L’aria che respiriamo. Il terreno sotto i nostri piedi.

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L’obiettivo del New Deal di una prosperità ampiamente condivisa ha preso delle belle batoste negli ultimi 40 anni, e il danno recato è visibile. Da ogni punto di vista rispetto ad altri paesi ricchi, gli Stati Uniti hanno perso terreno dal 1970. Siamo più bassi (l’altezza è un ottimo indicatore delle condizioni sociali), non viviamo più a lungo quanto altri, un maggior numero dei nostri bambini muoiono prima del loro primo compleanno, i salari e i risultati scolastici sono rimasti fermi, e le disuguaglianze di ricchezza e di opportunità sono maggiori che in qualsiasi momento dalla fine del 19° secolo. I tassi di mortalità per gli americani bianchi di mezza età sono in realtà aumentati negli ultimi 15 anni, soprattutto per i bianchi senza istruzione universitaria. La mortalità materna è aumentata del 27% a livello nazionale tra il 2000 e il 2014. Nel Texas, il tasso di mortalità materna è raddoppiato tra il 2010 e il 2014.

I molto ricchi, naturalmente, possono acquistare ciò di cui hanno bisogno – l’assistenza sanitaria, l’acqua pulita, il peso politico. Hanno le loro ville recintate e le loro isole private dove ritirarsi. Per quanto riguarda il resto di noi – per esempio, tutti i buoni cittadini là fuori nel Texas rurale, nel Texas del Tea Party, l’aspra terra che fu trasformata dal New Deal – si cerca di immaginare come potrà apparire in 70 o 80 anni se continuasse l’attuale tendenza. Strade dissestate, ponti con riparazioni raffazzonate, fattorie logore. Una riluttante rete energetica, “basata sul mercato”. L’acqua pulita una rarità, e l’assistenza sanitaria incostante. Le lacerazioni perineali, forse, saranno ancora una volta all’ordine del giorno. Uno scenario inverosimile, certo, ma non più difficile da immaginare nel 2016 quanto la realtà vissuta del Texas rurale 80 anni fa.

 

 

 

* Astroturfing è la pratica di mascherare gli sponsor di un messaggio o di una organizzazione (ad esempio, politica, pubblicità, relazioni religiose o pubbliche) per farlo apparire come se provenisse da, e supportato da, individui.

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