Confesso di non essere un esperto di arte, men che meno di quella moderna, ma solamente una persona sensibile al richiamo del linguaggio, sotto qualsiasi forma si esprima; e poiché l’arte tende spesso ad essere elitaria (in quanto racchiusa nei suoi santuari ove viene celebrata, criticata, osannata), spesso sfugge all’occhio di chi, come me, trova le mostre luoghi talvolta noiosi e poco coinvolgenti.

 

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C’è però un tipo d’arte che esula da questa concezione un pò elitaria, essendo disponibile sui muri delle strade, stazioni ferroviarie e altri luoghi pubblici. Si impone ai nostri occhi, non sempre con risultati apprezzabili ma, sicuramente, non passa inosservata: è la Street Art e Banksy ne è uno dei massimi esponenti a livello mondiale. Di lui non si sa praticamente niente (difficile pensare seriamente che sia vero, ma è così); si da per certo che sia inglese (dicono di Bristol, ma prendete la notizia con le dovute cautele), che la sua età si aggiri intorno ai 50 anni e che, a questo punto, sia diventato anche molto ricco visto che le sue opere si vendono a quotazioni di tutto rispetto. C’è anche chi si è arrischiato a dargli un nome (Robin Gunningham), ma non si sa bene su quali basi di conoscenza reale del personaggio.

 

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Quello che ho visto di lui è tutto in rete; la sua produzione è notevole e spicca per sagacia interpretativa, per scelta della “location” nonché per la realizzazione. La tecnica prevalente da lui usata è quella dello stencil; di per sé è quasi banale: Viene fatta una sagoma di cartone, si ritaglia la figura che si vuole rappresentare, si appoggia la sagoma (con al centro il vuoto ritagliato) ad un muro, e si dipinge sul muro la figura con bombolette spray o altro; i risultati, però, che Banksy ottiene sono eccezionali, e non tanto per la realizzazione, ma per i concetti che, di volta in volta, lancia aggiungendo oggetti o simboli a figure, apparentemente senza alcuna logica. In realtà lancia messaggi e lo fa in modo abbastanza esplicito sia sul mezzo utilizzato (arte come libera espressione del pensiero, libera in ogni senso), sia sul merito dei messaggi lanciati (contro il consumismo, il capitalismo, la guerra; tutti temi di sinistra, insomma). Le sue opere, partendo dal Regno Unito, sono disseminate un po’ ovunque nel mondo il che, considerando che sfida le autorità di molti Paesi dalla metà degli anni ’80, lascia un po’ perplessi sul fatto che ancora nessuno sia riuscito a prenderlo e ad identificarlo; ma tant’è: uno dei personaggi più misteriosi della nostra epoca, sembra essere destinato a restare a lungo nell’ombra, ed a parlare solo attraverso la sua arte, in un mondo nel quale, al contrario, tutti vogliono apparire (anche per quello che non sono) a tutti i costi.

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