attualità

Ilaria e il carabiniere

Stefano Cucchi morì il 22.10.2009. Tutti ormai conosciamo la storia, le denunce, le assoluzioni, gli ultimi eventi investigativi. Il tempo è passato, la giustizia è stata lenta. Forse ora ci sarà una conclusione, con il rinvio a processo degli esecutori materiali del pestaggio. Dico forse, perché non si sa mai.

Recentemente, Ilaria Cucchi ha postato in Facebook la fotografia di uno dei carabinieri, accusati delle botte date a Stefano. L’immagine fotografica, evidentemente postata sul social dall’interessato, ritrae un signore (vorrei dire bellimbusto, ma non lo dico, non si sa mai possa incorrere in una denuncia per avere osato) al mare in costume alquanto ridotto per far evidentemente vedere la propria prestanza fisica. Ilaria postando la foto che sicuramente non avrà avuto difficoltà a trovare, visto che il soggetto l’ha messa su un social network, tanto per farsi vedere , ha scritto che quel giorno era in vena di farsi del male. Il suo scopo era, ovviamente, quello di dimostrare il tipo di personalità può avere, colui che, abusando del potere che gli conferisce la divisa, probabilmente un cultore del proprio fisico e poco della mente, compie atti del genere e se ne vanta in giro. L’avvocato, a nome del suo assistito, ha sporto denuncia verso Ilaria Cucchi.

La famiglia Cucchi, in tutti questi anni ha sempre ammesso la tossicodipendenza del proprio familiare. Una storia travagliata intessuta di grandi sofferenze, con l’epilogo che sappiamo. In sostanza ha sempre cercato la verità, e ha chiesto che colui che viene affidato allo Stato, perché venga giudicato, sia trattato in un modo civile e possibilmente, non gli venga restituito cadavere. Ha chiesto che gli organi di polizia informino i familiari e non che passino ore, giorni, prima che siano avvertiti di ciò che sta succedendo. Prima che vengano chiamati a riconoscere un cadavere che pare, da vivo, essersi procurato rocambolesche cadute ,autolesioni e via dicendo.

Vabbè che, e qui mi riferisco al caso Aldrovandi, abbiamo avuto un ministro il quale disse che la gigantografia dell’immagine di Federico morto, poteva essere un montaggio fotografico, fatto ad arte. Il rosso intorno alla sua testa poteva essere un cuscino…
Forse Ilaria ha sbagliato a postare la foto del signore in costume su fb. Perché questo ha scatenato una ridda di insulti, minacce e amenità varie rivolte all’interessato. Cose che peraltro ha ricevuto a suo tempo, la famiglia Cucchi. A lei, come ad altre persone coinvolte in fatti del genere, non è stato concesso di avere uno sfogo, di far vedere che tipi di elemento sono coloro che abusano della loro divisa e così facendo, oltre a causare vittime, gettano un grave discredito su coloro che invece si comportano come si deve e svolgono delle grandi indagini.

Spero che la denuncia verso Ilaria non abbia alcun effetto, che l’aver postato la foto serva a chi deve giudicare, ad inquadrare meglio il tipo in questione. In effetti, la ex moglie del carabiniere ha fatto delle dichiarazioni, ritenute attendibili, sulle vanterie del marito rispetto alla vicenda, ed ha chiesto scusa ad Ilaria. Si è dichiarata disposta a testimoniare in tribunale, su quanto sta affermando in questi giorni. Comunque spero venga fatta giustizia, che gli imputati, nel caso (finalmente!) siano condannati, per lo meno non possano più esercitare quel mestiere, come invece, pare, lo stiano facendo i poliziotti del caso Aldrovandi.

Una domanda, mettiamola così, provocatoria, agli interessati: se invece di essere uno sconosciuto Stefano Cucchi ( il quale già si sapeva, avrebbe ricevuto una condanna per spaccio ), fosse stato il figlio di un boss mafioso, avrebbero usato la stessa “solerzia” nell’interrogarlo o a sedare un eventuale atteggiamento strafottente, provocatorio o, mettiamo pure, aggressivo?

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7 comments

  1. nemo 13 gennaio, 2016 at 11:01

    Già! Argomento a dir poco spinoso, eppure dovrebbe essere semplice ! Il concetto intendo. Credo che nessuno almeno si spera, sia per natura un feroce picchiatore , ma si sa l’occasione fa l’uomo ladro, allora dove è la differenza tra un sistema poco attento alle libertà civili ed a quelle costituzionali ? Credo che tutti, nessuno escluso anche il più agguerrito giustificazionista non possa che dire, siamo d’accordo, la differenza è data dalla possibilità che questo sistema ha di porre rimedio ad errori e/o degenerazioni varie. Credo sia unanime, escluse le solite estremizzazioni, che nessuno di noi intende mettere sotto accusa l’ Arma ! Ma chiedere a dei suoi appartenenti ragione di un fatto sia possibile, auspicabile, e perchè no lecito. La sola autorizzata a dare una risposta sarebbe, sic, la magistratura ho scritto sarebbe ma abbiamo visto che per diverse volte questo è un verbo mal declinato. Avrete notato che non parteggio per i colpevolisti ma, neppure, per gli innocentisti. Qualcuno dovrà pur spiegare come un ragazzo, sia pure, decisamente, complicato esce da una caserma con il volto tumefatto, ed una volta data una spiegazione convincente si potrà, pure, voltare pagina. Cosa che , sinceramente, ora non è possibile ai famigliari.

  2. Blue 9 gennaio, 2016 at 18:50

    Quando si frequentano i social ci si espone. E ci si qualifica. Per quello che si scrive, per la scelta delle immagini che si propongono, per tutto quello che si pubblica.
    Ho letto il post di Ilaria a corredo della foto oggetto della questione. Ha espresso il suo pensiero in modo chiaro. Senza alcuna ipocrisia ha parlato di “fisicità esibita”, associando tale immagine al travaglio doloroso non interrotto della sua vicenda familiare, trovandola perfettamente coerente con le dichiarazioni e gli atteggiamenti tenuti dai soggetti coinvolti. Il carabiniere ed Ilaria hanno impiegato lo stesso strumento mediatico per manifestare le proprie sensibilità. Anche noi che osserviamo, che condividiamo (o meno) il dolore dell’una o l’ammirazione per l’altro, la critica per la scelta di Ilaria o la repulsione per il giovane muscoloso, anche noi facciamo i conti con le nostre sensibilità ed esprimiamo nel merito delle opinioni. Non ho bisogno di manifestare le mie, prevedibili.
    Quello che resta, al di là di tutto, ci sono i fatti. Essi dicono che un soggetto fragile ed indifeso è stato affidato, in attesa di un giudizio, alla custodia da parte dei tutori dell’ordine. Che lo hanno massacrato.

  3. Bondi James Bondi 9 gennaio, 2016 at 10:39

    per me, quella della signorina Cucchi è solo un’istigazione a praticare quella giustizia popolare, o giustizia proletaria, che tanti danni e tanti lutti fece in un fosco passato. E’ un’iniziativa pericolosa che non porta nessun contributo alla soluzione del caso Cucchi.

    • Tigra 9 gennaio, 2016 at 12:08

      Non diciamo sciocchezze, e non facciamo paragoni insensati, le BR la “giustizia popolare” la facevamo ammazzando la gente, non mostrando delle foto. Nell’era sei social network poi …

  4. Jair 9 gennaio, 2016 at 10:20

    Tutti i giornalisti che in questi giorni si sono schierati contro Ilaria Cucchi, accusandola di avere messo alla gogna questo carabiniere e di avere anticipato un giudizio di colpevolezza che spetta solo ai tribunali, trascurano che è lo stesso carabiniere che ha postato per primo quella sua fotografia sui social. Fotografia che, come giustamente rileva Ilaria, è di per sè stessa la perfetta dimostrazione del “tipo antropologico” di quell’individuo. Indipendentemente dalle responsabilità di costui nella morte di Cucchi, poveri noi se la nostra sicurezza è affidata a personaggi del genere!

    • Por Quemada 10 gennaio, 2016 at 16:04

      Ma scusa, da quando in qua una fotografia diventa la “perfetta dimostrazione di un tipo antropologico”, e cosa sarebbe secondo te il tipo antropologico? Ti sei ispirato a Lombroso?
      Cucchi non doveva certo morire in carcere, ma qualcuno è stato condannato per questo?
      Cucchi era un tossicodipendente, e i carabinieri, fino a prova contraria, sono quelli che ci difendono dalla diffusione della droga, li dobbiamo proprio proprio trattare da criminali incalliti e da sadici, con quello che fanno quotidianamente per tutti noi?
      Aspettiamo almeno che ci sia una sentenza prima di consentire il tiro al bersaglio.

      • Gennaro Olivieri 10 gennaio, 2016 at 20:22

        Guarda che il tuo commento lascia intendere che pensi che Cucchi meritava di fare la fine che ha fatto, solo perchè era un tossicodipendente. Vedi un po’ se è il caso di precisare meglio il tuo pensiero. Quanto alla foto, anche secondo me un carabiniere dovrebbe avere tanta coscienza del suo ruolo e della sua persona, da postare sui social foto in cui indossa dei chiari simboli fallici come il pennacchio e la sciabola dell’alta uniforme, che sono allo stesso tempo simbolo di autorità e di fedeltà alle Istituzioni, e non postare immagini… meno simboliche e più egocentriche.

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