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Dopo il voto; riflessione facile, facile!

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Sulla vittoria del Si inutile dilungarsi: i due opposti schieramenti, trasversali alle varie forze politiche si sciolgono e adesso sta alla “casta” che abbiamo voluto fortemente ridimensionare, dettare le regole per mitigare le macroscopiche voragini che si sono aperte nella Costituzione: compito non facile, dopo anni di totale immobilismo; ma tant’è!

Sulla parte squisitamente politica della tornata elettorale invece c’è molto da dire ma cercherò, anche qui, di non esagerare: a parte Renzi e Salvini, hanno vinto tutti! Capire, però, come si svilupperà il nuovo quadro politico alla luce del voto regionale, credo sia la cosa che più può interessare per cui tenterò di fare alcune ipotesi.

Il centro destra si è mostrato, come sempre compatto nel presentarsi di fronte agli elettori, ma è atteso a sviluppi che potrebbero stravolgerne gli equilibri interni, visto che Forza Italia è inesorabilmente in fase discendente e che Salvini è stato sonoramente bastonato e con lui il concetto bislacco di un partito, la Lega, nato secessionista ma che ha tentato in tutti i modi di far credere di poter unificare l’Italia dopo averne ignorato, denigrato, offeso più della metà della popolazione; con Zaia saldamente in sella in Veneto credo che si tornerà all’antico e che la Lega prossima ventura sarà molto più simile a quella delle origini.

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A quel punto che cosa accadrà a quella massa di votanti che avevano abbracciato il capitano sino a fargli credere di essere invincibile? Probabile che continui l’evidente deflusso in corso verso Fratelli d’Italia portando ad una polarizzazione in quel campo tra due diverse visioni del paese già viste nel passato che potrebbero incrinare l’apparente graniticità della destra già alle prossime elezioni politiche.

Dall’altra parte il PD festeggia un’insperata tenuta in alcune delle regioni, prima tra tutte la Toscana nelle quali la leadership era stata pesantemente messa in discussione da sondaggi i quali, anche stavolta, e complice un’astensionismo ancora elevato, hanno mostrato più di un limite; ma c’è veramente da festeggiare? Io credo di no, per prima cosa perchè il maggior partito della sinistra non ha mostrato, salve rare eccezioni di poter realisticamente aggregare in quel campo oltre un certo limite fisiologico (la classica coperta corta: se la tiri a sinistra ti scopri al centro e viceversa) e se le cose non dovessero cambiare velocemente, non vedo come potrebbero crearsi le condizioni perchè ciò accada. In secondo luogo la leadership di Zingaretti appare, a voler essere benevolo, estremamente debole, indecisa ed anche un tantino assente; in Toscana, a parte Giani ed i candidati in lizza, il PD è stato totalmente assente sino agli ultimissimi giorni, nel mentre Salvini, messo il bavaglio alla Ceccardi, imperversava per ogni dove tanto da far temere, uscendo di casa, di trovarselo davanti e doversi sorbire la sequela interminabile di cazzate che propina a raffica, magari anche senza mascherina.
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Un altro aspetto preoccupante è dato dal fatto che, nel mentre Italia Viva alla prima prova del voto dimostra di avere enormi limiti di penetrazione nel paese, i vincitori nelle più importanti regioni rosse (Bonaccini e Giani) sono considerati molto vicini a Renzi, e gli altri trionfatori (De Luca e Emiliano) il PD avrebbe preferito non candidarli; vincere con candidati non proprio desiderati dal partito è un segno inequivocabile di debolezza dell’apparato e della sua incapacità attuale di dare corso ad un ricambio generazionale. E veniamo all’ultimo punto; Bonaccini, De Luca ed Emiliano al secondo mandato, Giani a lungo tempo Presidente del Consiglio regionale, tutti (escluso Bonaccini) sopra i sessant’anni; e poi? Specialmente in Toscana, dove la candidatura di Giani non ha scaldato i cuori (per carità, brava persona e competente ma poco comunicativo) non si vede all’orizzonte un’alternativa, o meglio, si vede un partito che fa fatica a far emergere le alternative che potrebbero esserci, magari anche donne particolarmente assenti nella tenzone; ed il partito in Toscana ne ha da poter valorizzare.

Scenari a tinte fosche, che prefigurano una destra sempre capace di sfruttare al meglio l’evento elettorale, magari non sempre (anzi direi ben poco) capace di ben amministrare, sicuramente meno della sinistra che però non brilla come un tempo e sembra non più capace di capire come si fa una campagna elettorale, come si coinvolge la gente, come si comunicano le cose che si hanno da dire e ben sappiamo quanto sia più difficile farlo laddove non si voglia solo raccontare solo balle.

Resta la magra consolazione di un Movimento 5 stelle il quale, toccati i massimi, vede prefigurarsi la più rovinosa delle parabole discendenti: fatale conclusione di un’attività focalizzata a delegittimare le istituzioni per poi accorgersi di stare con la bottiglia dello spumante a brindare seduti sul ramo che stavano tagliando; non ne piangeremo la non mai troppo prossima dissoluzione.

 

 

 

 

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