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Theresa May a Firenze; toccata e fuga!

Theresa May a Firenze; toccata e fuga!

Secondo una stima largamente condivisa dai mezzi di informazione, a fronte di circa 261.000 iscrizioni nei registri dell’AIRE dichiarate questa estate da un Consolato Italiano nel Regno Unito, gli italiani effettivamente residenti a Londra e dintorni sarebbero circa 600.000; di contro, gli inglesi residenti in Italia al 1 gennaio 2017 (dati Istat), sarebbero poco più di 27.000 di cui circa 3.600 residenti in Toscana, terza Regione italiana secondo la graduatoria delle preferenze inglesi, dopo Lombardia e Lazio.            Theresa May a Firenze; toccata e …. fuga!

Ora, se è ovvio pensare che la predilezione per la Lombardia sia dovuta in buona parte alla dinamicità dell’imprenditoria di quella regione, e che il Lazio debba necessariamente fare da punto di riferimento per tutta l’attività legata ai rapporti internazionali, diplomatici e non, senza voler togliere alcunchè alle bellezza naturali, storiche ed architettoniche di queste due regioni, non si può negare che quei 3.600 sudditi di sua Maestà che hanno scelto la Toscana, l’abbiano fatto prevalentemente per altre motivazioni legate più all’arte e ad altre caratteristiche connesse alla qualità della vita tipiche della Regione. A questi vanno poi aggiunti tutti gli inglesi (non così pochi come si può pensare) che, avendo acquistato casa in Toscana, ma continuando a lavorare nella madre patria, spesso approfittano della facilità dei collegamenti e in meno di due ore atterrano a Pisa o a Firenze per passare il week end.

Nonostante i numeri impietosi, ben si comprende la soddisfazione, non tanto di Nardella e Rossi (direi scontata), quanto quella che altri esponenti politici italiani hanno fatto trasparire, nel vedere che la scelta per la più attesa conferenza stampa dell’anno era caduta sull’Italia, per di più in una città che è sintesi, forse più di altre, di un periodo storico ormai lontano, ma che ancora rappresenta un nostro fiore all’occhiello da mostrare orgogliosi al mondo.                                    Theresa May a Firenze; toccata e …. fuga!

Tutto questo però non mi ha convinto granchè neppure dopo la sviolinata del portavoce di Downing Street, il quale ha affermato che la scelta è stata dettata dalla simbolica centralità che Firenze riveste nella costruzione della cultura europea nata con il Rinascimento, che nella città ha avuto la sua culla. Altrettanto poco realistico a me è sembrata la sottolineatura del pluricentenario attaccamento che gli inglesi nutrono per Firenze.

Le  modalità della visita la dicono lunga su quanto interesse e considerazione la May abbia mostrato per Firenze; quando a gennaio del 2015 Angela Merkel in uno dei suoi dimessi completi “pantaloni e giacca” venne in visita ufficiale invitata dall’allora Primo Ministro Italiano Renzi, vi si trattenne per alcuni giorni nonostante che, da quanto mi risulta, vi fosse già stata precedentemente anche in altre occasioni, e lo facesse nonostante il pericolo che una visita così prolungata poteva rappresentare per lei in un momento nel quale, con la Grecia ancora nel pieno della sua crisi, godeva di una fama assai peggiore di quella di adesso. La May, al contrario è entrata molto truccata ed in grande spolvero nel portone della blindatissima ex Scuola dei Marescialli di Firenze, ha fatto il suo discorso mieloso e privo quasi del tutto di quei contenuti che molti consideravano doverosi, dato il tempo trascorso dal referendum sulla Brexit, ha, come si suol dire, girato il culo e un paio d’ore dopo era tornata a casa sua.                       Theresa May a Firenze; toccata e …. fuga!

Al di là delle evidenti differenze di stile e di look, alla fine credo che la scelta sia stata determinata da un misto di arroganza, impossibilità di dire altro rispetto a ciò che ha detto (semplicemente perché ancora a Londra non sanno bene come riuscire a togliersi dal pantano dove si sono infilati), ed anche per la ferma volontà di dare uno schiaffo alla Merkel ed a Bruxelles, con tutto quello che la premier tedesca e la Capitale effettiva della UE rappresentano per gli inglesi in particolare, e per tutti gli altri nazionalisti europei in generale. Si, credo proprio che la scelta di una città non capitale di uno degli stati europei sia stata voluta per dare un segnale di indifferenza all’Europa in quanto organizzazione politica, più che di apprezzamento per le sue radici culturali.

Nel leggere i resoconti della visita non trovo questa sensazione di disagio che ho provato io nel vedere che tutta questa messinscena è servita solo a lei per prendere tempo ed ai suoi sostenitori per poter continuare a dire che, in fondo la conquista dell’indipendenza dall’Europa non potrà che portare benefici; d’altronde, più in là si rimandano i problemi, più si spera che questi arrivino a soluzione da soli, magari in seguito a qualche altro sconquasso referendario sempre in agguato nel vecchio continente.

Reazioni particolari ad un discorso così privo di contenuti, al di là delle parole di rito, non se ne sono avute. A Bruxelles il capo negoziatore della UE, Barnier, ha parlato di “passo costruttivo” (se lo dice lui!), e d’altronde a Berlino siamo ormai in pieno clima elettorale: forse la Merkel ha avuto altro a cui pensare, ma può anche darsi che la mancanza di reazioni sia dettata dalla volontà di rimanere fermamente attendisti; in fondo, rispetto al giorno prima della visita a Firenze, di ciò che abbiano in mente a Londra ne sappiamo ben poco di più; tanto vale farli cuocere a fuoco lento e lasciare che le loro contraddizioni esplodano senza spendere fatica.

Durante il suo non lunghissimo discorso, la donna meno invidiata del mondo ha per ben due volte detto che sarà necessario essere creativi per trovare il percorso che porterà all’uscita del Regno Unito dall’Europa; per tutti gli altri indipendentisti, nazionalisti e populisti europei, non credo che siano buone notizie; chissà che molti di loro non stiano progettando un viaggio a Firenze per trarre qualche utile ispirazione. Magari con un soggiorno un po’ più lungo di quello della May.

       Theresa May a Firenze; toccata e …. fuga!

 

 

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