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AAA Governo disperatamente cercasi

AAA Governo disperatamente cercasi

Sono passati quasi due mesi da quando ci siamo recati alle urne per eleggere il nuovo Parlamento e contrariamente a quanto riportato nei numerosi proclami pre-elettorali dei vari esponenti politici che ci avevano rassicurati sulla possibilità concreta di arrivare in tempi brevi alla composizione di un Governo che potesse ottenere la fiducia del Parlamento, ogni giorno che passa la sensazione è che, al contrario, da questa prospettiva ci si stia progressivamente allontanando.

La campagna elettorale è stata basata dalle opposizioni alla passata maggioranza di governo, avendo riguardo sostanzialmente a pressare l’elettorato mediante, da un lato l’offerta di ricette miracolistiche che in pochi mesi avrebbero risolto tutti i problemi del Paese, e dall’altro sulla distruzione sistematica dell’azione di Governo della passata legislatura e sulla denigrazione e l’offesa dei suoi elettori ed eletti.

Si è assistito ad una campagna elettorale impostata sulla base di un sistema maggioritario che in Italia, non solo non esiste più (se mai sia effettivamente esistito) ma che sostanzialmente è stato ritenuto inattuabile da parte della Corte Costituzionale se non previe corpose modifiche alla Costituzione vigente, modifiche che, dopo le recenti esperienze in materia, temo che nessuno si azzarderà più a proporre per non essere accusato di voler introdurre un regime autoritario e di mirare alla limitazione delle libertà democratiche; questo almeno per molti, forse moltissimi anni a venire.

Mentre la polemica politica cresceva di tono ed i programmi più velleitari prendevano forma come se non ci dovesse essere un domani, gli “allenatori” delle varie squadre di calcio predisponevano i loro schemi di gioco per portare a casa il risultato sperato; a ognuno il suo. Considerando che il solo centro destra si presentava in coalizione, i giochi erano così impostati:

  • Il M5S puntava ad un successo clamoroso; forse neppure il più ottimista nel clan di Grillo aveva pensato di raggiungere la maggioranza assoluta nei due rami del Parlamento ma sicuramente si auspicava un risultato migliore di quello ottenuto, perché lo scopo era di risultare inequivocabilmente vincitori e poter condurre la danza da un punto di forza indubbio. La vittoria c’è stata ed il M5S è il primo Partito in Italia, ma il risultato non è stato sufficiente.
  • La Lega correva decisamente per ottenere la maggioranza relativa nella coalizione e probabilmente ha fatto il massimo di ciò che era nelle sue possibilità, ma nel contempo puntava su un risultato molto più lusinghiero sia di Forza Italia che degli altri partiti, specialmente quelli di destra estrema, alcuni dei quali come Casapound avevano parlato apertamente di poter riuscire ad avere finalmente una rappresentanza in Parlamento. La coalizione, nelle mire di Salvini, avrebbe dovuto ottenere un risultato ben maggiore del 37% per acquisire il diritto indiscusso di condurre le trattative; sappiamo che non è andata così.
  • Il Partito Democratico era dato da tutti i sondaggisti in marcata contrazione dei consensi, ma il risultato è andato ben al di là delle peggiori ipotesi pre-voto. Le opzioni disponibili erano quelle di una robusta opposizione oppure, laddove Forza Italia avesse tenuto ed i numeri lo avessero consentito, in assenza di alternative valide, riproporre un accordo simile a quello naufragato quando si andò all’elezione di Mattarella; ma anche questa opzione, venendo a mancare entrambe le due forze in ipotesi, è naufragata

Siamo giunti alla mattina del 5 marzo quando il quadro si è delineato e si è compreso che nessuna delle ipotesi precedentemente fatte sarebbe stata percorribile, probabilmente perché l’unico partito che ha continuato a risultare più convincente, è stato quello dell’astensione. Gli elettori hanno sancito che lo spirito che aveva portato alla vittoria del no nel referendum del 4 dicembre 2016 dovesse prevalere e che la condizione indispensabile fosse quella di un dialogo obbligato tra forze che sino ad allora avevano fatto di tutto per far si che questo potesse iniziare con il maggior numero di difficoltà possibile.

C’è chi ha iniziato a prendersela con il buon Rosati e la legge elettorale che porta il suo nome, e questo, come ormai accade sempre con una costanza disarmante, senza prendersi minimamente la briga di andare a vedere cosa hanno scritto diversi esperti che si sono messi a fare simulazioni prendendo a riferimento il risultato elettorale del 4 marzo con i vari sistemi elettorali in vigore in Italia prima del Rosatellum, nonché quelli in vigore nei più importanti paesi europei; ebbene il responso è stato che, a parte il maggioritario alla francese, in tutti gli altri casi il risultato sarebbe stato sostanzialmente lo stesso.

Abbiamo per anni forzato il sistema verso un innaturale (per la nostra Costituzione) sistema maggioritario, per scoprire alla fine che la composizione dell’elettorato non consente altro se non un robusto accordo tra partiti che non si parlano, sostenuti da elettori che si offendono vicendevolmente: un capolavoro!

Quello che può accadere da ora in avanti non è facile a prevedersi e se anche alcune ipotesi si possono avanzare, la possibilità che esse possano consentire la composizione di Governi che non si sfascino al primo alito di vento è estremamente bassa, e la capacità che questi Governi potranno avere nel risolvere i difficili problemi del Paese è assai limitata.

Tramontata l’ipotesi di una coalizione tra M5S e Cdx in questo momento vediamo le innumerevoli traversie che attraversa il Presidente della Camera nel cercare di mettere in piedi una trattativa con il Partito Democratico, trattativa che la maggior parte dei favorevoli credo veda di buon occhio sperando che l’avvio di una simile collaborazione porti alla definitiva disgregazione del Partito Democratico; in essa si individuano diversi punti di criticità: il primo è dato dal fatto che una larga fetta degli elettorati dei due partiti non ne comprende il senso  e sembrerebbe disposta ad abbandonare il proprio schieramento se questa si verificasse; il secondo è dato dall’incertezza sul fatto che una larghissima maggioranza dei Parlamentari (specialmente dei Senatori) del Partito Democratico, possa essere disposta ad appoggiarla venendo probabilmente a far mancare il numero necessario, non tanto per ottenere la fiducia, quanto per consentire una normale attività parlamentare. Sembrano tutti voler ignorare il fatto incontrovertibile che al Senato bastano pochissime defezioni per far traballare un’ipotetica maggioranza, senza considerare che Renzi è Senatore e che Napolitano potrebbe venire meno alla possibilità di appoggiare una simile soluzione.

Così com’è impostato al tentativo di Fico manca il minimo sindacale di logica per poter produrre gli effetti sperati, a meno che non accada ciò che alcuni giornali vanno sostenendo e cioè che dietro le quinte si stia lavorando per un Governo con Fico PdC, La Boschi che lo va a sostituire alla Camera, Di Maio che viene indotto a seguire il suggerimento dato da Berlusconi (operatore, diciamo, ecologico) ed il PD che salva la faccia; ma il M5S?

Domenica si vota in Friuli per l’elezione del nuovo Presidente della Regione e la Lega, sull’onda dei successi mietuti nel nord Italia alle scorse elezioni politiche, si appresta ad ottenere una conferma della sua forza all’interno della coalizione; questo potrebbe dare a Salvini la spinta definitiva per fare ciò che sino ad ora si è mostrato assai restio a fare, e cioè sciogliere il lungo e faticoso sodalizio con Berlusconi per tentare un’avventura in solitario che potrebbe indurre Di Maio a cambiare per l’ennesima volta opinione e formare insieme alla Lega una coalizione che avrebbe i numeri per governare; per fare che cosa non è dato sapere ma al momento sembrerebbe l’unica opzione che abbia un minimo di ragionevolezza e che, nel contempo, metterebbe definitivamente in grado i due baldi giovani di mostrare ciò che sanno fare, oppure la loro abissale incapacità quando dalle parole si deve passare ai fatti.

Il Paese ha molti problemi, alcuni derivanti da decenni di malgoverno, ma tutti i dati riferiti dai più importanti enti preposti ad analizzare i dati, indicano un sostanziale miglioramento di tutti gli indicatori economici del paese, forse il processo è troppo lento rispetto alle aspettative dei cittadini, ma costante ed ormai duraturo. La criminalità e l’allarme sociale sono miracolosamente scomparsi dalle televisioni da quando Berlusconi ha fatto fuori (metaforicamente, s’intende) Del Debbio, Giordano e Belpietro, e la sensazione che in maniera più o meno cosciente abbiamo fatto tutti quanti come quel marito che per far dispetto alla moglie si tagliò…….le gonadi io l’avverto molto chiaramente; altri pensano che siamo vicini ad un’alba radiosa; staremo a vedere.

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