le storie

Stolpersteine: quando inciampare può servire a qualcosa

 

 

Un essere umano viene dimenticato quando il suo nome non può più essere pronunciato“.

Partendo da questa massima del Talmud, nel 1995 un artista tedesco, Gunter Demnig, lanciò l’idea delle ‘Stolpersteine’. ‘pietre d’inciampo’.

Le ‘Stolpersteine’ sono dei blocchi di pietra, grandi più o meno come un sampietrino che incorporano una lastra di ottone di circa 10×10 cm. Sulla lastra di ottone sono incisi, quando disponibili, i dati anagrafici di uomini e donne vittime delle persecuzioni naziste.

Queste piccole lapidi vengono incastrate sul marciapiede, davanti alla casa dove aveva vissuto, prima di subire la deportazione e di essere assassinata, la persona a cui è dedicata. La maggior parte di esse sono dedicate a cittadini ebrei, ma su tantissime altre sono incisi i nomi di comunisti, zingari, testimoni di Geova, omossessuali, malati di mente ecc. .

Stolpersteine

Con queste informazioni si intende ridare individualità a chi si voleva ridurre soltanto a numero.

L’inciampo a cui l’artista fa riferimento è chiaramente metaforico. È un inciampo non in senso fisico, ma visivo e mentale, che vuole far fermare e far riflettere chi vi passa vicino e si imbatte, quasi sempre casualmente, nell’opera.

Se dovessi basarmi solo sulla mia esperienza personale, posso assicurare che lo scopo viene pienamente raggiunto: quando vedo una di queste pietre non riesco a continuare a camminare senza prima aver letto il nome inciso e, a seconda si tratti di un bambino, di una ragazza o di una persona anziana che lí, proprio in quella casa, avevano trascorso la loro vita, mi vengono in mente i bambini che vedo giocare felici nei parchi, le ragazze che camminano felici per strada, raccontandosi chissà quali segreti o la mia anziana vicina di casa, con la quale scambio due chiacchiere ogni giorno sul tempo o sul prezzo dei würst: anche quei poverini avevano condotto a suo tempo una vita simile.

Non tutti sono felici di avere le ‘stolpersteine’ difronte alla propria abitazione: paura di ricordare? Rimozione? A Roma, un tale le ha distrutte dicendo che gli davano fastidio, ed erano sul marciapiede nel lato opposto alla sua casa.
È storia di questi giorni il fatto che in diversi si sono opposti, a Monaco di Baviera, al desiderio dell’artista di inserire in un marciapiede alcune di queste piccole lapidi.
Ora, nonostante queste resistenze, possiamo ‘inciampare’ in tutta Europa: migliaia di pietre si trovano infatti in ogni Paese che ha subito la barbarie nazista.

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4 comments

  1. Canadair 1 marzo, 2015 at 13:33

    Senza togliere niente all’alto significato dell’iniziativa, personamente credo che l’uso delle le Stolpersteine dovrebbe essere esteso a tutti i defunti. Farne cioe’ un’appendice alle operazioni tipiche di ogni funerale. Questo si aiuterebbe a ricordarci che quello che rimane del nostro passaggio terreno e’ ben poco, e che, alla fine, tutti noi non siamo altro che temporanei e affrettati passeggeri della vita. Rammentandoci che della stragrande maggioranza di noi, alla fine, passate alcune generazioni e con nessuno che paghi piu’ la retta del cimitero, non rimane proprio niente, neanche un ricordo.
    Una piccola lastra calpestata frettolosamente da chi rincorre l’autobus per andare a scuola, da chi e’ in ritardo per un incontro amoroso e da chi va a ritirare la pensione. Sperando che, se qualcuno inciampi, non si faccia male e ci maledica; questa volta non per malefatte commesse in vita.

    • Osita V 4 marzo, 2015 at 17:22

      le ho viste anche in una via di Madrid ma per ricordare che lì in una casa aveva vissuto un artista ,in Spagna hanno subito la dittatura di Franco ma non l’occupazione nazista

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