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Oskar Schlemmer e il ‘Balletto Triadico’

untitledIl balletto triadico è certamente l’opera più significativa di Oskar Schlemmer, artista poliedrico che ben rappresenta quelli che furono i primi trent’anni del secolo scorso per la cultura tedesca.

Nato a Stoccarda nel 1888 e morto a Baden Baden nel 1943, fin dal tempo della sua fondazione aderì al Bauhaus di Weimar, assumendo la direzione della sezione di cultura e teatro. In pittura, partito dal cubismo, sviluppò uno stile tra classico e purista analogo a quello della Scuola di Parigi. Con i cosiddetti ‘Mauerbilder’ riuscì a trovare una felice unione tra architettura e pittura; l’ultimo decennio della sua attività fu caratterizzato da un rigoroso astrattismo.

La sua opera piú originale e conosciuta rimane però il ‘ Triadisches Ballet’, che, con originali invenzioni meccaniche di sapore surrealista, ebbe vivo successo e molte ripercussioni nella scenografia teatrale tedesca che egli aveva cercato di rinnovare dando pieno risalto alla purezza della figura umana. Esso è generalmente considerato una delle punte più alte e significative della stagione progettuale del Bauhaus. Schlemmer concepì l’opera come una corrispondenza ‘matematica’ e ‘proporzionale’ tra uomo e spazio, con un ritmo che doveva servire ad un’ideale ‘riunificazione con il cosmo’.

La prima rappresentazione del Balletto triadico ha luogo il 30 settembre 1922 (quindi già in piena stagione Bauhaus) al Landestheater di Stoccarda. La struttura del balletto è fondata sulla triade, l’accordo dei tre, poiché in questo numero l’egoismo dell’uno e la contrapposizione dualistica vengono superati per far posto al collettivo; l’uno il due e il tre si alternano e fondono: tre sono i danzatori, una donna e due uomini, tre le sezioni del balletto composto da dodici danze eseguite da diciotto costumi: di tre elementi si compongono i raggruppamenti formali: forma colore spazio, altezza profondità larghezza, sfera cubo piramide, rosso blu giallo.” – cit.:Marina Bistolfi: “Oscar Schlemmer. Scritti sul teatro. – Feltrinelli, 1981 .

The Triadic Baller - Oskar Schlemmer 1924Momento essenziale del balletto è per Oskar Schlemmer il costume, da cui si sviluppa la ‘geometria della scena danzata’. Il corpo del ballerino deve adattarsi necessariamente all’astrattezza e alla rigidità del costume stesso ed è quindi il mezzo che permette di abbandonare la narrazione emotiva o naturalistica e assumere una ragione ‘costruttiva e formale’ e non più, o non solo, ‘decorativa’. ” I ballerini –ebbe a dichiarare Schlemmer – si comportano in vario modo. Gli uni, il cui ideale è rappresentato alla libera danza come mezzo di espressione immediata, rifiutano nettamente questi costumi ‘innaturali’. Dopo i primi salti avrebbero già distrutto il costume. Gli altri vi intravedono nuove possibilità per oltrepassare i limiti del puro movimento del corpo. Non è facile danzare con questi costumi, anzi credo che ciò richieda un alto grado di disciplina corporea per fondere corpo e costume in un’unica unità.”

POP01_02219_WLa linea d’azione di Schlemmer in seno al Bauhaus è quella di privilegiare lo studio del movimento, mettere al centro l’uomo, ridisegnato alla stregua di marionetta o automa. Non dobbiamo dimenticare che durante gli anni venti le attività artistiche più febbrili si svilupparono in Germania. Con il suo metodo rivoluzionario e sperimentalista, il Bauhaus divenne un’istituzione di importanza internazionale; Schlemmer cercò di conciliare arte e tecnologia e legò le arti visive al nuovo stile moderno attraverso il suo interesse per la figura nello spazio. I danzatori di Schlemmer erano creature senza sesso, automi, e creò così il “Tanzermensch”, ovvero l’uomo danzatore. Lui vedeva la danza come un pittore, eliminando così tutti gli aspetti emotivi e letterali, affidandosi a visioni plastiche dentro moduli geometrici. Le tre sezioni del balletto declinavano ciascuna il carattere giocoso-burlesco, il cerimonioso-solenne, la fantasia mistica. Le musiche sono di Paul Hindemith.

Il padre del Bauhaus e suo principale esponente, Walter Gropius, a ragione, definì Oskar Schlemmer il “maestro-mago”. Solo il nazismo riuscì a soffocare il fermento di quegli anni, incredibili per il mondo dell’arte e della cultura in generale.

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