le muse

Le modelle nell’arte – 1

MUS 200216-12-360MUS 200216-12-308

    Le modelle nell'arte: due delle tre versioni dipinte da Jean-Léon Gérôme
                           di "Pigmalione e Galatea".

 

Prima di tre puntate

di Andros

Le modelle nell’arte – 1
Le modelle nell’arte – 2
Le modelle nell’arte – 3

 

(cliccare le immagini per alta definizione)

 

 

Alt, frenate l’entusiasmo e gli ormoni (se siete uomini) e le unghie e l’invidia (se siete donne), non mi riferisco alla moda e alla pubblicità, quindi niente Kate Moss, Gisele Bundchen, Adriana Lima, Naomi Campbell, né tutte quelle più recenti delle quali neanche conosco i nomi.
Non intendo parlare di top model, e neanche di bottom model – che suona anche un po’ ambiguo. Mi riferisco alle loro antenate, le modelle che posavano – e posano – per l’arte; è a loro e al loro rapporto con gli artisti che ho deciso di dedicare ben tre post.

 

MUS 200216-11

            "Frine davanti ai giudici" di Jean-Léon Gérôme, 1861

La prima modella che la storia ricordi è Mnesarete, chiamata Frine (Phriné) cioè ranocchia, per il colore olivastro della pelle. Era amante dello scultore Prassitele, che la immortalò nella famosa Afrodite Cnidia – scultura che causò più di un turbamento. In realtà, seguendo il metodo usato da Zeusi di comporre la figura mettendo insieme le parti migliori di più modelle, pare che anche Prassitele abbia usato Frine solo come punto di partenza, integrandolo con altre modelle e con un canone di proporzioni che tendeva alla perfetta simmetria. Anche Apelle immortalò Frine nelle forme di Afrodite. La sua bellezza era tale da far moltiplicare gli aneddoti sulla sua vita, e le furono attribuiti mille amanti.

 

MUS 200216-09MUS 200216-10

"Stele di Mnesarete" alla Gliptoteca di Monaco e l' "Afrodite Cnidia" Altemps

 

Famosa fu anche Campase, concubina di Alessandro il Grande. Secondo i racconti dell’epoca, Apelle si innamorò di lei mentre la ritraeva; come segno di apprezzamento per la sua arte, Alessandro gliela concesse.

All’arte greca e romana seguì un lungo Medioevo refrattario alla realtà, che non sapeva cosa farsene delle modelle, e ancora nel primo Quattrocento era raro l’utilizzo di modelli, poi a questo scopo si cominciarono a usare gli allievi. In molte botteghe era in uso l’obbligo sia per gli apprendisti sia per gli assistenti di posare nudi o quasi; secondo un aneddoto Jacopo Sansovino, per la realizzazione di una statua di Bacco, fece posare il garzone Pippo del Fabro per una giornata intera, cosa che lo traumatizzò e gli fece perdere il senno. Nel Cinquecento, grazie alla crescente richiesta per i nudi sia maschili sia femminili, l’attività di modello divenne più simile a una professione, ma gli artisti continuarono a trarre ispirazione da più fonti, soprattutto dalla prostituzione.

 

MUS 200216-33

      Il garzone Pippo del Fabro modellò per il "Bacco" di Jacopo Sansovino

 

L’idea che tra artista e modella si debba instaurare un legame è diventato ben presto un luogo comune, che si situa in un punto imprecisato tra il folklore e la realtà; è vero però che gli esempi in tal senso sono tanti e illustri.
Il Perugino ritraeva sempre la propria bellissima moglie; Botticelli invece, che non si sposò mai ed espresse sempre grande avversione per il matrimonio, usò spesso il volto della bella Simonetta Vespucci, della quale pare fosse innamorato: la ritrasse per esempio nella “Nascita di Venere”, anche se era già morta da anni. Botticelli chiese di essere sepolto ai piedi di Simonetta, desiderio che nel 1510 fu esaudito; per fortuna aspettarono che morisse.

 

MUS 200216-30-662

     La modella Simonetta Vespucci nei vari dipinti di Sandro Botticelli

 

Raffaello invece potrebbe aver pagato con la vita l’amore per una modella, secondo alcuni storici infatti, la giovane Fornarina, la figlia di un fornaio che Raffaello immortalò in un dipinto, fu la causa della sua morte: la bella e insaziabile ragazza lo ridusse al lumicino, e i medici diedero il colpo di grazia sottoponendolo a mortali salassi.

La giovane monaca Lucrezia Buti posò per una Madonna con bambino dipinta da Filippo Lippi, che era cappellano nel suo stesso convento, tra i due scattò la passione, e fuggirono insieme dando scandalo. Andrea del Sarto sposò Lucrezia, che fece da modella per le sue Madonne; Cellini ebbe come amanti alcune delle proprie modelle, e da una di queste ebbe anche una figlia, un’altra invece lo denunciò per sodomia, accusa per la quale subì un processo in Francia. Francesco Hayez addirittura ritrasse se stesso impegnato in atti sessuali con la modella-amante Carolina Zucchi; Cristofano Allori usò come modelli per il suo “Giuditta con la testa di Oloferne” se stesso e la sua modella e amante Mazzafirra, a simboleggiare quanto lei lo facesse soffrire.

 

MUS 200216-32-330MUS 200216-31-330

     Lucrezia Buti e "Madonna col Bambino e due angeli" di Filippo Lippi e
          "Ritratto di Lucrezia de Baccio Del Fede" di Andrea del Sarto

 

Dopo la morte della prima moglie, Rubens sposò la sedicenne Hélène Fourment – lui aveva 53 anni -, Hélène fu la musa ispiratrice per molte delle figure che dipinse in quegli anni. Per Fragonard invece fu la figlia Rosalie a diventare una delle modelle preferite. Johann Füssli usava la moglie come modella, anche per le opere considerate più oscene; Sir Thomas Lawrence dipinse più volte Caroline di Brunswick, che fu sua amante; Adolfo De Carolis sposò la modella Aquilina Ciucci, dalla quale ebbe poi cinque figli; Francis Wheatley sposò una delle sue modelle, Clara Maria Leigh, che divenne anche artista. Renoir ebbe un figlio dalla modella Aline Charigot, di venti anni più giovane, e dieci anni dopo la sposò; Cézanne ebbe un figlio dalla modella Hortense Fiquet, che in seguito sposò anche se ormai non provava più nulla per lei.

 

MUS 200216-13-330MUS 200216-14-330

"Coppia in barca", ca. 1881 ed una tarda foto di Jean Renoir e Aline Charigot

 

Georges Seurat visse segretamente con una delle sue modelle, la giovane Madeleine Knobloch, che ritrasse nel dipinto “Jeune femme se poudrant”, in seguito ebbe un figlio da lei; Balthus sposò Antoinette de Watteville, rampolla di una influente famiglia aristocratica che era già stata sua modella per dei ritratti e per il dipinto “La Toilette.” La modella Simone Hauert fu amante del pittore René Victor Auberjonois; la prima moglie di Alma-Tadema, Marie-Pauline Gressin, compare in molti suoi dipinti, anche la sua seconda moglie Laura Theresa Epps fu ritratta più volte, era anche sua allieva, e divenne un’apprezzata pittrice. Matisse negli ultimi anni fu accudito dalla russa Lydia Delektorskaya, che era stata sua modella; Picasso ebbe rapporti tormentati e al limite del sadismo con le sue numerose modelle-amanti-mogli, come Fernande Olivier, che in precedenza era stata anche modella di Giovanni Boldini.

 

MUS 200216-24-330MUS 200216-22-330a

"La Toilette" e una foto di coppia di Antoinette de Watteville e Balthus -1935

 

MUS 200216-20-330MUS 200216-19-330

"Madame L.D. la blouse bleue" ed una foto di Henri Matisse e Lydia Delectorskaya

 

MUS 200216-15-330MUS 200216-16-330

                "Donna con il fazzoletto", del 1906 ed una foto
             di Fernande Olivier con Pablo Picasso e Ramón Rentevós.

 

Thomas Eakins sposò una delle proprie allieve, Susan Hannah MacDowell, entrambi appassionati di fotografia furono modelli e fotografi allo stesso tempo, e usarono le fotografie per la loro pittura. Eakins pensava che la donna dovesse avere le stesse possibilità professionali dell’uomo, mentre alcune cose le erano ancora impedite, come l’uso di modelli maschili del tutto nudi. Quando fece togliere le mutande a un modello durante una lezione frequentata da donne, fu costretto a rassegnare le dimissioni dall’accademia in cui insegnava.

 

MUS 200216-17-330MUS 200216-18-330

"Ritratto di Susan MacDowell" e "La moglie dell'artista con il suo setter"
                              entrambi di Thomas Eakins

Nel 1908 Ferdinand Hodler conobbe Valentine Godé-Darel, che divenne sua partner, quando anni dopo le fu diagnosticato un cancro, Hodler passò molto tempo al suo fianco, ritraendo tutte le fasi della malattia in una serie di dipinti che documentano il suo disfacimento. Questo però non vuol dire che fosse cinico o insensibile, difatti la morte di Valentine lo colpì profondamente, portandolo alla depressione. Anche Monet e Schiele ritrassero le compagne in punto di morte, come prima ancora aveva fatto anche Rembrandt, realizzando alcuni toccanti disegni degli ultimi momenti di vita della moglie Saskia.

 

MUS 200216-27-330MUS 200216-28-330

"Valentine Godé Darel ammalata a letto" e "Autoritratto" di Ferdinand Hodler

 

MUS 200216-26-330MUS 200216-25-330

  "Autoritratto con Saskia" e disegno di Saskia ammalata di Rembrandt van Rijn

 

Continua nella seconda parte…

Le modelle nell’arte – 1
Le modelle nell’arte – 2
Le modelle nell’arte – 3

 

 

1 lettore ha messo "mi piace"
Print Friendly, PDF & Email
Share:

Leave a reply

WordPress Appliance - Powered by TurnKey Linux