attualità

La triste Francia di Le Pen

SET 071215-00

La sorprendente capacità di recupero dell’estrema destra

L’indignazione al terrorismo a Parigi tre settimane fa ha coinciso con la rinascita di un populismo anti-immigrazione, anti-musulmano in Francia

L’editoriale del Guardian sulle elezioni regionali francesi
(traduzione Redazione Modus)

 

Le prospettive politiche francesi appaiono oggi più minacciose che in qualsiasi altro momento, nella storia recente della repubblica. Dopo il primo turno delle elezioni regionali, l’estrema destra del Fronte Nazionale di Marine Le Pen, con una quota del 30% dei voti a livello nazionale e più del 40% in alcune aree, è più avanti di tutti gli altri partiti tradizionali, e pronto per una svolta. Questa non è solo una conseguenza degli attacchi terroristici che poco più di tre settimane fa hanno ucciso 130 persone. La sicurezza era davvero prioritaria nella mente degli elettori, ed è stata facilmente sfruttata dalla retorica anti-immigrazione e anti-musulmana della signora Le Pen. Ma l’impennata del FN ha molto a che fare con il triste stato degli affari economici e sociali della Francia. La disoccupazione è al 10,4% e continua ad aumentare. L’affluenza ai seggi, anche se superiore all’ultima volta, è stata bassa, consegnando un vantaggio ai movimenti di protesta più motivati. I sostenitori dei partiti tradizionali, sia della destra dei Les Républicains, sia del partito socialista al governo, sembrano aver sentito minori motivazioni per uscir di casa e votare. Gli exit poll hanno confermato le aspettative secondo le quali il FN sarebbe stato in testa dopo il primo turno in sei delle 13 zone metropolitane della Francia, e che per la prima volta sarebbe stato pronto a prendere il controllo di almeno due regioni importanti, il Nord-Pas-de- Calais-Picardie nel settentrione, e  la regione Provenza-Alpi-Costa Azzurra al sud.

 

Da quando ha ottenuto la leadership del FN quattro anni fa da suo padre, Marine Le Pen ha cercato attivamente di realizzare un “re-branding” per trasformare il partito in una entità meno controversa, al fine di ampliare la sua capacità di attrazione. Ha provato, con risultati alterni, di neutralizzare il suo stridente antisemitismo e razzismo, ed ha sviluppato narrazioni socialmente più focalizzate. Candidando se stessa come un difensore di coloro che si sentono ignorati dalle élite parigine, ha efficacemente drenato elettori da tutto lo spettro politico, compresi gli ex comunisti. Il FN sta capitalizzando con una strategia accorta, quella di fare appello oltre che alla classe media fortemente indebolita, anche alle famiglie dei lavoratori colpiti dalla crisi economica, e ad un più ampio numero di persone che sentono che il modello repubblicano di laïcité, il particolare secolarismo francese, sia effettivamente sotto la minaccia del crescente radicalismo islamico.

Ma l’ascesa del FN deve essere vista nel contesto storico più ampio della resiliente estrema destra francese, dal movimento Boulanger del 19° secolo al vichyismo della seconda guerra mondiale, fino alla guerra coloniale algerina.

Le dimensioni esatte della vittoria della signora Le Pen saranno note solo dopo il secondo turno, il 13 Dicembre. Ma a meno che i partiti tradizionali non trovino il modo di unirsi per fermare il FN, è probabile che si consolidi la tendenza generale che vede la crescita del populismo e del sentimento anti-establishment in tutto il continente, mentre i governi lottano con l’impatto dei vincoli finanziari e la ricaduta della crisi dei rifugiati. La signora Le Pen, da tempo critica implacabile dell’euro, che vede come una violazione della sovranità nazionale, non ha mai nascosto la sua ambizione di costruire a livello europeo una coalizione di movimenti di estrema destra o ultra-conservatori con forti opinioni euroscettiche, e il suo successo elettorale verrà interpretato come un esempio spettacolare di come il progetto europeo sia sotto la sfida dei fautori di un ritorno in piena regola allo Stato nazionale. Sulla scena internazionale, sarà anche applaudito da Vladimir Putin, il presidente russo, che – in una evidente alleanza ideologica – ha percorso un lungo cammino per finanziare e sostenere il FN negli ultimi anni.

 

Finora l’FN, guidato dalla signora Le Pen, è andato a raccogliere forza in modo irregolare. Dopo le elezioni parlamentari europee dello scorso anno, è emerso come il primo partito francese. Ma ora ha la possibilità di arrivare al potere. Nel controllo di uno o più governi regionali, sarà in grado di lanciare se stesso come un partito non solo di protesta ma potenzialmente di governo, e la signora Le Pen ha gli occhi puntati sulle elezioni presidenziali 2017. Ora lei avrà una buona possibilità di ripetere il successo di suo padre Jean-Marie nel 2002 e di raggiungere il secondo turno. La presidenza di François Hollande può aver radunato nuovo sostegno in seguito agli attentati di Parigi (in seguito ai quali il suo personale indice di gradimento ha avuto un salto in avanti di 20 punti), ma il suo governo socialista ha miseramente fallito nel convincere sul piano economico. La politica è diventata così polarizzata che rimane molto incerto se Les Républicains di Nicolas Sarkozy e i socialisti del Presidente Hollande saranno ora in grado di avvicinarsi e unire le forze contro il FN. Ciò richiederebbe o la fusione o il ritiro di alcune delle loro liste di candidati in fase di preparazione per il secondo turno. Sicuramente sarebbe una scelta sana, sia per la democrazia della Francia e sia per l’Europa nel suo complesso. E urgentemente necessaria.

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32 comments

  1. Blue 11 dicembre, 2015 at 14:39

    Che si tratti di un fuoco alimentato (ad arte o meno non so, certo il giornalismo – solo italiano? – sta diventando molto “frettoloso”…) in modo da fare scalpore e da distorcere (superficialmente?) il significato reale del contenuto politico dei fatti, appare evidente dagli ultimi aggiornamenti in terra di Francia. Si ha notizia infatti, in queste ultime ore, di una battuta di arresto (a sentire i sondaggi) del FN (e meno male, dico, pensando di trovare qui molti come me), anche nelle sue due fortezze: Paca e Nord-Picardie. Questo anche perché, da un lato le multiformi sinistre (anche se per strategia opportunistica) si stanno rendendo conto che urge un senso di realistico pragmatismo (ricordando qui da noi, a tale proposito, la lettera dei Pisapia&C…), e, dall’altro, nella condivisione dei cosiddetti “valori repubblicani”, Hollande e Sarkozy cercano di costituire una barricata a fronte di una deriva fascistoide anti-istituzionale, quale quella rappresentata in Francia dall’onda “Marine”.
    E questo dovrebbe renderci più serenamente consapevoli di quanto, seppure con molti limiti, i rappresentanti “dell’arco costituzionale” (almeno in Francia), siano meno peggio del racconto che ci viene proposto da parte dei media. A dispetto di una certa parte di popolo che ragiona troppo con la pancia e poco con la testa.
    Lunedì staremo a vedere cosa ci dovremo aspettare anche per l’Europa.

    http://www.lemonde.fr/elections-regionales-2015/article/2015/12/10/il-n-y-a-pas-de-vague-bleu-marine_4828268_4640869.html

    http://www.lemonde.fr/elections-regionales-2015/article/2015/12/09/elections-regionales-2015-46-listes-deposees-pour-le-second-tour-des-regionales_4828102_4640869.html

  2. Blue 11 dicembre, 2015 at 14:39

    Che si tratti di un fuoco alimentato (ad arte o meno non so, certo il giornalismo – solo italiano? – sta diventando molto “frettoloso”…) in modo da fare scalpore e da distorcere (superficialmente?) il significato reale del contenuto politico dei fatti, appare evidente dagli ultimi aggiornamenti in terra di Francia. Si ha notizia infatti, in queste ultime ore, di una battuta di arresto (a sentire i sondaggi) del FN (e meno male, dico, pensando di trovare qui molti come me), anche nelle sue due fortezze: Paca e Nord-Picardie. Questo anche perché, da un lato le multiformi sinistre (anche se per strategia opportunistica) si stanno rendendo conto che urge un senso di realistico pragmatismo (ricordando qui da noi, a tale proposito, la lettera dei Pisapia&C…), e, dall’altro, nella condivisione dei cosiddetti “valori repubblicani”, Hollande e Sarkozy cercano di costituire una barricata a fronte di una deriva fascistoide anti-istituzionale, quale quella rappresentata in Francia dall’onda “Marine”.
    E questo dovrebbe renderci più serenamente consapevoli di quanto, seppure con molti limiti, i rappresentanti “dell’arco costituzionale” (almeno in Francia), siano meno peggio del racconto che ci viene proposto da parte dei media. A dispetto di una certa parte di popolo che ragiona troppo con la pancia e poco con la testa.
    Lunedì staremo a vedere cosa ci dovremo aspettare anche per l’Europa.

    http://www.lemonde.fr/elections-regionales-2015/article/2015/12/10/il-n-y-a-pas-de-vague-bleu-marine_4828268_4640869.html

    http://www.lemonde.fr/elections-regionales-2015/article/2015/12/09/elections-regionales-2015-46-listes-deposees-pour-le-second-tour-des-regionales_4828102_4640869.html

  3. Blue 8 dicembre, 2015 at 17:58

    Prima di gettarsi nello sconforto totale, anche e soprattutto in vista di quello che, sull’onda dei risultati francesi, potrebbe succedere in Italia in un non lontano futuro, sarebbe il caso di considerare alcuni fattori molto importanti.

    1. il fatto che il FN sia il primo partito a livello nazionale non ha alcun significato visto che si tratta di elezioni regionali (12 regioni nello specifico se si eccettuano le terre d’oltremare in cui, a guardare i risultati, a parte La Réunion, c’è da rimanere a bocca aperta viste le percentuali dei raggruppamenti riconducibili alla sinistra rispetto a tutti gli altri; e anche la Corsica in cui le logiche autonomiste hanno una valenza predominante: nonostante ciò la sinistra arriva ad un 31.3%).
    2. se si escludono l’Alsace-Champagne, la Nord-Picardie (da sempre in mano alle destre) e la tradizionalmente destrissima e xenofoba Paca (e, nonostante questo i raggruppamenti, virtuali quanto volete, della sinistra arrivano sempre intorno al 28-30%), in tutte le altre nove regioni i raggruppamenti riconducibili alla sinistra (considerando quindi anche gli ecologisti dell’EELV che in molti casi hanno raggiunto percentuali anche del 8-10 %) sono in maggioranza. Con percentuali che vanno da un minimo del 35% della regione Bourgogne-Franche-Comté fino al 47.35 della Bretagne, passando per il 38.5% dei Pays de la Loire, 41.25 dell’ Ile de France, del 45.79% del Languedoc-Roussillion, etc.
    3. la polverizzazione del fronte di sinistra al primo turno ha portato anche a questo. Vedremo se, ricompattandolo, la destra di Sarko e quella antieuropea e xenofoba di Marine, daranno risultati, al secondo turno, che possano togliere il primato alla lista Unione della Sinistra.
    4. certamente il partito socialista francese sconta una totale incapacità (sarà colpa del suo pseudo-leader Hollande?) di gestione politico-sociale sia all’interno che all’esterno della Francia.

    In conclusione, proprio per evitare di cadere negli stessi errori dei colleghi francesi, sarebbe il caso che i nostri rappresentanti tenessero bene in conto che un partito europeo non può fare a meno di affrontare seriamente il tema delle politiche ambientali (ecologia) da cui può derivare un importante consenso; che coloro che pensano di riferirsi ad una idea di sinistra (riformista quanto si voglia ma dall’identità storicamente determinata) devono restare all’interno di una medesima coalizione (partito?) e praticare una strategia comune.
    Pena il consegnare il Paese a Grillo & C.

    Ps.: i dati completi e dettagliati di quanto ho sintetizzato li trovate sul sito di “lemonde.fr”, cliccando sulla mappa delle regioni della Francia, ove vengono riportati (regione per regione) i risultati di tutte le liste presenti al primo turno.

    • M.Ludi 8 dicembre, 2015 at 19:45

      Temo che ci sia anche altro, riproducibile in Italia, che le lezioni amministrative francesi insegnano e riguarda la necessità di un miglioramento della situazione economica. La Francia sembra patire, adesso come non mai, i deludenti dati economici che il governo Hollande porta a consuntivo dopo aver largamente utilizzato una leva finanziaria a noi inibita. Ho il timore che in Francia, come da noi e, pare, adesso anche in Germania, gli strumenti convenzionali di incentivo all’economia mostrino una qualche usura e che senza correttivi, si rischi, non solo di sparare inutilmente tutte le cartucce del Q.E., ma anche, addirittura, un’iperinflazione da eccesso di monetarismo unita a sviluppo basso o assente; il che significa disastro o se preferisci la tempesta perfetta. Su questo terreno i vari Salvini/Le Pen vanno (e andranno) a nozze.

    • Luistella 10 dicembre, 2015 at 12:10

      Hai fatto bene Blue,a fare queste precisazioni ,documentabili. Non sono in grado di fare l’analisi politica che tu hai fatto; ma tra me dicevo” sono regionali, non sono politiche. La sinistra di Hollande ha delle mancanze, ma ciò non giustifica una virata all’estrema destra!”. Come al solito, il giornalismo stampato e non , ha scatenato una bagarre che ci ha fatto temere una Francia nazionalsocialista, con tanto di patema d’animo (anche della sottoscritta) Ormai bagarre del genere sono all’ordine del giorno. Certo non è bella cosa ciò che accade in Francia. ma bisogna valutare tutte le situazioni. Le notizie dovrebbero essere date in modo più obiettivo: altrimenti, come sta accadendo, abbiamo un Salvini con tanto di coorte, alla carica, pronto a conquistare l’italia ed allearsi con quanto la destra xenofoba.

      • Jair 10 dicembre, 2015 at 13:20

        scusa Luistella, non capisco dove starebbe l’errore dei giornalisti: nell’ingigantire l’importanza di elezioni solo amministrative, nel fatto che non è vero che le Le Pen siano nazistoidi, o c’è qualche altra mancanza di obiettività?

        • Luistella 11 dicembre, 2015 at 12:34

          Sovente, nella fretta di postare un commento, non mi spiego bene. Intendevo dire che la stampa, in generale ha presentato l’esito delle votazioni amministrative come se fosse il risultato delle politiche o presidenziali. In pratica è la tua prima domanda. Pur essendo molto importanti queste votazioni, condivido la tesi di Blue, che certamente si è spiegato meglio di me. Che Le Pen e compagnia cantante , siano nazistoidi , penso sia purtroppo, scontato.

  4. Blue 8 dicembre, 2015 at 17:58

    Prima di gettarsi nello sconforto totale, anche e soprattutto in vista di quello che, sull’onda dei risultati francesi, potrebbe succedere in Italia in un non lontano futuro, sarebbe il caso di considerare alcuni fattori molto importanti.

    1. il fatto che il FN sia il primo partito a livello nazionale non ha alcun significato visto che si tratta di elezioni regionali (12 regioni nello specifico se si eccettuano le terre d’oltremare in cui, a guardare i risultati, a parte La Réunion, c’è da rimanere a bocca aperta viste le percentuali dei raggruppamenti riconducibili alla sinistra rispetto a tutti gli altri; e anche la Corsica in cui le logiche autonomiste hanno una valenza predominante: nonostante ciò la sinistra arriva ad un 31.3%).
    2. se si escludono l’Alsace-Champagne, la Nord-Picardie (da sempre in mano alle destre) e la tradizionalmente destrissima e xenofoba Paca (e, nonostante questo i raggruppamenti, virtuali quanto volete, della sinistra arrivano sempre intorno al 28-30%), in tutte le altre nove regioni i raggruppamenti riconducibili alla sinistra (considerando quindi anche gli ecologisti dell’EELV che in molti casi hanno raggiunto percentuali anche del 8-10 %) sono in maggioranza. Con percentuali che vanno da un minimo del 35% della regione Bourgogne-Franche-Comté fino al 47.35 della Bretagne, passando per il 38.5% dei Pays de la Loire, 41.25 dell’ Ile de France, del 45.79% del Languedoc-Roussillion, etc.
    3. la polverizzazione del fronte di sinistra al primo turno ha portato anche a questo. Vedremo se, ricompattandolo, la destra di Sarko e quella antieuropea e xenofoba di Marine, daranno risultati, al secondo turno, che possano togliere il primato alla lista Unione della Sinistra.
    4. certamente il partito socialista francese sconta una totale incapacità (sarà colpa del suo pseudo-leader Hollande?) di gestione politico-sociale sia all’interno che all’esterno della Francia.

    In conclusione, proprio per evitare di cadere negli stessi errori dei colleghi francesi, sarebbe il caso che i nostri rappresentanti tenessero bene in conto che un partito europeo non può fare a meno di affrontare seriamente il tema delle politiche ambientali (ecologia) da cui può derivare un importante consenso; che coloro che pensano di riferirsi ad una idea di sinistra (riformista quanto si voglia ma dall’identità storicamente determinata) devono restare all’interno di una medesima coalizione (partito?) e praticare una strategia comune.
    Pena il consegnare il Paese a Grillo & C.

    Ps.: i dati completi e dettagliati di quanto ho sintetizzato li trovate sul sito di “lemonde.fr”, cliccando sulla mappa delle regioni della Francia, ove vengono riportati (regione per regione) i risultati di tutte le liste presenti al primo turno.

    • M.Ludi 8 dicembre, 2015 at 19:45

      Temo che ci sia anche altro, riproducibile in Italia, che le lezioni amministrative francesi insegnano e riguarda la necessità di un miglioramento della situazione economica. La Francia sembra patire, adesso come non mai, i deludenti dati economici che il governo Hollande porta a consuntivo dopo aver largamente utilizzato una leva finanziaria a noi inibita. Ho il timore che in Francia, come da noi e, pare, adesso anche in Germania, gli strumenti convenzionali di incentivo all’economia mostrino una qualche usura e che senza correttivi, si rischi, non solo di sparare inutilmente tutte le cartucce del Q.E., ma anche, addirittura, un’iperinflazione da eccesso di monetarismo unita a sviluppo basso o assente; il che significa disastro o se preferisci la tempesta perfetta. Su questo terreno i vari Salvini/Le Pen vanno (e andranno) a nozze.

    • Luistella 10 dicembre, 2015 at 12:10

      Hai fatto bene Blue,a fare queste precisazioni ,documentabili. Non sono in grado di fare l’analisi politica che tu hai fatto; ma tra me dicevo” sono regionali, non sono politiche. La sinistra di Hollande ha delle mancanze, ma ciò non giustifica una virata all’estrema destra!”. Come al solito, il giornalismo stampato e non , ha scatenato una bagarre che ci ha fatto temere una Francia nazionalsocialista, con tanto di patema d’animo (anche della sottoscritta) Ormai bagarre del genere sono all’ordine del giorno. Certo non è bella cosa ciò che accade in Francia. ma bisogna valutare tutte le situazioni. Le notizie dovrebbero essere date in modo più obiettivo: altrimenti, come sta accadendo, abbiamo un Salvini con tanto di coorte, alla carica, pronto a conquistare l’italia ed allearsi con quanto la destra xenofoba.

      • Jair 10 dicembre, 2015 at 13:20

        scusa Luistella, non capisco dove starebbe l’errore dei giornalisti: nell’ingigantire l’importanza di elezioni solo amministrative, nel fatto che non è vero che le Le Pen siano nazistoidi, o c’è qualche altra mancanza di obiettività?

        • Luistella 11 dicembre, 2015 at 12:34

          Sovente, nella fretta di postare un commento, non mi spiego bene. Intendevo dire che la stampa, in generale ha presentato l’esito delle votazioni amministrative come se fosse il risultato delle politiche o presidenziali. In pratica è la tua prima domanda. Pur essendo molto importanti queste votazioni, condivido la tesi di Blue, che certamente si è spiegato meglio di me. Che Le Pen e compagnia cantante , siano nazistoidi , penso sia purtroppo, scontato.

  5. Genesis 8 dicembre, 2015 at 10:09

    Insomma, in pratica, in definitiva…ha vinto il populismo e la paura di un domani indefinito…
    A parte che chi utilizza sta parola “populismo” dovrebbe conoscerne il significato: è un’esaltazione culturale e politica del popolo sulla base dei principi e programmi del socialismo (quindi più a sinistra di questo non c’è forse nulla…)
    In Francia Ha vinto invece l’ultra-nazionalismo: nessuno mai lo avrebbe ipotizzato? …siamo seri…
    I principi di uguaglianza, fraternità e libertà, in Francia, sono morti già al tempo delle lame che cadevano sul collo dei reali, e defunti dopo il 1945, allorquando questo paese divenne uno dei liberatori d’Europa e non uno dei collusi col nazifascismo. In tutti i paesi europei soggiogati dal regime nazista vi fú una resistenza importante…è storia di un popolo e di un modo di essere che deriva da un paese sempre stato colonizzatore e non colonizzato!
    Manca una sinistra vera in Francia? Bah, dipende da cosa si intende…!

    (PS: stessa “roba” vale per l’Italia….)

    • Gennaro Olivieri 8 dicembre, 2015 at 11:54

      Lasciando ad altri la discussione sul significato del termine populismo, permettimi di ricordare che anche gli inglesi tagliarono teste di reali che mal governavano, e probabilmente anche queste esperienze rafforzarono la loro tradizione democratica. Quanto al fatto che i francesi fossero solo resistenti e non collusi col nazifascismo… beh, credo che il triste nome della Repubblica di Vichy sia un esatto sinonimo di collaborazionismo!

      • Genesis 8 dicembre, 2015 at 12:03

        Qui si sta discorrendo di Francia e francesi…lascerò ad altro probabile post il mio pensiero sul popolo della rossa croce su sfondo bianco e della bandiera dell’Unione delle Colonie…

  6. Genesis 8 dicembre, 2015 at 10:09

    Insomma, in pratica, in definitiva…ha vinto il populismo e la paura di un domani indefinito…
    A parte che chi utilizza sta parola “populismo” dovrebbe conoscerne il significato: è un’esaltazione culturale e politica del popolo sulla base dei principi e programmi del socialismo (quindi più a sinistra di questo non c’è forse nulla…)
    In Francia Ha vinto invece l’ultra-nazionalismo: nessuno mai lo avrebbe ipotizzato? …siamo seri…
    I principi di uguaglianza, fraternità e libertà, in Francia, sono morti già al tempo delle lame che cadevano sul collo dei reali, e defunti dopo il 1945, allorquando questo paese divenne uno dei liberatori d’Europa e non uno dei collusi col nazifascismo. In tutti i paesi europei soggiogati dal regime nazista vi fú una resistenza importante…è storia di un popolo e di un modo di essere che deriva da un paese sempre stato colonizzatore e non colonizzato!
    Manca una sinistra vera in Francia? Bah, dipende da cosa si intende…!

    (PS: stessa “roba” vale per l’Italia….)

    • Gennaro Olivieri 8 dicembre, 2015 at 11:54

      Lasciando ad altri la discussione sul significato del termine populismo, permettimi di ricordare che anche gli inglesi tagliarono teste di reali che mal governavano, e probabilmente anche queste esperienze rafforzarono la loro tradizione democratica. Quanto al fatto che i francesi fossero solo resistenti e non collusi col nazifascismo… beh, credo che il triste nome della Repubblica di Vichy sia un esatto sinonimo di collaborazionismo!

      • Genesis 8 dicembre, 2015 at 12:03

        Qui si sta discorrendo di Francia e francesi…lascerò ad altro probabile post il mio pensiero sul popolo della rossa croce su sfondo bianco e della bandiera dell’Unione delle Colonie…

  7. Osita 7 dicembre, 2015 at 16:38

    purtroppo la Francia è stata sempre di destra ,pure se ancorata ai suoi principi repubblicani,e la strage fatta dai terroristi non ha aiutato Hollande ,mentre il razzismo e l’odio per il diverso hanno allontanato i moderati.Speriamo che l’Italia abbia appreso qualcosa dai risultati delle elezioni regionali francesi e che capisca che è bene attaccare la UE in certi casi, ma mai negare la moneta unica

    • Jair 7 dicembre, 2015 at 19:12

      Tutti gli elettorati del mondo sono sempre stati di destra. Sono molto i brevi i periodi in cui l’opinione pubblica riesce a rispondere razionalmente alle paure primordiali dell’uomo sull’incertezza del futuro. La tentazione dell’uomo forte e del fascismo c’è sempre stata ovunque, da nord a sud, e ormai gli anticorpi democratici che risalivano all’orrore per la catastrofe della seconda guerra mondiale, sono scomparsi. Gli unici che in ogni frangente sembrano essere immuni dal pensiero che l’autoritarismo dia sicurezza e porti un miglioramento delle condizioni di vita , sono gli inglesi.

  8. Osita 7 dicembre, 2015 at 16:38

    purtroppo la Francia è stata sempre di destra ,pure se ancorata ai suoi principi repubblicani,e la strage fatta dai terroristi non ha aiutato Hollande ,mentre il razzismo e l’odio per il diverso hanno allontanato i moderati.Speriamo che l’Italia abbia appreso qualcosa dai risultati delle elezioni regionali francesi e che capisca che è bene attaccare la UE in certi casi, ma mai negare la moneta unica

    • Jair 7 dicembre, 2015 at 19:12

      Tutti gli elettorati del mondo sono sempre stati di destra. Sono molto i brevi i periodi in cui l’opinione pubblica riesce a rispondere razionalmente alle paure primordiali dell’uomo sull’incertezza del futuro. La tentazione dell’uomo forte e del fascismo c’è sempre stata ovunque, da nord a sud, e ormai gli anticorpi democratici che risalivano all’orrore per la catastrofe della seconda guerra mondiale, sono scomparsi. Gli unici che in ogni frangente sembrano essere immuni dal pensiero che l’autoritarismo dia sicurezza e porti un miglioramento delle condizioni di vita , sono gli inglesi.

  9. Por Quemada 7 dicembre, 2015 at 14:34

    Che credibilità dovrebbero avere la destra tradizionale e la sinistra, unite per vincere le elezioni?
    E per quato tempo?
    In realtà in Francia sta andando come quasi dappertutto, se la destra e la sinistra tradizionale non si mettono in testa che il principale problema dei cittadini europei è ormai quello della sicurezza, saranno semplicemente spazzate via.
    Dopo, con la sicurezza garantita, ci si potrà di nuovo dividere su altre questioni.

    • Jair 7 dicembre, 2015 at 19:16

      I sondaggi davano le terribili signore Le Pen vincenti anche prima degli attentati di Parigi. Più della paura dell’Isis conta la crisi: non a caso le regioni dove il FN ha ottenuto i risultati più ampi sono quelli che più sono falciati da crisi economica e disoccupazione.

      • Remo Inzetta 7 dicembre, 2015 at 20:28

        In generale condivido quello che dici, ma devi considerare il voto d’oppinione, che è un voto trasversale e marginale, che spesso determina il successo o la sconfitta alle elezioni; in questo senso la paura del terrorismo può fare la differenza, perchè consegna a Le Pen non solo i voti dei ceti sociali impoveriti dalla crisi, concentrati in alcune regioni, ma anche voti che provengono dalla media borghesia, tradizionalmente di destra moderata.
        Non sottovaluterei il peso elettorale della paura, ed è per questo che bisogna essere molto prudenti.

  10. Por Quemada 7 dicembre, 2015 at 14:34

    Che credibilità dovrebbero avere la destra tradizionale e la sinistra, unite per vincere le elezioni?
    E per quato tempo?
    In realtà in Francia sta andando come quasi dappertutto, se la destra e la sinistra tradizionale non si mettono in testa che il principale problema dei cittadini europei è ormai quello della sicurezza, saranno semplicemente spazzate via.
    Dopo, con la sicurezza garantita, ci si potrà di nuovo dividere su altre questioni.

    • Jair 7 dicembre, 2015 at 19:16

      I sondaggi davano le terribili signore Le Pen vincenti anche prima degli attentati di Parigi. Più della paura dell’Isis conta la crisi: non a caso le regioni dove il FN ha ottenuto i risultati più ampi sono quelli che più sono falciati da crisi economica e disoccupazione.

      • Remo Inzetta 7 dicembre, 2015 at 20:28

        In generale condivido quello che dici, ma devi considerare il voto d’oppinione, che è un voto trasversale e marginale, che spesso determina il successo o la sconfitta alle elezioni; in questo senso la paura del terrorismo può fare la differenza, perchè consegna a Le Pen non solo i voti dei ceti sociali impoveriti dalla crisi, concentrati in alcune regioni, ma anche voti che provengono dalla media borghesia, tradizionalmente di destra moderata.
        Non sottovaluterei il peso elettorale della paura, ed è per questo che bisogna essere molto prudenti.

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