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Perché Kim ha schiacciato il tasto proprio ora?

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Test nucleare della Corea del Nord:

le motivazioni del dittatore non sono chiare, ma il suo ultimo exploit conferma la sua reputazione come cane sciolto e pericoloso fuorilegge internazionale.

di Simon Tisdall
(Traduzione Redazione Modus)

 

Capita raramente che le azioni di un singolo paese uniscano il mondo in una condanna unanime, ma questo è ciò che la Corea del Nord è riuscita ad ottenere con la notizia del suo ultimo test nucleare con esplosione sotterranea. Ma questo atto di sfida universale ha anche sottolineato il fallimento a lungo andare della comunità internazionale nel frenare Kim Jong-un, il giovane dittatore della Corea del Nord, e il suo pericoloso regime militare sul Paese.

Le denunce appassionate alla sorpresa di Capodanno di Pyongyang risuonano in tutto il mondo, da Washington e Bruxelles a Tokyo e Canberra. La Russia ha prevedibilmente avvertito che il test, il quarto del paese, aggraverrà le tensioni e aumenterà ” l’alto potenziale di scontro militare e politico” nella penisola coreana.

Ma, su tutte, è stata la reazione della Cina – apparentemente l’unico amico della Corea del Nord – ad essere la più significativa. Pechino ha formalmente protestato, ed ha espresso preoccupazione per le scorie di fallout radioattivo nelle aree confinanti con la Corea del Nord, e ha dichiarato che sosterrà una nuova azione punitiva del Consiglio di Sicurezza dell’ONU, come richiesto dalla Corea del Sud, tra gli altri.

Forse la malcelata ira di Pechino farà riflettere Kim. Ma forse no. Kim avrà ben saputo che il suo non comunicare in anticipo ai leader cinesi il test sarebbe sarebbe stato interpretato come fumo negli occhi. Kim ha rifiutato di far parte ai colloqui a sei sul nucleare, con guida cinese. Nel mese di Settembre, ha snobbato l’invito del presidente cinese, Xi Jinping, per partecipare alle celebrazioni che segnavano la fine della seconda guerra mondiale. Infatti, Kim non ha mai visitato il suo alleato cinese.

Una visita a Pyongyang di Liu Yunshan, un alto funzionario di partito cinese, lo scorso Ottobre poteva dar d’intendere che i rapporti fossero in fase di miglioramento. Ora Kim ha sbattuto di nuovo la porta. In realtà, la Cina ha meno influenza su Pyongyang di quanto comunemente si creda, sia sul piano politico che in termini di commercio di forniture e di petrolio. Così forse al ragazzino Kim, sedicente leader supremo, non importa cosa pensa “Papà” Xi.

O forse, ancor più allarmante, Kim non sa quello che fa.

 

 

La saggezza diplomatica convenzionale suggerirebbe che la Cina non romperà con il regime della Corea del Nord per paura di un loro collasso interno, una crisi di profughi, o di opportunismo dii Stati Uniti e  Corea del Sud. Ma c’è più di un modo di arrivare dove vuoi arrivare. Dure sanzioni bilaterali della Cina, oltre alle misure delle Nazioni Unite sono una possibilità, oltre a una interruzione agli aiuti cinesi, e stop agli investimenti e a progetti comuni.

Se la Cina non agirà, non è chiaro chi lo possa fare al suo posto. La politica della carota e del bastone di Washington, dell’ impegno alternato all’ostracismo, risalente all’amministrazione Clinton, evidentemente non ha funzionato. Ciò che è chiaro è che la dittatura sia costantemente diventata più feroce e minacciosa da quando Kim prese il potere nel 2011, succedendo al suo defunto padre, Kim Jong-il.

Inesperto – compirà 33 anni l’8 gennaio – e temendo per la sua posizione, Kim ha spietatamente eliminato i possibili avversari con modi stalinisti, estendendo la sua presa sull’onnipotente realtà militare. In un agghiacciante episodio del 2013, disonorò e giustiziò lo zio e mentore, Jang Sung-taek, oltre a tutti i parenti, figli e nipoti di Jang.

Le sistematiche violazioni dei diritti umani, tra cui campi di lavoro forzato ed esecuzioni, sono peggiorate sotto il suo dominio, portando una commissione delle Nazioni Unite a chiedere che Kim sia indagato per crimini contro l’umanità.

Nel suo discorso d’inizio anno nel 2013, Kim impose la legge marziale alla quale seguirono notizie che 10.000 persone morirono di carestia nelle province del nord e sud Hwanghae. Inoltre ordinò il terzo test nucleare del Paese, che portò direttamente alle ulteriori sanzioni Onu.

Imperterrito, Kim ha provocato un’altra crisi la scorsa estate, questa volta lungo il confine con la Corea del Sud, mettendo il suo esercito sul piede di guerra dopo che le due parti si erano scambiate del fuoco di artiglieria.

 

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Persistono notizie colorite, nel frattempo, sul suo eccentrico stile di vita personale, la sua passione per feste ed alcol, e un’ossessione apparente, in comune con il suo fratello maggiore, Kim Jong-chol, per icone occidentali, come il giocatore di basket americano Michael Jordan e il rocker britannico Eric Clapton.

L’ultimo exploit di Kim conferma la sua reputazione d’essere un cane sciolto ed un pericoloso fuorilegge internazionale. Perché ha premuto il pulsante nucleare proprio ora non è chiaro. Potrebbe essere una ricerca di attenzione, o il preludio di una nuova offerta di colloqui di normalizzazione, derivante dalla debolezza interna. Potrebbe essere che lui voglia dimostrare il suo controllo, legato alla morte sospetta, presumibilmente in un casuale  incidente stradale, di un altro consulente superiore, Kim Yang-gon.
O forse far detonare un ordigno nucleare è semplicemente l’idea di Kim di un compleanno divertente.
Il Dottor Stranamore avrebbe capito.

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4 comments

  1. M.Ludi 10 gennaio, 2016 at 19:12

    Inviso a tutto il mondo, ora poco considerato anche dalla Cina (che ha ben altro a cui pensare), che altro può fare questo stupido residuo di altre epoche, se non cercare di fare la voce grossa per far parlare di sè? Man mano che aumenta l’isolamento (e la povertà), o si arrende o minaccia l’apocalisse. I dati a nostra conoscenza indicano che può fare danni solo localmente (quindi fa bene la Corea del Sud a preoccuparsi), ma se pigia quel bottone quel buffo personaggio decreta, prima di tutte le altre la sua fine e sicuramente ne è cosciente. In ogni caso, speriamo che faccia come, a suo tempo, fece Marcos: riempire un pò di bauli di soldi e oro e cercare qualche salvacondotto in qualche sperduto angolo del mondo.

    • Remo Inzetta 8 gennaio, 2016 at 12:09

      Per una volta avresti anche ragione. Il problema è che il mondo ha ormai permesso ad uno psicopatico di avere a disposizioni armi nucleari.
      Oggi chi glie lo dovrebbe fare lo shampo secondo te, americani o cinesi?

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